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lunedì 11 luglio 2016

Favolare aiuta l’Abbraccio e tutti insieme aiutano la vita. Spettacolo a Porto San Giorgio.



Ricevo e pubblico volentieri.

Domenica 17 luglio alle 21,15 a Porto San Giorgio, presso il Cortile Bazzani, l’Associazione di Volontariato FAVOLARE in collaborazione con l’AVIS di Porto San Giorgio e il patrocinio del Comune di Porto San Giorgio presenta il musical ACCENDIAMO LA LAMPADA spettacolo liberamente tratto dall’omonima commedia scritta da Pietro Garinei.
Oggi questo musical dai colori orientali rivive nell’appassionata interpretazione di un gruppo di volontari, che hanno curato l’arrangiamento musicale, la realizzazione dei costumi e delle scenografie. Sulla scena si alternano circa 80 persone, bambini, giovani, adulti che si sono messi in gioco nel tentativo di comunicare attraverso la recitazione, la danza e il canto il messaggio e il senso della reciprocità e del sorriso.
L’intero incasso verrà devoluto alla nostra Associazione.
Cogliamo perciò questa meravigliosa occasione per ringraziare, per esserci, e per trascorrere una piacevolissima serata insieme all’insegna del divertimento e della solidarietà.
Nella vita come nello spettacolo, la lampada magica che realizza i sogni non esiste: la lampada è dentro ognuno di noi…” all’improvviso se un sorriso gli occhi ti spalancherà, la notte se ne andrà!”
VI ASPETTIAMO!!!!!!!!!!

L'Abbraccio onlus pro Hospice Montegranaro

venerdì 27 novembre 2015

Una storia del La Perla



Oggi vi voglio raccontare una storia che vale la pena, secondo me, di essere raccontata e ricordata non soltanto per la storia in sé ma per l’esempio che contiene e il riferimento che, sempre secondo me, dovremmo guardare per riportare la vita cittadina a una convivenza più civile, mentre il suo imbarbarimento continua inesorabile partendo proprio dai vertici della stessa. Vi voglio raccontare della seconda vita del cine-teatro La Perla di Montegranaro e di una stagione di collaborazione civile che non si è più ripetuta.
Il cine-teatro montegranarese nasce per volere del Senatore Giovanni Conti nel 1948, finanziato da una cordata di imprenditori locali. Vive alterne vicende fino al 1977 anno in cui, causa probabilmente una gestione non troppo oculata, chiude i battenti. A quel punto Montegranaro rimane senza teatro mentre l’unico cinema è quello parrocchiale, voluto da don Peppe Trastulli e collocato nel teatrino della Pievania. È proprio don Peppe che convoca un gruppo di persone di buona volontà e suggerisce di creare un comitato cittadino che gestisca il La Perla.
Un gruppo di persone di buona volontà, dicevo. Persone culturalmente diverse, politicamente lontane che, di fronte a un obiettivo utile per la comunità cittadina, si rimboccano le maniche e si danno da fare senza sventolare bandiere, senza alzare barricate, senza nessuno che smani per prendersi medaglie. Ricordo i nomi dei più attivi: Giulio Luberti, Giordano Gismondi, Mario Bisacci, Peppe “de Boccio”, Alfredo Lucentini. Tra loro c’era anche mio padre, Cesare Craia.
Riaprirono il cinema che cominciò a funzionare tutti i fine settimana a partire dal venerdì sera. Portarono a Montegranaro le “seconde visioni”, nel senso che i film arrivavano da noi subito dopo essere passati nelle città principali come Civitanova, Fermo e Macerata. Ma avevamo un cinema che funzionava ed era sempre pieno. Il teatro non era da meno: il La Perla era sede stabile per il Gruppo Teatrale Montegranarese di Giulio De Rosa, ma ospitava spesso lavori di compagnie locali e nazionali. Era anche sede di incontri, conferenze e dibattiti. A volte diventava anche sala per feste, smontando le poltroncine.
Il Comitato lavorava duramente. Tutti i membri prestavano servizio in sala facendo chi la maschera, chi i biglietti, chi servizio d’ordine. C’erano anche tanti giovani a lavorare volontariamente perché il cine-teatro funzionasse. Ricordo Tonino Pacetti, Ottorino Brinchi Giusti e un giovane don Umberto non ancora don. C’ero anche io, piccolo, a fare quello che potevo. La gente apprezzava e, come dicevo, il La Perla era sempre pieno.
Poi vennero le regole, gli adempimenti, diventò tutto più complicato. I volontari dovevano essere assicurati e questo comportava costi che il Comitato non poteva sostenere. Inoltre la sala andava messa a norma. I bilanci della gestione erano già spesso in perdita e sopperivano i soci di loro tasca. La situazione diventò presto insostenibile e, nel 1986, il Comitato si arrese e il cinema chiuse i battenti, attendendo di riaprirli una decina di anni dopo.
Fu un’esperienza unica e, forse, ahimè, irripetibile. Un gruppo di uomini dediti alla comunità, con grande spirito di servizio, uniti dalla voglia di fare bene. Non era tutto così amorevole: ricordo bene alcune riunioni a cui ho assistito e non si andava affatto per il sottile. Si discuteva, litigava, si urlava, ma non si perdevano mai di vista l’obiettivo e il rispetto reciproco. Questi uomini erano amici ma, soprattutto, erano innamorati di Montegranaro e questo precedeva tutto il resto.
Ho raccontato questa piccola storia per evidenziare come oggi stiamo perdendo di vista quello che conta davvero. La nostra comunità, per certi versi, non è stata mai così disgregata. C’è una cattiveria urlata, una voglia di rompere, una mancanza di rispetto per le persone che non si è mai vista. Non si litiga sulle questioni ma sulle persone e questo fa molto male al paese. Questo parte dalla politica ma raggiunge tutta la società montegranarese. Dobbiamo fermare questo processo finchè siamo in tempo, se siamo in tempo.
Un buon tentativo, che fino a ora sta riuscendo, è costituito dal Presepe Vivente, dove lo spirito somiglia molto a quello che ho appena raccontato. Cerchiamo di mantenerlo vivo e respingiamo i tentativi di distruggere anche questo.

