venerdì 26 aprile 2019

Walter Antonelli: perché lascio Edi Mancini e mi candido con Gismondi. L’ex Presidente attacca e non le manda a dire.


Comunicato integrale

Nel 2014 ho aderito alla lista Mancini cosciente della sua eterogeneità, sulla base di un programma condiviso e un modus operandi basato sulla totale condivisione delle scelte. Un metodo che purtroppo è stato completamente disatteso dalla Giunta.
Sono state diverse le scelte che non ho condiviso e che mi hanno allontanato dalla maggioranza.
Uno degli esempi più significativi riguarda il regolamento sull’assegnazione delle case popolari: ho sempre manifestato la mia intenzione di modificarlo. Una variazione che ho ritardato, nella consapevolezza che la Regione si stava muovendo in tal senso, e che il regolamento comunale doveva muoversi tra i paletti della norma regionale.
La giunta Mancini non ha esitato, a mia insaputa, a deliberare un bando per l’assegnazione delle case popolari. Il regolamento utilizzato discrimina i cittadini, gli italiani sono esclusi, anche se i loro genitori o loro stessi per molti anni hanno versato contributi Gescal. Bastava infatti possedere un piccolo alloggio in qualsiasi parte d’Italia per essere esclusi, mentre gli stranieri non avevano l’obbligo di dichiarare gli immobili posseduti nei loro Paesi. La Regione ha modificato il regolamento obbligando a tutti i partecipanti di dichiarare gli immobili posseduti. Ho portato subito in Consiglio le modifiche che recepivano la normativa regionale, ma il segretario del PD di Montegranaro non dava il suo assenso a ciò che il PD regionale aveva approvato. La Giunta avrebbe dovuto portare alla seduta successiva le modifiche, ma ancora una volta ha disatteso ciò che aveva accettato e che si era impegnata a fare.
In materia di politiche sociali, ho trovato assurdo prevedere dei contributi di sostegno al reddito di modesta entità, con somme una tantum, che poi in larga parte il Comune tratteneva per compensare debiti verso l’Ente. Neanche la famigerata Equitalia si sarebbe comportata in modo così umiliante nei confronti delle fasce più in difficoltà della cittadinanza, perché aveva quanto meno una progressività con una base intoccabile. Anche in questo caso, come per il regolamento sulle case popolari, si è perpetrata l’ingiustizia verso gli italiani, obbligati a dichiarate tutti i possedimenti, diversamente dagli stranieri.
Durante la legislatura ho spesso sollecitato l’attuazione degli impegni presi in campagna elettorale, ma a parte i progetti dei due assessori forti, quindi palazzetto di San Liborio e viale Gramsci, il resto non interessava. Gli altri dovevano genuflettersi e tacere. In maggioranza sono stati proposti gli orti sociali, ma la richiesta è caduta nel vuoto. Abbiamo oltre 50 persone in lista d’attesa per la casa di riposo, ho sollecitato spesso l’esigenza di affrontare il problema, ma sono rimasto inascoltato. Si potrebbero ristrutturare alloggi nella parte vecchia della città da adibire a casafamiglia, per collocarvi persone autonome o semiautonome, fornendo così collocazione a parte delle persone in lista d’attesa. Io vivo del mio lavoro e vorrei restituire alla collettività ciò che ho avuto. Solo stando tra la gente, ascoltandola, si conoscono certe realtà. Abbiamo molti anziani non autosufficienti tenuti in famiglia tra mille difficoltà e senza alcun aiuto. Vogliamo dar loro delle risposte?
Per la mia scelta di lasciare la maggioranza uscente c’è anche chi mi ha definito populista. Credo che populisti lo siamo stati 5 anni fa, effettuando promesse che non abbiamo mantenuto.
Queste sono alcune delle ragioni che mi hanno convinto di sposare il progetto di Montegranaro tra la gente, affinché possano concretizzarsi quella condivisione delle scelte e quell’ascolto della cittadinanza di cui si è avvertita la mancanza negli ultimi 5 anni.

