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mercoledì 25 gennaio 2017

I ladri di merendine e l’utilità della videosorveglianza



La videosorveglianza serve a poco se non c’è un operatore in tempo reale a controllarla. E a Montegranaro non c’è. La videosorveglianza serve a poco se, una volta identificato il delinquente, questo rimane a piede libero. Questo accade nella stragrande maggioranza dei casi. Non dico che la videosorveglianza non serva, dico che serve a poco se non ci sono azioni e politiche concomitanti e di supporto, e queste non ci sono.
La dimostrazione l’abbiamo avuta oggi, con la notizia dell’ennesimo furto del “ladro di merendine”, per citare Camilleri, in Comune. Questa banda di piccoli delinquenti, probabilmente minori, colpisce ormai da tempo e sempre con le stesse modalità. Attacca edifici pubblici, entra rompendo qualche infisso debole, svaligia la macchinetta delle merendine e racimola gli spiccioletti che trova in giro lasciando tutto sottosopra.
L’ultimo colpo prima di quello al Municipio lo hanno compiuto poche settimane fa alle scuole elementari rosse. Stesso modus operandi, sono molto probabilmente sempre loro. Solo che, alle scuole elementari, ci sono diverse telecamere a monitorare il perimetro dell’edificio. Come mai questi delinquentelli sono ancora a piede libero? Come mai ancora possono compiere i loro misfatti? La domanda, ovviamente, è puramente retorica.
                                      
Luca Craia

venerdì 20 gennaio 2017

Scuola a rischio sismico ma riapre in pieno terremoto.



Oggi, dopo la neve e dopo la chiusura dovuta alle ennesime verifiche sugli stabili a causa dell’ennesimo terremoto in pochi mesi, a Montegranaro si torna a scuola. Ci si torna tutti tranquilli, come se niente fosse accaduto e come se niente dovesse accadere. Eppure le scosse di due giorni fa hanno fatto paura. Eppure le faglie sono aperte ed è dallo scorso agosto che la terra trema incessantemente. Eppure la magnitudo elevata dell’ultimo evento dovrebbe far riflettere sul fatto che non siamo al sicuro.
Oggi sul Corriere Adriatico, Tondi, il noto e stimato geologo e sismologo di Camerino e Sindaco di Camporotondo, che ha fatto un’analisi fin qui precisissima di quanto sta accadendo nella nostra area geografica, spiega in maniera chiara ma scientificamente dettagliata quali rischi si corrono. Il succo del discorso di Tondi è che siamo in piena crisi simica, una crisi che, a quanto pare, si ripete con una ciclicità di circa 350 anni, per cui si può anche guardare indietro nella storia per capire cosa potrebbe aspettarci. E quello che ci aspetta non è un periodo in cui si possa abbassare la guardia, perché le faglie sono attive e è possibile anche il verificarsi di nuovi eventi con magnitudo superiore a 6.
Torniamo a Montegranaro: come ben sappiamo, la scuola di Santa Maria ha un indice di vulnerabilità sismica di 0.35 su un indice ideale di 1. È estremamente basso ma a noi sta bene così: l’abbiamo riaperta a ottobre e la riapriamo ora. Il rischio è elevatissimo, accadesse quello che paventa Tondi le conseguenze sono ben immaginabili. Lo sanno in piazza Mazzini, hanno uno studio dettagliato dell’ingegner Renzi di cui tanto si è parlato. Hanno un progetto di miglioramento che eleverebbe l’indice da 0.35 a 0.7.  Ma si torna a scuola, in piena crisi sismica, con un indice di 0.35.
E i Montegranaresi? Tutti zitti, tranquilli. A Fermo, i genitori dei ragazzi del Liceo Classico hanno espresso grande preoccupazione anche in maniera forte perché la scuola ha un indice di vulnerabilità sismica di 0,7, quello a cui noi porteremmo la scuola di Santa Maria dopo un intervento di miglioramento, già progettato e finanziato, che costerà 580.000 Euro. Spenderemmo 580.000 Euro per una scuola che non sarà mai sicura, una scuola che, in altre realtà, i cittadini non accetterebbero.
Io credo che a Montegranaro il sistema scolastico vada ripensato nel suo insieme. Guardiamo Rapagnano: hanno investito in un polo scolastico moderno, funzionale e sicuro. Da noi buttiamo via più di mezzo milione di Euro per avere una scuola scarsamente sicura. Come del resto tutte le altre. Credo che l’assurdità del ragionamento sia evidente. Cosa fare? Intanto portare via i bambini da Santa Maria immediatamente e trasferirli negli altri plessi che, quanto meno, sono più sicuri. Poi bisognerebbe ripensare il tutto, abbandonare il progetto di miglioramento sismico in atto e riformularne uno, magari guardando a un polo unico come quello di Rapagnano. Non è assurdo, i fondi si trovano ma ci vuole coraggio e volontà, doti che sembrano mancare ai nostri amministratori. Ma, per prima cosa, portiamo al sicuro i ragazzi.
                                      
Luca Craia

lunedì 9 gennaio 2017

La Befana dell’Avis scende a scuola




La tradizionale discesa dall’alto della Befana dell’Avis, che ogni anno allietava i bambini di Montegranaro, come sappiamo è stata annullata causa le condizioni meteorologiche particolarmente rigide. Ma per i bambini delle scuole montegranaresi la befana è arrivata lo stesso. Stamattina, infatti, alcune collaboratrici dell’Avis hanno visitato, in vesti di befane, la scuola materna e la scuola elementare di tutti i plessi per portare doni ai bambini che sono stati piacevolmente sopresi e divertiti. Ancora una bella prova per la benemerita associazione montegranarese guidata da Dino Pesci che si mostra sempre presente e disponibile per il territorio di Montegranaro.

Luca Craia