Luca Craia

lunedì 23 novembre 2015

Sì ma… il cinema?



Riaperto finalmente il nostro amato teatro con una manifestazione di pregio elevato (ma si poteva inaugurare il giorno prima e gratis, per dare un segnale che il teatro è davvero di tutti) rimane appesa la questione cinema. Ubaldi parla, ottimisticamente, di ricominciare le proiezioni nono prima del 2016, se tutto va bene dopo l’estate. Dico ottimisticamente perché comprare il macchinario per la proiezione digitale non è economicissimo e, purtroppo, si è persa l’occasione di usufruire dei fondi europei.
Il punto è proprio questo: perché si è persa questa occasione? Perché ora dobbiamo spendere soldi, necessari, per carità, che potevano però essere risparmiati semplicemente organizzandosi per tempo? La risposta non può essere quella sostenuta dal vicesindaco, ossia che col teatro chiuso non si poteva concorrere, perché si sapeva benissimo che il teatro avrebbe riaperto al massino entro fine anno (addirittura, si ricorderà, si suppose la sua apertura per aprile, con lo spettacolo di Ascanio Celestini, cosa che poi non fu più possibile). Quindi perché, nel frattempo, non si è stipulato l’accordo col gestore in modo di poter presentare la domanda per i fondi in questione?
Credo che la questione sia importante. Infatti non è solo per dover passare un altro anno senza cinema, è anche il dover spendere ulteriori soldi che potevano essere risparmiati. E un cinema chiuso non è cosa di poco conto. Il cinema, in un piccolo centro come il nostro, svolge un’importante funzione sociale. Aggrega, fornisce cultura, sostiene la gioventù. Montegranaro dovrà fare a meno di tutto questo per un altro anno.

Luca Craia