Comunicato
integrale
Nel 2014 ho aderito alla lista Mancini cosciente della
sua eterogeneità, sulla base di un programma condiviso e un modus operandi
basato sulla totale condivisione delle scelte. Un metodo che purtroppo è stato
completamente disatteso dalla Giunta.
Sono state diverse le scelte che non ho condiviso e
che mi hanno allontanato dalla maggioranza.
Uno degli esempi più significativi riguarda il
regolamento sull’assegnazione delle case popolari: ho sempre manifestato la mia
intenzione di modificarlo. Una variazione che ho ritardato, nella
consapevolezza che la Regione si stava muovendo in tal senso, e che il
regolamento comunale doveva muoversi tra i paletti della norma regionale.
La giunta Mancini non ha esitato, a mia insaputa, a
deliberare un bando per l’assegnazione delle case popolari. Il regolamento
utilizzato discrimina i cittadini, gli italiani sono esclusi, anche se i loro
genitori o loro stessi per molti anni hanno versato contributi Gescal. Bastava
infatti possedere un piccolo alloggio in qualsiasi parte d’Italia per essere
esclusi, mentre gli stranieri non avevano l’obbligo di dichiarare gli immobili
posseduti nei loro Paesi. La Regione ha modificato il regolamento obbligando a
tutti i partecipanti di dichiarare gli immobili posseduti. Ho portato subito in
Consiglio le modifiche che recepivano la normativa regionale, ma il segretario
del PD di Montegranaro non dava il suo assenso a ciò che il PD regionale aveva
approvato. La Giunta avrebbe dovuto portare alla seduta successiva le
modifiche, ma ancora una volta ha disatteso ciò che aveva accettato e che si
era impegnata a fare.
In materia di politiche sociali, ho trovato assurdo
prevedere dei contributi di sostegno al reddito di modesta entità, con somme
una tantum, che poi in larga parte il Comune tratteneva per compensare debiti
verso l’Ente. Neanche la famigerata Equitalia si sarebbe comportata in modo
così umiliante nei confronti delle fasce più in difficoltà della cittadinanza,
perché aveva quanto meno una progressività con una base intoccabile. Anche in
questo caso, come per il regolamento sulle case popolari, si è perpetrata
l’ingiustizia verso gli italiani, obbligati a dichiarate tutti i possedimenti,
diversamente dagli stranieri.
Durante la legislatura ho spesso sollecitato
l’attuazione degli impegni presi in campagna elettorale, ma a parte i progetti
dei due assessori forti, quindi palazzetto di San Liborio e viale Gramsci, il
resto non interessava. Gli altri dovevano genuflettersi e tacere. In
maggioranza sono stati proposti gli orti sociali, ma la richiesta è caduta nel
vuoto. Abbiamo oltre 50 persone in lista d’attesa per la casa di riposo, ho
sollecitato spesso l’esigenza di affrontare il problema, ma sono rimasto
inascoltato. Si potrebbero ristrutturare alloggi nella parte vecchia della
città da adibire a casafamiglia, per collocarvi persone autonome o
semiautonome, fornendo così collocazione a parte delle persone in lista
d’attesa. Io vivo del mio lavoro e vorrei restituire alla collettività ciò che
ho avuto. Solo stando tra la gente, ascoltandola, si conoscono certe realtà.
Abbiamo molti anziani non autosufficienti tenuti in famiglia tra mille
difficoltà e senza alcun aiuto. Vogliamo dar loro delle risposte?
Per la mia scelta di lasciare la maggioranza uscente
c’è anche chi mi ha definito populista. Credo che populisti lo siamo stati 5
anni fa, effettuando promesse che non abbiamo mantenuto.
Queste sono alcune delle ragioni che mi hanno convinto
di sposare il progetto di Montegranaro tra la gente, affinché possano
concretizzarsi quella condivisione delle scelte e quell’ascolto della
cittadinanza di cui si è avvertita la mancanza negli ultimi 5 anni.
Walter
Antonelli