È come se qualcuno avesse tolto il tappo a un serbatoio
pieno di guai e ora, i guai, escono dal buco con tutta la pressione accumulata.
È emblematico che, proprio mentre il Presidente Conte parlava al Senato
mettendo fine all’esperienza del suo Governo, i passeggeri della Open Arms
sbarcavano mettendo fine alla loro agonia psicologica (che è una novità, prima
stavano male fisicamente, poi, vistosi sgamati, il problema è diventato
psichico). Nel frattempo, pare stiano arrivando altre navi, il che fa presagire
che, il discorso “porti chiusi” si sia tramutato in un lampo il una cosa tipo
Porte Aperte alla Renault.
E se, sul lato immigrazione, la prospettiva è di un
rovesciamento totale della politica fin qui seguita che, diciamolo, era dettata
anche con una certa forza proprio dalla Lega e molto ma molto meno sentita, se
non avversata, dai 5 Stelle, sono molti i cambiamenti che possiamo aspettarci
in un futuro prossimo venturo, salvo che si vada a votare e vinca la destra. C’è
da aspettarsi un rilassamento circa l’ordine pubblico, meno supporti alle Forze
dell’Ordine, meno possibilità che queste abbiano maggiori poteri. C’è da
aspettarsi un periodo di problemi economici per le famiglie, cosa a cui
dovremmo essere abituati ma che non credo andrà a migliorare. C’è da aspettarsi
una politica nuovamente prona verso l’Europa burocrate, quell’Europa che
avrebbe voluto farci fare la fine della Grecia ma che ora non ne ha più
bisogno. Torneremo a essere ben voluti da Bruxelles e a dire signorsì a ogni
imposizione, dalla misura minima delle vongole alle norme ammazza-imprese.
Sempre che non si vada a votare. Sempre che, se si va
a votare, Salvini non abbia dilapidato, con le ultime follie, l’intero consenso
che aveva guadagnato nei mesi precedenti. Perché un governo, tecnico o politico
che sia, sostenuto da un’alleanza PD-5 Stelle è qualcosa che fa davvero paura,
tra volponi navigati, ingenui matricolati e una generale noncuranza circa gli
interessi veri del Paese.
Luca Craia