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sabato 7 maggio 2016

Danni da rete idrica. Perché paga il Comune?



È di qualche giorno fa la notizia che il Comune avrebbe pagato la bellezza di 12.000 euro per un danno arrecato a un privato a causa di un problema alla rete idrica. Il danno era dovuto a una rottura di una tubazione che aveva creato un’autentica voragine in prossimità di un fabbricato. Secondo il giornale, l’amministrazione comunale montegranarese sarebbe stata abile nel limitare i danni perché la richiesta avanzata dal danneggiato era ben superiore, addirittura di 25.000 euro.
Ragionandoci su mi sono venuti un paio di dubbi e li viglio condividere con chi ha la pazienza di leggere. Prima di tutto mi pare strano che il Comune sia chiamato a risarcire un danno attribuibile a problemi sulla rete idrica in quanto, per lo meno da quel che so, la rete idrica non sarebbe di competenza del Comune ma della Tennacola che, se non ricordo male, avrebbe competenza sia sulla fornitura di acqua potabile che sulle acque reflue. Per cui mi chiedo come mai debba pagare il Comune.
Altra domanda: il Comune non è assicurato per la sua responsabilità civile verso terzi? Perché se fosse assicurato dovrebbe intervenire la polizza. Come mai, invece, si paga di cassa? Così come, del resto, sono stati pagati diversi sinistri di minore entità e sempre pronto cassa. Quindi si potrebbe supporre che non esista una copertura assicurativa. Ma con questi esborsi forse sarebbe il caso di stipularne una. O no?


Luca Craia

giovedì 8 ottobre 2015

Tennacola diventa elettrica?



La Tennacola SPA, società che fornisce acqua potabile a ben ventisette comuni del Fermano e di cui questi comuni sono soci, sta conducendo un’indagine esplorativa per vedere se ci sono soggetti interessati ad ottenere la concessione degli impianti di acquedotto da essa gestiti e utilizzarli per la produzione di energia elettrica tramite la costruzione di due centrali. Gli impianti di produzione dovranno essere costruiti a spese dell’utilizzatore e saranno di sua proprietà, ma l’acqua utilizzata sarà quella della Tennacola, proveniente dai serbatoi denominati Calzecchi di Porto Sant’Elpidio e Santa Lucia di Sant’Elpidio a Mare.
Questo, a mio modesto parere, qualche preoccupazione dovrebbe generarla, in quanto si parla di acqua potabile. Credo quindi che i comuni soci della Tennacola SPA dovrebbero informarsi e informare i propri amministrati circa l’uso dell’acqua che verrà utilizzata per la produzione di energia. In particolare, credo che i cittadini interessati dal progetto dovrebbero essere rassicurati circa la potabilità dell’acqua e sul fatto che quella utilizzata nelle centrali non venga poi reimmessa in rete per il consumo domestico o, in caso contrario, su quali misure verranno prese per garantire la potabilità della stessa. Attendiamo fiduciosi.

Luca Craia