Walter Antonelli

giovedì 25 aprile 2019

Enzo Bassi, un Montegranarese – di Stella Franceschetti

Ripubblico con piacere questo brano tratto da un quaderno di Stella Franceschetti, che lei stessa mi ha donato autorizzandomi a servirmene per questo blog, e questo passaggio, la storia di Enzo Bassi, cui è intitolata la via sotto piazza Mazzini, dove era la sede di Radio Veregra e dove tanto tempo ho passato da ragazzo, mi ha indotto, come era nell’intento dell’autrice, a riflettere. La storia la conoscevo perché me la raccontò anni fa mio nonno, che Enzo lo conosceva bene. Mio nonno, repubblicano integerrimo, me la raccontò esattamente così, come l’ha riportata Stella dal racconto preciso della sorella di Enzo, Ivana. L’ho pubblicata tempo fa su questo blog e ora lo rifaccio perché, oggi più che mai, credo dovremmo conoscerla, specie le giovani generazioni. Viviamo in un tempo in cui si cerca di mettere gli uomini l’uno contro l’altro, in una guerra tra poveri che non avrà mai un vincitore, tempi in cui l’odio è a uso del potere, tempi in cui si sta perdendo il senso di appartenenza, di popolo, di Patria. Poiché la storia ha toccato in maniera così drammatica la nostra città, e non possiamo dire che il racconto di Ivana Bassi sia inventato, allora cerchiamo di farla conoscere questa pagina triste della nostra città, perché i giovani traggano, per quanto possibile, l’insegnamento che la storia può e deve dare. Non ho grandi speranze. Ma non voglio arrendermi all’imbarbarimento della nostra civiltà. 

Luca Craia 

Nato il 4 ottobre 1922, nel maggio del 1942 era partito per Roma dove aveva preso servizio presso la caserma Macao del III Genova Cavalleria Dragoni. Trasferito in Piemonte a Cuneo e a Carù, fu mandato poi in Francia, prima a Nizza e a Cape d’Antibes e infine a Mentone. Subito dopo l’armistizio, con il commilitone e compaesano Graziano Medori, riuscì a raggiungere Milano. Soccorsi entrambi e ospitati da una famiglia milanese che aveva perso un figlio in guerra, furono aiutati a disfarsi della divisa, rivestiti con abiti civili e fu regalata loro anche una bicicletta per affrontare, con un minimo di sollievo, il lungo viaggio di ritorno. Purtroppo, però, dovendo passare per strade secondarie, accidentate, tra campi e viottoli, la bicicletta si ruppe quasi subito e dovettero proseguire a piedi. Arrivarono in paese dopo 35 giorni di cammino, il 12 ottobre, festa di San Serafino, santo paesano, rischiando più volte di essere presi. Per prudenza, non conoscendo la situazione, si diressero nella casa di Graziano Medori, che abitava in campagna. Un fratello di Graziano, più tardi, riaccompagnò Enzo a casa sua, dove finalmente, alle tre di notte, potè riabbracciare la madre, il padre e la sorella Ivana. Magro, coi capelli resi chiarissimi dalla lunga esposizione alle intemperie la madre, quasi incredula, volle accertarsi che quello era proprio il figlio, facendosi mostrare una piccola voglia che aveva all’interno di una gamba. Nonostante i continui manifesti che intimavano ai giovani di presentarsi per l’arruolamento nell’esercito fascista repubblicano, Enzo rimase nascosto per qualche mese in casa. Un giorno giunsero in paese alcune camionette piene di repubblichini, alla ricerca di alcuni prigionieri inglesi fuggiti dal campo di concentramento di Fermo e qualcuno avvertì il comandante che c’erano in paese anche alcuni giovani nascosti per non arruolarsi. Enzo, Ninì Petrini e Serafino Conti scapparono insieme verso la campagna, nella speranza di raggiungere il fiume Ete, dove era più facile trovare nascondigli. Mentre attraversavano di corsa un tratto di strada scoperta furono raggiunti da alcune raffiche di mitra. Enzo Bassi fu colpito a morte, Ninì Petrini fu preso prigioniero e solo Serafino Conti riuscì a sfuggire alla cattura. Era il 14 marzo 1944. Tutto il paese prese parte al funerale di Enzo e alla sua memoria la cittadinanza dedicò una via. 

da “La fine del tempo delle favole” di Stella Franceschetti – collana I quaderni di Stelletta   

mercoledì 24 aprile 2019

La Strada Giusta presenta la lista. Ecco tutti i candidati.

