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venerdì 15 luglio 2016

La fine della centrale di Campiglione e la caduta dell’alibi di Perugini e Cesetti



L’hanno detto in maniera anche non troppo velata, i due tiratori delle fila dei giochetti politici della provincia fermana, l’attuale Presidente Perugini e l’ex Presidente (che ancora un po’ lo è) Cesetti: uno dei motivi più strategici per volere l’ospedale nuovo a Campiglione era l’incompatibilità con la presenza della centrale a biomasse. Ergo, sbrighiamoci, corri corri, facciamo partire prima i lavori dell’ospedale così prendiamo due piccioni con una fava: blocchiamo questa cosa che grida vendetta agli occhi di Dio e apriamo un megacantiere bacino di voti e chissà cos’altro.
Ora la notizia della fine di ogni progetto per la centrale è una doccia fredda per la nostra coppia di assi. Fa cadere l’alibi primo, quello più ghiotto. Perché, in realtà, la gente non è poi così contenta di vedere buttati via milioni di euro su un nuovo ammasso di calcestruzzo che, se le teste rimangono queste (e rimangono queste), non risolverà il minimo problema della sanità locale, mentre strutture seminuove e potenzialmente funzionali (vedi l’ospedale di Montegranaro) rimangono a marcire.  Ma l’idea che questo potesse scongiurare la nascita della fabbrica dei veleni era accattivante e giustificava anche lo sperpero. Ma adesso la fabbrica dei veleni non si fa più. E lo sperpero?

Luca Craia

mercoledì 13 luglio 2016

Impianto di Monte San Giusto. Preavviso di diniego e sconfitta politica.


Partecipata assemblea del Comitato

Per chi si fosse perso gli ultimi sviluppi della vicenda della centrale di smaltimento per rifiuti speciali di cui il Comune di Monte San Giusto aveva autorizzato la realizzazione sul proprio territorio, faccio il punto della situazione. La Conferenza dei Servizi della Provincia di Macerata, nella seduta del 27 maggio scorso, ha esaminato sia il ricorso del Comitato Spontaneo per la tutela e la salvaguardia del territorio di Monte San Giusto sia i pareri dei tecnici e degli altri enti coinvolti, emettendo di conseguenza un preavviso di diniego dell’autorizzazione. Il preavviso di diniego, di per sé, non vuol dire diniego, ma è un atto dovuto in quanto la Soprintendenza ha dato essa stessa parere negativo e questo graverà molto sulla risposta definitiva che, comunque, ancora non c’è stata ma che sembra scontatamente negativa.
Al di là dei tecnicismi, comunque, il dato è molto netto e parla di una grande vittoria della democrazia partecipata. La cittadinanza di Monte San Giusto ha fatto fronte comune (eccetto le solite tifoserie che l’amministrazione comunale sangiustese, molto simile a quella montegranarese anche per questo, possiede e sfoggia) e ha dimostrato che non è possibile gestire la cosa pubblica come fosse una cosa propria, prendendo decisioni che coinvolgono la vita e la salute dei cittadini infischiandosene del loro parere.
Ne esce a pezzi l’amministrazione Gentili, perché ha gestito la faccenda nel peggiore dei modi, più o meno come è stata gestita la questione antenna Vodafone a Montegranaro. Ancora una volta un’amministrazione che proclamava come obiettivo primario la partecipazione e la trasparenza ha dimostrato nei fatti il contrario, cercando di far passare alla chetichella un provvedimento che avrebbe potuto danneggiare la salute e la qualità della vita dei cittadini amministrati. I cittadini, dal canto loro, hanno dimostrato che queste manovre non danno quasi mai frutto.
Consentitemi: sono stati più bravi i Sangiustesi dei Montegranaresi. Da noi la faccenda è stata risolta in aula dall’opposizione perché la gente non si è interessata. A Monte San Giusto la musica è diversa.

Luca Craia

martedì 17 maggio 2016

La popolazione di Monte San Giusto si mobilita per la propria salute. Noi?



Pubblico alcune foto che testimoniano come a Monte San Giusto stanno affrontando il problema della volontà dell’Amministrazione Comunale di concedere i permessi per la costruzione di un impianto di smaltimento di scarti edili. Si tratta di una struttura potenzialmente molto pericolosa per la salute. A Monte San Giusta la cittadinanza si è mobilitata e, nel giro di pochi giorni, ha organizzato diverse manifestazioni mettendo in seria difficoltà l’Amministrazione Comunale che ora deve cercare di rimediare.
Da noi che si fa?

Luca Craia