giovedì 6 dicembre 2018

Crisi: non pensiamo solo alle scarpe.


Se ieri è circolata la notizia che Montegranaro è ancora un’eccellenza, dando l’idea che vada tutto bene, oggi torniamo coi piedi per terra con un bell’articolo di Massimiliano Viti che, sul Corriere Adriatico odierno, fa un quadro davvero fosco della situazione nel comparto calzaturiero. Purtroppo, però, la verità è quella raccontata oggi, una verità che parla di posti di lavoro persi, aziende che chiudono, marchi storici che spariscono. E non è certo cullandoci su dati reali ma poco realistici come quelli pubblicati ieri (vedi l’articolo) che possiamo uscire da questa situazione.
Sempre che ci sia una via d’uscita perché, se la crisi della calzatura ha origini antiche e profonde, va comunque a inserirsi nel contesto della crisi generale e di una politica che va nella direzione opposta a quella in cui dovrebbe andare per trovare una soluzione. Un destino segnato, quindi? Probabilmente sì. L’ipotesi migliore è che le aziende che stanno cercando di superare questo momento orribile riescano a sopravvivere nel mentre la situazione generale trovi strade migliori. L’ipotesi impercorribile è che si possa tornare agli splendori di un tempo.
Montegranaro sta vivendo un momento terribile: disoccupazione, calo demografico, crollo del mercato immobiliare. Tutto lascia pensare a una situazione disperata, anche perché, al momento, non si vede non solo la soluzione, ma neanche qualcuno che la cerchi. Se l’amministrazione comunale fa finta di nulla e si autocompiace con studi tagliati su misura, la Camera di Commercio scompare ingoiata da Ancona e dallo strapotere del PD delle Marche del nord e le altre istituzioni mostrano un encefalogramma piatto.
Certo è che, per uscire da questa situazione, bisogna essere realisti e smettere di pensare solo alle scarpe. Certamente gli imprenditori che ancora sono sul mercato vanno sostenuti in ogni modo, ma la politica non può autoassolversi con misure anche essenziali ma studiate per il solo comparto calzaturiero. Occorre trovare forme di incentivazione per nuove forme di produzione e altre tipologie merceologiche, cosa che, al momento, nessuno sta facendo.
Né che la cosa sia così facile: ci aveva provato Gianni Basso, anni fa, naufragando non tanto nel progetto, che rimane buono, ma nella pessima idea di affidarsi alla Calepio Scavi che, come sappiamo, col suo fallimento ha tenuto bloccato il paese per quasi vent’anni. Occorrono segnali, occorre che, chi si candida ad amministrare il paese per il prossimo quinquennio, abbia già in mente un progetto politico di riconversione industriale, e non continui, come stanno facendo gli attuali amministratori, a concentrare i seppur piccolissimi sforzi tutti sulla ripresa della calzatura che, ahimè, non ci sarà mai più.

Luca Craia

Foto: Meteoweb (http://www.meteoweb.eu/2015/07/medicina-150-anni-fa-le-prime-protesi-un-calzolaio-inglese-aiuto-15mila-pazienti/476088/)

Il ritorno del Zippomat. Ci sarà pericolo?


