domenica 13 marzo 2016

Centro storico: cambiamo marcia?



Il centro storico di Montegranaro versa in condizioni disastrose e di questo penso siamo tutti convinti. Così come credo che dovremmo tutti essere convinti che occorra un intervento urgente quanto radicale che possa invertire il processo di degrado che lo sta uccidendo. Dal mio punto di vista è da tempo che manifesto profonda preoccupazione per la mancanza di un progetto concreto su come intervenire, progetto che viene sostituito con iniziative spot e di poca sostanza che procrastinano la soluzione aggravando ulteriormente la situazione.
A occuparci del problema siamo diversi soggetti ma, principalmente, io personalmente, l’associazione da me fondata e alla quale appartengo, Arkeo, e Città Vecchia, anch’essa da me fondata proprio per trovare soluzione per il centro storico e dalla quale fui costretto a uscire per ragioni che, oggi, non è più interessante approfondire. E il punto è questo: occorre lasciare indietro il passato. È ora, è importante, è fondamentale.
Per costruire un progetto per il centro storico occorre una forte sinergia. Occorre trovarla, dimenticando il passato, tralasciando le recriminazioni e facendo finire le infinite faide intellettuali e non che si susseguono ormai da troppi anni, i cui danni, purtroppo, li paga la causa del centro storico.  Occorre mettersi intorno un tavolo per parlare, progettare e costruire. E a questo tavolo devono sedersi principalmente quelli che amano il nostro paese e la sua storia, quelli che sono gli attori principali delle iniziative a favore del centro storico: noi e Città Vecchia.
Lo faccio pubblicamente, questo invito a seppellire l’ascia di guerra. Lo faccio pubblicamente perché conosco i meccanismi e so quante siano le voci, le anime, i pensieri che possano concorrere a una decisione che vada verso una distensione e un clima più costruttivo. Va fatto, perché non si può più aspettare, perché la politica non capisce e non vuole capire il problema e solo con l’unità di pensiero e azione si può invertire questa marcia precipitosa verso lo sfascio.
Non dobbiamo rinunciare a nulla: ognuno mantenga la propria identità e le proprie prerogative. Ma parliamoci, perché sono convinto che, dato che tutti vogliamo la stessa cosa, è possibile rendere organica l’azione, ognuno portando avanti la sua. Poi, una volta concretizzato un progetto comune, portiamolo a chi possa attualizzarlo. Ma, soprattutto, smettiamo le guerre, le vendette, l’ascolto di voci e fiati che soffiano su un fuoco che è ora che si spenga. Va fatto per Montegranaro, non si può più aspettare.

Luca Craia

Il Sindaco Mancini al pranzo delle Associazioni



La faccio breve perché, per una volta, forse, non devo fare polemica, anzi. Stavolta, invece, ho apprezzato il mio Sindaco perché stavolta si è comportata come dovrebbe comportarsi il mio Sindaco, nel senso del Sindaco di tutti, di me compreso che, come si sa, sono sempre stato e probabilmente sempre sarò estremamente critico nei suoi confronti come, del resto, lo fui per il suo predecessore. Stavolta Edi Mancini si è comportata con grande compostezza ed equilibrio, partecipando a un convivio al quale io, fossi stato nei suo panni, avrei fatto fatica a essere presente.
C’erano stati episodi molto brutti di cui il Sindaco era stata protagonista. Li ricordiamo tutti, credo, prima, durante e dopo il Presepe Vivente. Non serve rivangarli, ma occorre tenerli a mente perché oggi, in relazione a essi, la partecipazione della Mancini al pranzo delle Associazioni era difficoltosa e, datosi che anche lei è un essere umano, mi sento di apprezzare lo sforzo che deve aver fatto. C’è stata, ha parlato in modo disteso e, se vogliamo costruttivo, ha manifestato delle aperture anche importanti che abbiamo ascoltato in 450 e se ne è andata per impegni familiari che possiamo perfettamente comprendere. Ma c’era, per cui, bene così.
Spero che questa possa essere la base di un rapporto diverso con chi non è allineato. Spero che questo sia l’atteggiamento futuro dell’amministrazione comunale verso chi non ne condivide le linee, anche momentaneamente. Ci si può scontrare ma si deve rimanere costruttivi. Finora non è stato così. Chissà se il futuro possa essere diverso.

Luca Craia

sabato 12 marzo 2016

Il Comune non si fila 267 montegranaresi



Democrazia e partecipazione. Ma soprattutto rispetto, questo ci si aspetterebbe dai propri amministratori, tralasciando le promesse fatte in campagna elettorale. Solo rispetto per i propri amministrati. Invece ben 267 Montegranaresi che hanno firmato una petizione e l’hanno protocollata esattamente un mese fa ancora non sono stati ritenuti degni di risposta. Che poi la risposta potesse essere anche un diniego sta nelle cose, ma almeno rispondere. Il rispetto per il cittadino dovrebbe prevedere che, quando fa una domanda, possa ottenere un riscontro. Quando poi i cittadini che chiedono sono tanti, a maggior ragione si dovrebbe tenere presente la loro istanza e, anche rigettandola, spiegarne le motivazioni. Invece no, da noi scorre il tempo e non se ne trova per rispondere. Sono 267 gufi che vanno cercando rogna e quindi non sono degni dell’attenzione degli amministratori o si è troppo affaccendati in altre cose? Comunque sia, al di là dei contenuti della petizione stessa, mi pare che siamo di fronte all’ennesima mancanza di rispetto verso il cittadino, sempre più suddito e sempre meno partecipe.

Luca Craia