sabato 24 agosto 2019

Pezzi


C'è quel vetro rotto davanti alla foto del viaggio di nozze che pendeva in cornice dalla parete del corridoio. La foto non di vede quasi più, è coperta di polvere di mattoni sbriciolati. C'è il pupazzetto di Pikachu sul terzo gradino della scala, ma non è più giallo, è tutto grigio. C'è un paio di ciabatte da uomo, di quelle da piscina. Stanno appaiate in ordine davanti al comodino, sul lato sinistro del letto. Ma il letto è coperto dai pezzi del soffitto che c'è cascato sopra. Lo spazzolino da denti rosa è caduto nel lavandino. Insieme a tutta la parete sinistra del bagno. L'armadio pieno di vestitini si è accasciato sul lettino e cadendo ha rotto la lampada a forma di orsetto, quella bianca, quella che aveva portato zia da chi si ricorda quale viaggio. C'è una bolletta della luce ancora da pagare in mezzo ai cocci delle stoviglie buone, sotto la vetrinetta di noce arte povera che sta a pancia in giù, un po' sbieca sul divano dove il cuscino della pennichella pomeridiana ha perso ogni colore.
Era così ordinata questa casa, prima. Profumava di pulito e di letizia. Splendeva di quotidiana serenità. Ora scricchiola, e puzza di paura.

Luca Craia

venerdì 23 agosto 2019

Romolo Corradi vicecomandante della Polizia Municipale di Montegranaro. Complimenti e buon lavoro.

Romolo Corradi, chi non lo conosce a Montegranaro? È una specie di istituzione, vigile urbano nella cittadina ormai da talmente tanti anni che pare sia sempre esistito. Romolo è persona disponibile, seria attenta anche se con un lato umano molto sensibile. Probabilmente anche questo, oltre all’esperienza, ha determinato la sua nomina. Infatti, dal 20 agosto scorso, Romolo Corradi è il nuovo Vicecomandante della Polizia Municipale di Montegranaro, affiancando l’altro vicecomandante, Tiziana Gasparrini, e coadiuvando il Comandante in carica, Gabriella Luconi, facendone funzioni in caso di sua assenza. 
È stata proprio la stessa Comandante Luconi a nominare Corradi in funzione della sua anzianità di servizio ma anche in base alla “ consolidata esperienza e competenza professionale, la capacità di stabilire corrette relazioni con l’utenza, le ampie conoscenze specialistiche in materia di Polizia Locale nonché l’efficienza dimostrata, in relazione alle responsabilità organizzative e gestionali, sempre comprovata nelle specifiche attività connesse alla funzione di grado attualmente ricoperta”. A Romolo Corradi i miei sentiti complimenti e l’augurio di un ottimo e proficuo lavoro per il bene della Comunità, come del resto ha sempre fatto.

Luca Craia

giovedì 22 agosto 2019

DISAGI PER PENDOLARI E TURISTI SULLE CORSE SOSTITUTIVE DELLA TRATTA FERROVIARIA CIVITANOVA – FABRIANO/ALBACINA.

Interrogazione del consigliere regionale Elena Leonardi (Fratelli d'Italia): “Sul servizio non attento risponda l'assessore Angelo Sciapichetti”.

Comunicato integrale

Chiusa dal 1 luglio scorso fino a fine agosto perché sono in corso i lavori di elettrificazione, adeguamento delle gallerie e potenziamento infrastrutturale, non mancano i disagi per pendolari e turisti che si spostano lungo la tratta Civitanova – Fabriano/Albacina. I treni sono stati sostituiti infatti dalle corse dei bus che dovrebbero garantire lo stesso servizio per i pendolari che si spostando con i mezzi pubblici e anche per i turisti che scelgono di utilizzare questi mezzi per visitare il territorio. Ma, invece, è proprio dagli utenti che arrivano segnalazioni di numerose criticità che si manifestano lungo tutto il tragitto. Un'offerta limitata di corse e in orari che non corrispondono alle reali esigenze dei passeggeri, in particolare relativamente ai territori di Matelica, Castelraimondo, San Severino e Tolentino, la mancata segnalazione delle fermate di carico a Matelica e a Mogliano – Corridonia, dove non esiste neanche una pensilina.
“La Regione è responsabile di realizzare il Piano degli investimenti per assicurare la realizzazione del Piano nazionale per il rinnovo di materiale rotabile ferroviario – ha affermato il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, Elena Leonardi – per la quale il Ministero delle infrastrutture e trasporti ha destinato alle Marche 8,288 milioni di euro attraverso una convenzione. Garantire il servizio sostitutivo dovrebbe essere la minima preoccupazione della Regione, soprattutto se si comprende l'importanza del trasporto pubblico anche per incentivare gli spostamenti dei turisti che si trovano temporaneamente sul territorio, soprattutto nei Comuni terremotati, oltre che l'utilizzo del mezzo pubblico in un'ottica di razionalizzazione di costi e di inquinamento”. Per questo il consigliere Leonardi ha chiesto all'assessore competente in materia, Angelo Sciapichetti, di conoscere il corrispettivo che la Regione Marche erogherà dal 1 luglio al 25 agosto (periodo di chiusura della tratta ferroviaria) a fronte dei servizi programmati da Trenitalia mediante autobus sostitutivi peraltro in orari non rispondenti né al pendolarismo locale né al pendolarismo turistico dei cittadini del cratere, il corrispettivo chilometrico erogato alle imprese effettivamente esercenti il servizio sostitutivo in autobus; la procedura seguita da Trenitalia per il subaffidamento dei servizi e quale provvedimento autorizzatorio abbia emesso la Regione Marche quale Ente concedente in virtù del contratto di servizio che intercorre tra la Regione Marche e Trenitalia. 

