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martedì 12 aprile 2016

Antenna: non si canta vittoria col 16 giugno vicino




Si è tenuto regolarmente l’incontro, in Comune, tra i vertici politici montegranaresi e la Vodafone, per cercare di trovare una soluzione che possa salvare la capra della Vodafone e i cavoli del Comune ma, soprattutto, che possa salvaguardare la salute dei cittadini minacciata dall’installazione della nuova antenna telefonica di San Liborio. C’erano tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale (i Cinquestelle erano rappresentati da Endrio Pavoni in quanto il Consigliere Carlo Pirro aveva un impegno di lavoro improrogabile) mentre mancava il rappresentate del Comitato che, ancora una volta, testimonia la sua assenza dalla questione.
Come è andata? Se da una parte l’Amministrazione Comune, tramite il solito dispaccio dell’Istituto Luce de Noatri, dimostra soddisfazione, dall’altra le notizie non sono così esaltanti. In sostanza è accaduto questo: la Vodafone si è dimostrata comprensiva del problema ma si è detta non propensa a percorrere la strada proposta di riallacciare la trattativa col privato che possiede l’appezzamento dove sorge la vecchia antenna, quella che dovrà essere smantellata entro il 16 giugno. A tal proposito il privato in questione era stato convocato e attendeva nell’anticamera ma i rappresentanti della compagnia telefonica non lo hanno voluto incontrare, innescando un piccolo incidente “diplomatico”.
Quindi la proposta della Vodafone è questa: si andranno a valutare, in linea di massima, delle aree alternative al sito dove sta sorgendo l’antenna e si forniranno i dati da ciò risultanti al Comune che, dal canto suo, dovrà ricercare dei terreni consoni con le esigenze della compagnia per proporli al posto del terreno attuale. Non è chiaro se, in queste alternative, possa figurare anche il terreno “Venanzi” col quale, come abbiamo detto, la Vodafone sembra non voler tornare a trattare dopo aver perso il contenzioso legale.
Se da un lato questo può essere inteso positivamente, dall’altro sembra un modo per guadagnare tempo prezioso. Il 15 giugno è il termine entro il quale la Vodafone dovrà lasciare il vecchio sito e, per quella data, dovrà avere un’alternativa funzionante, pena una riduzione sostanziale del servizio telefonico. Questo potrebbe comportare azioni forzose che vadano a obbligare la messa in funzione dell’impianto in costruzione, primo perché, a livello nazionale, sembra che l’interesse nelle comunicazioni prevarichi quelli locali e particolari, e secondo perché, in caso di contenzioso col Comune, con una sospensione del servizio i danni diventerebbero incalcolabili e un’interruzione del pubblico servizio sfocia normalmente nel penale.  Senza contare che anche il proprietario del terreno dove sta sorgendo la nuova antenna qualche recriminazione potrebbe averne. E il 16 giugno è molto ma molto vicino. Per cui la situazione è tutt’altro che risolta e sbandierare ottimismo come fa l’Amministrazione Comunale è un tantino fuorviante e disinformante.

Luca Craia

L'antennona, i comitati fantasma, la politica strumentalizzante e la presunta scaltrezza di chi amministra.



Non vedo I Fatti Vostri, la trasmissione di Michele Guardì, da tempo immemorabile, anzi, pensavo non fosse più in onda e invece mi dicono che è ancora in Tv. Da quel che ricordo, in quel programma televisivo c’era un fantomatico “comitato” che non si mostrava mai ma parlava per mezzo di un megafono. Ecco, questo è quello che è accaduto a Montegranaro con la questione dell’antenna di San Liborio: c’è un comitato invisibile, non si sa chi ne faccia parte, non prende iniziative e, questo, al contrario di quello di Guardì, nemmeno parla.
Mi sono adoperato personalmente perché nascesse un comitato cittadino che rappresentasse presso le Istituzioni le legittime istanze della popolazione in merito alla questione specifica. È stata organizzata un’assemblea in cui sono intervenute, oltre che tutti gli amministratori e molti esponenti politici, diverse decine di cittadini. Si sperava che da lì nascesse spontaneamente un comitato cittadino forte che godesse dell’investitura popolare dell’assemblea stessa, invece si è arrivati dicendo che il comitato c’era già e che non ci sarebbe stato bisogno di costituirne un altro. Solo che, alla stessa assemblea, non c’erano rappresentanti di questo comitato se non una persona che diede lettura di un comunicato. Nessuno contatto con la gente, quindi, nessuna investitura popolare. Un comitato legittimato solo da se stesso.
Sono passate due settimane da quell’assemblea e sono avvenute un sacco di cose. È stato eretto il palo dove dovrebbe essere montata l’antenna, è stato convocato e si è svolto un Consiglio Comunale apposito, sono stati sospesi i lavori di installazione per vizi nella pratica urbanistica.  In questo frattempo il comitato non ha dato segno si sé. Non ha nemmeno parlato al megafono. È rimasto dietro quella finestra finta della televisione. Perché?
Un’idea io ce l’ho, ma è soltanto la mia idea. Questo sedicente comitato, in realtà e se ho ben capito, dovrebbe essere lo stesso che si occupò, all’epoca, della questione legata alla centrale a biomasse di Villa Luciani. Fece anche un discreto lavoro ma era, con ogni evidenza, piuttosto schierato politicamente. Quantomeno era ben lontano dall’amministrazione Gismondi che governava in quel periodo. Ricordo che c’erano anche diversi personaggi riconducibili al PD e all’opposizione di allora. Ed è l’opposizione di allora che governa oggi. E il governo di oggi è quello che ha la totale responsabilità politica di quanto sta accadendo a San Liborio. Se fosse nato un comitato cittadino forte e avesse iniziato a operare sarebbe stata una grana in più per l’Amministrazione Comunale. Una grana evitabile. Un comitato inesistente fa solo il gioco dell’Amministrazione Comunale. Fantapolitica? Può darsi ma vale sempre il detto “a pensar male eccetera eccetera”. Ma forse ho troppa fiducia nell’intelligenza politica di chi ci amministra. Chissà…


Luca Craia