Dopo aver sfasciato l’ultima macchina e aver mandato all’ospedale il conducente, il pilomat che apre e chiude l’isola pedonale di viale Gramsci, a Montegranaro, era stato tenuto spento (o forse era rotto, come sempre la comunicazione ufficiale di piazza Mazzini omette o abbonda di particolari in base alle necessità momentanee) per un periodo di “accertamenti”. In sostanza sembra che si aspettassero delucidazioni da parte della ditta installatrice su come mai l’infernale apparecchio si alzasse di sua sponte e distruggesse coppe dell’olio come se non ci fosse un domani.
Evidentemente la risposta dell’installatore è stata tranquillizzante per gli amministratori montegranaresi che, già da qualche giorno, hanno rimesso in funzione il nostro amato Zippomat. Verrebbe da dire che, se sono tranquilli Ediana Mancini e combriccola cantante, possiamo star tranquilli pure noi. Ma, visti i precedenti e quel certo pressappochismo che ha sempre contraddistinto le scelte dell’amministrazione montegranarese, io tanto tranquillo non ci sto e, dovendo passare lì sopra, mi preoccupo. Se posso, evito di passarci.
Il punto è che, almeno fino all’ultima macchina massacrata, pare che il nostro Zippomat non sia dotato di alcuno strumento di sicurezza che ne impedisca l’innalzamento qualora la sua traiettoria sia impegnata. Eppure è una misura di sicurezza elementare: per esempio, nei macchinari delle fabbriche, almeno in quelli a norma, misure di questo tipo esistono e sono obbligatorie. Chissà se siano o no obbligatorie anche per questi aggeggi che, come abbiamo avuto modo di constatare, se ci si mettono di buzzo buono qualche danno, anche serio, possono farlo. Mettiamo che, invece di una vettura, nel momento dell’erezione il Zippomat incontri una persona in carrozzina, che succederebbe? Lì non si rompe solo la coppa dell’olio.
Ma, qualsiasi sia l’obbligo di legge, dovrebbe comunque prevalere il buon senso e la famosa diligenza del buon padre di famiglia (che non è una carrozza del west) che, almeno a casa mia, prevedrebbe molta cautela quando uno strumento possa far male alle persone. Speriamo che anche a piazza Mazzini la pensino come me e abbiano fatto in modo che il Zippomat non possa più nuocere. In attesa di rassicurazioni, precauzionalmente, io lì sopra non ci passo.

Luca Craia

mercoledì 5 dicembre 2018

Beverati e la passione per il sabato (e le domeniche deserte)


Pensavo che l’insana passione dell’assessore alla cultura del Comune di Montegranaro, Giacomo Beverati, fosse passata alla prova del fatto che, certe manifestazioni, organizzate di domenica, funzionano molto ma molto ma molto meglio. Dopo aver collocato di sabato, per anni, le sue iniziative, le uniche da lui concepite, visto che, in genere, si affida a quelle degli altri e, al massimo, le promuove anche in modo piuttosto raffazzonato, e aver raccolto risultati mediocri, ultimamente aveva organizzato i suoi amati mercatini di domenica, migliorandone di molto il successo.
La manifestazione primaverile in piazza Mazzini, per esempio, andò piuttosto bene. Ma anche guardando le iniziative altrui, alle quali, se non riesce a farle proprie, in genere il Comune di Montegranaro tende a mettere i bastoni tra le ruote, ci si accorge che, di domenica funzionano. Vedi l’ultima castagnata AVIS, per esempio. Sarà perché, incredibile ma vero, di sabato c’è gente che lavora, o c’è gente che approfitta per fare commissioni, faccende domestiche, lavoretti vari. Mi rendo conto che, per chi col termine “lavoro” non ha grande dimestichezza, comprendere questo concetto basilare non sia agevolissimo, ma il sabato la gente è impegnata, la domenica molto meno. Ecco svelato, quindi, il mistero per cui la domenica le manifestazioni riescono meglio.
Dicevamo, si pensava che fosse guarito, l’assessore, dalla sua passione insana per il sabato e, invece, assistiamo a una preoccupante ricaduta: i mercatini di Natale li organizza, udite udite, proprio sabato 15 dicembre. Voi direte: ci sarà un’altra manifestazione la domenica. Invece no, domenica c’è un concerto di musica classica, ma la piazza è libera e si poteva approfittare per ravvivare un pochino il centro che, di domenica, è un mortorio da prefiche silenti. Invece no, i mercatini, Beverati, li fa di sabato, perché a lui gli piace così. Che c’avrà da fare la domenica l’assessore rimane un bel mistero.

Luca Craia