I bulletti di Torre San Patrizio sono tutti Marocchini. Nascondere il dato non aiuta a risolvere il problema.


Quando si ha un problema e se ne cerca la soluzione, seriamente intenzionati a trovarla, è chiaro che bisogni analizzarne ogni singolo elemento, anche quando questi elementi risultano difficili, scomodi, contrari alle nostre convinzioni o convenienze. Omettendo anche uno solo degli elementi che compongono il problema, il rischio è che il problema stesso non trovi soluzione.
Dico questo dopo aver letto un articolo sulla stampa odierna in cui si torna sull’argomento della cosiddetta “babygang” di Torre San Patrizio. Per chi si fosse perso i fatti, li riepilogo: da tempo, una banda di ragazzini terrorizza i coetanei con taglieggiamenti, ricatti e violenze di vario genere. La cosa è saltata fuori qualche giorno fa quando tre bulletti, assolutamente non nuovi a queste cose, hanno aggredito un tredicenne che, però, è riuscito a chiamare la famiglia, senza però riuscire a mettersi totalmente in salvo, tanto che è dovuto ricorrere al pronto soccorso. L’intervento del padre del ragazzino ha sì bloccato la violenza, ma ha anche rotto una sorta di muro d’omertà, quella cosa vergognosa che troppo spesso fa sì che questi fenomeni crescano. Ora si sa che il problema esiste e si sta cercando di intervenire.
Gli elementi del problema, quindi, sono la violenza tra i minori, l’omertà e il fatto che la banda di ragazzini violenti sia composta interamente da piccoli Magrebini. Intendiamoci: se anziché essere Magrebini fossero stati italiani, il problema avrebbe avuto la stessa valenza, ma l’elemento non è trascurabile perché, purtroppo, episodi simili in altri paesi vedono spessissimo protagonisti Magrebini italianizzati di terza o quarta generazione. Su questo elemento, come sugli altri, bisogna ragionare.
Il politically correct, però, sembra suggerire che questo dato vada omesso, quantomeno nella comunicazione pubblica. Ed ecco qua che, dal giornale, sparisce il fatto che i piccoli bulli siano stranieri. Posso capire che si stia cercando di proteggere le comunità straniere da eventuali fenomeni di xenofobia che, comunque, fino a oggi non hanno mai dato origine a episodi di violenza fisica, ma conseguentemente il fatto diventa anche una vera e propria omissione che certamente non aiuta a conoscere e risolvere il problema. Se, infatti, il fenomeno della violenza tra i giovanissimi spesso vede protagonisti ragazzini inquadrabili in una determinata cultura, è quanto meno probabile che ci sia un problema di integrazione con quella cultura, e su questo occorre lavorare. Omettere il dato non aiuta certo l’integrazione, anzi, rischia di amplificare la percezione del problema e innescare fenomeni di reazione. E, comunque, il giornalista dovrebbe dire la verità, sempre, tutta insieme, non solo quella che è meglio dire.

Luca Craia

mercoledì 21 agosto 2019

Tolto il tappo, arriva un fiume di guai.

È come se qualcuno avesse tolto il tappo a un serbatoio pieno di guai e ora, i guai, escono dal buco con tutta la pressione accumulata. È emblematico che, proprio mentre il Presidente Conte parlava al Senato mettendo fine all’esperienza del suo Governo, i passeggeri della Open Arms sbarcavano mettendo fine alla loro agonia psicologica (che è una novità, prima stavano male fisicamente, poi, vistosi sgamati, il problema è diventato psichico). Nel frattempo, pare stiano arrivando altre navi, il che fa presagire che, il discorso “porti chiusi” si sia tramutato in un lampo il una cosa tipo Porte Aperte alla Renault.
E se, sul lato immigrazione, la prospettiva è di un rovesciamento totale della politica fin qui seguita che, diciamolo, era dettata anche con una certa forza proprio dalla Lega e molto ma molto meno sentita, se non avversata, dai 5 Stelle, sono molti i cambiamenti che possiamo aspettarci in un futuro prossimo venturo, salvo che si vada a votare e vinca la destra. C’è da aspettarsi un rilassamento circa l’ordine pubblico, meno supporti alle Forze dell’Ordine, meno possibilità che queste abbiano maggiori poteri. C’è da aspettarsi un periodo di problemi economici per le famiglie, cosa a cui dovremmo essere abituati ma che non credo andrà a migliorare. C’è da aspettarsi una politica nuovamente prona verso l’Europa burocrate, quell’Europa che avrebbe voluto farci fare la fine della Grecia ma che ora non ne ha più bisogno. Torneremo a essere ben voluti da Bruxelles e a dire signorsì a ogni imposizione, dalla misura minima delle vongole alle norme ammazza-imprese.
Sempre che non si vada a votare. Sempre che, se si va a votare, Salvini non abbia dilapidato, con le ultime follie, l’intero consenso che aveva guadagnato nei mesi precedenti. Perché un governo, tecnico o politico che sia, sostenuto da un’alleanza PD-5 Stelle è qualcosa che fa davvero paura, tra volponi navigati, ingenui matricolati e una generale noncuranza circa gli interessi veri del Paese.

Luca Craia