La lista "La Strada Giusta", riproposizione con nuovo nome della coalizione che ha retto Montegranaro negli ultimi cinque anni, ha reso noti i nomi dei propri candidati dopo il rincorrersi di voci che volevano Ediana Mancini & Co. in difficoltà per trovare tutti i nominativi. Ecco la lista: Ediana Mancini - Endrio Ubaldi - Aronne Perugini - Roberto Basso - Giacomo Beverati - Cristiana Strappa - Laura Latini - Paolo Gaudenzi - Isabella Ferretti - Emanuela Caponi - Maria Ercolani - Francesca Mariani - Maria Nazarena Falcon - Andrea Franceschetti - Alfonso Di Marco - Cristiana Puggioni - Letizia Bellesi. Diversi i nuovi innesti: da Andrea Franceschetti, figlio dello storico personaggio del PCI locale, Fausto, ed ex Presidente dell'associazione Città Vecchia che cerca di utilizzare la popolarità conseguita in questo ruolo, nonché un'azione associativa molto schierata, per avere vantaggio elettorale; idem dicasi per Cristiana Puggioni, punta di diamante del locale Archeoclub, associazione molto amata dall'amministrazione comunale ma molto isolata nel panorama associativo cittadino. Poi ci sono alcuni personaggi poco conosciuti. In totale sedici candidature non pesantissime. Si pensava meglio. 

Luca Craia   

Via Dei Monti pericolosa. Walter Antonelli chiede interventi urgenti.

Il reticolo di vie che vanno da Montegranaro verso il Chienti e verso Villa Luciani, a cominciare da via Umbria per terminare con via Bore di Chienti, è estremamente pericoloso e lo denunciamo su queste pagine da sempre. La pericolosità è insita nel percorso stesso, tortuoso, con notevoli dislivelli e con una carreggiata troppo stretta. Il tutto è però sommamente aggravato dallo stato di totale abbandono in cui sono lasciate le strade, tutte di competenza comunale.
A rilevarlo in via ufficiale ora è il quasi ex Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli che, con una missiva indirizzata al Sindaco e al Comando di Polizia Municipale, oltre a denunciare il grave stato delle strade, richiama la responsabilità oggettiva dell'Ente che custodisce le strade, in questo caso, appunto, il Comune, ai sensi dell'articolo 2051 del Codice Civile e dell'articolo 328 del Codice Penale, nonché della legge 241/90. 
È un monito severo, quello di Antonelli, che potrebbe sortire qualche effetto, come nelle speranze dei residenti nella zona e di chi percorre quelle strade quotidianamente, visto che sono, nonostante tutto, una via di comunicazione importantissima per il paese. Eppure, anche in pieno impeto elettorale, nessuno ha ancora pensato di metterci mano.

Luca Craia 

Dalla Canigola chiusura totale al confronto. Duro attacco di Gismondi e Del Vecchio

