Dopo aver sfasciato l’ultima macchina e aver mandato all’ospedale
il conducente, il pilomat che apre e chiude l’isola pedonale di viale Gramsci,
a Montegranaro, era stato tenuto spento (o forse era rotto, come sempre la
comunicazione ufficiale di piazza Mazzini omette o abbonda di particolari in
base alle necessità momentanee) per un periodo di “accertamenti”. In sostanza
sembra che si aspettassero delucidazioni da parte della ditta installatrice su
come mai l’infernale apparecchio si alzasse di sua sponte e distruggesse coppe
dell’olio come se non ci fosse un domani.
Evidentemente la risposta dell’installatore è stata
tranquillizzante per gli amministratori montegranaresi che, già da qualche
giorno, hanno rimesso in funzione il nostro amato Zippomat. Verrebbe da dire
che, se sono tranquilli Ediana Mancini e combriccola cantante, possiamo star
tranquilli pure noi. Ma, visti i precedenti e quel certo pressappochismo che ha
sempre contraddistinto le scelte dell’amministrazione montegranarese, io tanto
tranquillo non ci sto e, dovendo passare lì sopra, mi preoccupo. Se posso,
evito di passarci.
Il punto è che, almeno fino all’ultima macchina massacrata,
pare che il nostro Zippomat non sia dotato di alcuno strumento di sicurezza che
ne impedisca l’innalzamento qualora la sua traiettoria sia impegnata. Eppure è
una misura di sicurezza elementare: per esempio, nei macchinari delle
fabbriche, almeno in quelli a norma, misure di questo tipo esistono e sono
obbligatorie. Chissà se siano o no obbligatorie anche per questi aggeggi che, come
abbiamo avuto modo di constatare, se ci si mettono di buzzo buono qualche
danno, anche serio, possono farlo. Mettiamo che, invece di una vettura, nel
momento dell’erezione il Zippomat incontri una persona in carrozzina, che
succederebbe? Lì non si rompe solo la coppa dell’olio.
Ma, qualsiasi sia l’obbligo di legge, dovrebbe comunque prevalere
il buon senso e la famosa diligenza del buon padre di famiglia (che non è una
carrozza del west) che, almeno a casa mia, prevedrebbe molta cautela quando uno
strumento possa far male alle persone. Speriamo che anche a piazza Mazzini la
pensino come me e abbiano fatto in modo che il Zippomat non possa più nuocere.
In attesa di rassicurazioni, precauzionalmente, io lì sopra non ci passo.
Luca Craia