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domenica 12 aprile 2015

Il parco fluviale che torna alla natura

Ieri un lettore dell’Ape mi segnalava su Facebook che il laghetto del Chienti anche noto come “Parco Fluviale”, luogo dove, gli scorsi anni, i Montegranaresi erano usi a ritrovarsi nelle giornate della bella stagione, presenta attualmente qualche problema. Ecco il testo della segnalazione: “Ciao oggi pomeriggio visto il clima gradevole ho deciso di andare a fare 4 passi al lago del Torrione visto che negli anni passati era diventata ormai prassi comune. Ma con grande stupore o appurato che è stato chiuso con reti e lucchetti ai cancelli. Ovviamente chiuso all'italiana, perche passando da un sentiero verso il fiume si entra senza scavalcare nulla. Ovviamente all'interno l'abbandono sta prendendo il sopravvento visto che le erbacce arrivano al ginocchio. Il tutto credo si debba alla nuova giunta comunale dato che negli anni passati la manutenzione era continua e il luogo era frequentato da tanti, famiglie, ragazzi e pescatori”.
Così stamattina sono andato a verificare di persona e quello che ho visto non mi è parso così drammatico: il luogo è bellissimo, con i riflessi del paesaggio nell’acqua che sono davvero magici. Però è chiuso e non fruibile, anche se, come dice il nostro lettore, facendo un giro intorno al rudere di un capanno, si riesce a entrare senza problemi. All’interno non troviamo una situazione di degrado ma soltanto la natura che si riprende quel che è suo, una volta che l’uomo ha smesso di occuparsene.
Ho anche trovato una cinquantina di persone dedite a fare un picnic, gente probabilmente entrata come sono entrato io. Del resto è chiuso ma non ci sono divieti, per cui, se si trova un modo per passare senza scavalcare nulla non si fa nulla di male.
È un peccato che ancora non si sia provveduto a rendere il luogo fruibile: la bella stagione sta cominciando (oggi ci sono 20°) e la gente comincia a recarsi dove è abituata ad andare e questo posto è sempre stato meta di passeggiate e giornate all’aria aperta. Auguriamoci, quindi, che il Comune provveda quanto prima a tagliare l’erba e a riaprire i cancelli, restituendo questo posto magnifico ai cittadini.

Luca Craia

sabato 19 aprile 2014

Le lengueloghe e la festa del 1 maggio



Nel paesello (questo siamo, nel senso dispregiativo del termine) dove domina la chiacchieretta da bar, dove si fa politica con le maldicenze e campagna elettorale con falsità e ipocrisie, si supera ogni giorno il limite della decenza. Questa volta lo si fa con la fandonia del laghetto inutilizzabile per una fantomatica decisione del Commissario Prefettizio che, per quanto si affanni oggi a smentire sulla stampa, rimarrà sempre con il capro espiatorio di tutte le dicerie strumentali alla politica cittadina.
Si vuole far credere che Montegranaro, senza sindaco, sia una città bloccata, dove non si può più nemmeno fare la festa del 1 maggio. Si vuole far credere che, ad esempio l’anno scorso, sia stato proprio il sindaco a far sì che la festa si facesse, mentre il suo ruolo è stato del tutto marginale se non nullo. Si vuole far credere, e da molto tempo, che senza chi si assuma la responsabilità a Montegranaro non si può organizzare niente e che il Commissario queste responsabilità non vuole prendersele. Giustamente.
Prendersi la responsabilità di mandare al cinema qualche centinaio di persone con la sala non a norma non è fare un atto di generosità ma di irresponsabilità, così come mandare dei tifosi alla partita al vecchio palazzetto che, pare, è privo dei certificati antincendio. Fa bene il commissario a limitare i posti, ha fatto sempre male quel sindaco che, sapendo delle inadempienze, invece di rimediare derogava.
Inventarsi queste storielle in campagna elettorale è meschino, è da menti povere irrispettose delle menti degli elettori, e scandaloso. Lo è anche perché si sa che non c’è smentita che tenga, che quando un concetto si radica nella gente non c’è articolo di giornale che lo possa cancellare. Alcuni montegranaresi lo sanno bene, siamo il paese delle lenguelonge. È vergognoso ma è così.

Luca Craia