Comunicato integrale 

Da parte della presidente della Provincia di Fermo Moira Canigola, del suo vice Stefano Pompozzi e della maggioranza non abbiamo trovato la minima disponibilità al dialogo ed al confronto. Un atteggiamento di chiusura assolutamente incomprensibile da parte dell’Amministrazione provinciale. Ci è stato inviato il bilancio senza alcun dialogo, ci aspettavamo come minimo una convocazione per discutere le priorità e redigere un documento condiviso da tutti. Abbiamo un consiglio con una perfetta parità tra esponenti di maggioranza e di minoranza e consentire il contributo di tutti sarebbe stato doveroso. Invece ancora una volta abbiamo trovato chiusura e scarsa sensibilità. Non c’è stato a suo tempo alcun coinvolgimento nella distribuzione delle deleghe, non veniamo presi in considerazione sulle scelte, non ci ascoltano su temi che riteniamo prioritari. Su tutti, alcune questioni importanti per la viabilità del territorio provinciale, che chiedono da tempo soluzioni. Penso alla rotatoria prevista e mai realizzata lungo la Mezzina, tra Sant’Elpidio a Mare e Montegranaro, dove di frequente si sono registrati incidenti anche molto gravi. Sempre sulla provinciale Ete Morto, ribadiamo l’urgenza di metter mano ad alcuni tratti, in particolare quelli caratterizzati da maggiore pendenza, oggi sconnessi e pericolosi per gli automobilisti. E’ prioritario un intervento con asfalto idoneo che metta in sicurezza quei tratti. Chiediamo poi che si porti avanti la realizzazione della rotatoria sulla Statale 16 all’incrocio con la provinciale San Marco alle Paludi, infrastruttura che non costerebbe un centesimo al pubblico grazie alla realizzazione a carico di privati, un progetto su cui si continua a temporeggiare. I consiglieri di minoranza vengono sistematicamente snobbati ed esclusi da qualunque discussione, ora si pretende forse che tutti si facciano carico di votare un bilancio senza aver consentito la minima partecipazione? Evidentemente non si rendono neanche conto di non essere maggioranza nè come rappresentanza politica in Consiglio provinciale, nè tanto meno nel territorio. Ci delude molto la scarsa sensibilità anche umana, al di là della politica. Esempio lampante è stato di recente la visita da parte del nuovo Prefetto di Fermo nella sede della Provincia. Un momento al quale un minimo di cortesia istituzionale avrebbe imposto di invitare tutti i consiglieri, invece nessuno si è degnato di informarci, tanto che ad accogliere la dottoressa Vincenza Filippi c’erano solo la presidente Canigola, il vice Pompozzi e il nostro consigliere Christian Falzolgher, invitato in fretta e furia all’ultimo minuto e riuscito per puro caso ad arrivare in tempo. E pensare che erano proprio loro ad auspicare un atteggiamento collaborativo da parte di tutti per il bene del territorio provinciale.

Gastone Gismondi 
Carlo Del Vecchio

25 APRILE AL TORRIONE - FESTA DI PRIMAVERA – NATURA DONO E ARMONIA DELLA MENTE

Comunicato integrale

Una bel pomeriggio di festa e di allegria, quello del 25 aprile, cercando di coniugare il rispetto per l’ambiente e la cultura del dono in uno dei posti più incantevoli di Montegranaro : il laghetto del Torrione. E’ quella che vuole proporre l’AVIS cittadina, insieme alle associazioni di volontariato AIDO, ADMO Colline Fermane, e GRUPPO SCOUT con l’aiuto delle altre Associazioni GRANARIUM, ARKEO, IL LABIRINTO, CROCE GIALLA, ORATORIO I CARE, CENTRO SOCIALE ANZIANI che fortemente hanno creduto nell’iniziativa che vuole replicare quella dello scorso 11 novembre tenutasi in Piazza Mazzini. Ritrovo alle ore 14,00 davanti al Calzaturificio CAPPELLETTI, dove inizierà l’attività di PLOGGING, una marcia lungo la provinciale Chienti, iniziativa voluta dagli Scout e rinviata nei giorni scorsi per il mal tempo, nel corso del quale verranno raccolti i rifiuti presenti ed abbandonati lungo l’argine del fiume, per arrivare, intorno alle ore 16,00 al laghetto del Torrione dove saranno allestiti stand delle associazioni Legambiente e WWF. Arrivati al laghetto Torrione, dove potranno giungere direttamente coloro che non intendono partecipare alla marcia, saranno organizzati i giochi di una volta, la corsa con i sacchi, il tiro alla fune, il salto con la corda e fazzoletto per far divertire, con semplicità, tutti i presenti. Al termine saranno poi offerti a tutti gli intervenuti panini con porchetta, vino, bibite e dolci ascoltando musica e passeggiando lunghe le incantevoli sponde del lago Torrione. L’invito è esteso a tutta la cittadinanza : si tratta di un bel pomeriggio di festa e di allegria caratterizzato da NATURA, DONO ed ARMONIA DELLA MENTE come proposto dal titolo dell’evento.

martedì 23 aprile 2019

Pastorella lascia. Ora i terremotati sono molto più soli. Sempre più soli. 

Ho letto della decisione di Francesco Pastorella di ritirarsi e me ne dispiaccio. E me ne rallegro. Me ne rallegro per lui, perché so le sue motivazioni, che sono giuste e profonde, motivazioni che comprendo e condivido e che immagino gli abbiano causato un'enorme sofferenza. È normale che, alla fine, si stanchi, un uomo che lotta per quasi tre anni trovando, tra le persone per cui si batte, più ostacoli che aiuti, più nemici che sodali e una sostanziale rassegnazione che trabocca verso l’indifferenza verso se stessi, per quanto paradossale, con qualche notevole punta di magnifico arrivismo. È normale che dica il classico “ma chi me lo fa fare"; lo abbiamo detto in tanti, prima di lui, per quanto in ruoli diversi, tanto che, per fare un esempio, a raccontare di terremoto non c’è rimasto quasi più nessuno, come da progetto iniziale. Mi dispiaccio per i terremotati, che vedono andarsene con Francesco l'ultimo, probabilmente, che ha fatto qualcosa di concreto per loro. Ora rimangono i furbi, i falsi, i farabutti, quelli che, col terremoto, si sono dati un’opportunità di crescita professionale, di visibilità, di autocompiacimento. E forse è meglio così. Un abbraccio a Francesco, un abbraccio sincero e amichevole. Se dovesse cambiare idea, sarò il primo a sostenerlo. Altrimenti ha tutta la mia più completa comprensione. 

Luca Craia 

sabato 20 aprile 2019

Terza lista: ma Forza Italia dov’è? Sparita?


Così è ufficiale. Dopo aver visto il manifesto incollato sull’apposito pannello in via Fermana Nord, proprio sopra i manifesti funebri, non ci sono più dubbi: la terza lista alle elezioni per il Sindaco di Montegranaro ci sarà e il candidato è Demis Ranalli. Resta da sapere il nome degli altri candidati, cosa di cui due o tre Montegranaresi sono curiosissimi, ma già sappiamo tante cose. Sappiamo, per esempio, che non godranno dell’appoggio del plurisindaco Gianni Basso; sappiamo che Ranalli ha messo la faccia in senso figurato ma in senso stretto no, sul manifesto non c’è e molti mi hanno contattato chiedendomi qualcosa del tipo “Ranalli, chi era costui?”. Sappiamo che da BassoQuelloBasso a Ranalli il passo è breve ma il salto di qualità è lunghissimo, roba da spaccarsi le caviglie; sappiamo il nome, l’originalissimo Montegranaro Insieme (come gli sarà venuta un’idea così unica, particolare, inimmaginabile?). A proposito del nome, c’è una cosa che non sappiamo: che fine ha fatto Forza Italia? No, perché la lista pare godesse della santa benedizione di Jessica Marcozzi ma il logo di Forza Italia sul manifesto non c’è. Che succede? Anche la Marcozzi vuole evitare di fare una magra figura? Comunque, per essere una listina con poche pretese, giusto di prendersi un Consigliere Comunale e rompere un po’ l’anima all’antico nemico Gismondi, deve aver un bel budget. Sarebbe interessante sapere chi la finanzia e perché. Lo scopriremo, intanto rilassiamoci per Pasqua.

Luca Craia