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martedì 29 marzo 2016

Appello alla Provincia di Fermo: basta morti, fate la rotatoria



Senza alcuna volontà polemica, perché non serve, perché purtroppo non ci ridarebbe né Gessica né tutte le altre vittimi di quell’incrocio maledetto. E sono tante, le vittime dell’intersezione tra la provinciale 27 che proviene da Montegranaro e la provinciale 219, più nota come “mezzina”. Sono troppe. Troppe anche perché porre rimedio a un punto pericoloso sarebbe tutto sommato facile. E mai troppo costoso, pensando alle vite umane che andremmo a proteggere. Per questo mi sento, dal mio piccolo, di chiedere alla Provincia di Fermo di studiare urgentemente e di attuare un progetto che collochi una rotatoria su tale intersezione, eliminando i semafori e regolando il traffico in modo che tali eventi luttuosi non accadano più.

Luca Craia

giovedì 14 maggio 2015

OLTRE IL DANNO LA BEFFA - ANNA LISA MINUTILLO



Lo scorso anno mi sono occupata della scomparsa di Sara Panuccio a causa di una frana accaduta sull’isola di Ventotene, brutto constatare quando in questo paese le leggi non vengano rispettate e lo vediamo ogni giorno, ancor più brutto rendersi conto che per chi perde una figlia, un famigliare a causa della superficialità e della negligenza travestita da connivenze silenziose la cosa arrechi ancora più dolore poiché aggiunge dolore al dolore per la perdita e per l’ingiustizia subita.
Ho raccolto questa dichiarazione da parte di Bruno Panuccio che testimonia quanto sia breve la memoria quando si tratta di ricordare alcuni episodi a dir poco “scomodi” che continuano ad accadere.
Vogliamo cercare di spezzare questa catene di ingiustizie? Vogliamo tornare ad avere fiducia nelle istituzioni ma onestamente davanti a parole come queste le mie parole si placano, diventano piccole e miste di stupore e di rabbia poiché tremendamente vere, reali, sentite.
Posso solo cercare di dare loro una minima visibilità anche e soprattutto per trasmettere a questo genitore ferito e derubato di un bene grande (quale la vita di un figlio è )la mia vicinanza ma anche la piccola dimostrazione che non tutti dimenticano alla svelta, che non tutti scrivono solo per apparire, che non tutti sono superficiali e disinteressati, per me è importante non lasciare la sofferenza da sola, è importante tendere una mano , è importante cercare di capire e so che altre persone la vedono come me.
Questa la testimonianza accorata ed a giusta causa da parte di Bruno Panuccio, raccolta e condivisa con tutti voi affinchè non si dimentichi, affinchè sotto quei massi non vada a finire anche il nostro cuore.
“Il 20/04/2010 muoiono a Ventotene , a causa di una frana , Sara Panuccio e Francesca Colonnello . In conseguenza di ciò, per la prima volta in Italia, viene condannato un amministratore pubblico per morte da frana. Costui è l’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso. La sentenza di Primo grado del 2014 è per lui di 2 anni e 4 mesi. Questo signore è lo stesso dello scandalo per aver appaltato ad una ditta di Napoli la progettazione e realizzazione (fortunatamente mai avvenuta) di un tunnel da 6 milioni di euro sull’isola, nonostante il parere ed il divieto della Regione Lazio (gli atti sono in procura). In questo periodo ogni giorno si parla sui media nazionali dei “candidati impresentabili” in Campania e Liguria, ma quasi nessuno sa che il sindaco Assenso è il capolista di una delle due liste civiche che si fronteggeranno a fine mese sull’isola. Vuole ottenere il terzo mandato consecutivo di Sindaco ed ha naturalmente ottime possibilità di riuscire nell’intento visto che questa volta ha dalla sua parte in lista chi oggi è consigliere d’opposizione, chi ufficialmente in questi anni lo ha sempre osteggiato e criticato aspramente. Ancor prima che come padre di Sara, sono indignato come cittadino. Partendo dal presupposto che si sarebbe dovuto dimettere di suo per rispetto delle vittime e della morale civile, qui siamo al paradosso del tenerlo in carica altri 5 anni, se vincerà, di conseguenza sarà ancora lui la massima autorità in carica per le funzioni di Protezione Civile, in netto contrasto con la condanna di cui sopra. Sarà’ lui a tutelare persone e territorio sull’isola, lui che attualmente è ritenuto per la giustizia italiana responsabile di omicidio colposo per l’inosservanza delle norme stesse, lui che ha mentito in aula sulla conoscenza del pericolo, lui colpevole certificato da prove documentali. È tutto ciò avviene nel silenzio di media ed istituzioni “
Non posso che auspicare una presa di coscienza da parte di chi legge, da parte di chi la legge dovrebbe farla rispettare, da parte di chi onestamente vive e per mani forse non proprio oneste si ritrova suo malgrado a morire.

venerdì 21 marzo 2014

I semafori devono stare accesi. Sempre.



I semafori non sono un lusso. Non sono un decoro stradale. Non sono una simpatica lucina. Sono fondamentali per la sicurezza stradale, specie in strade in cui, vuoi per la velocità, vuoi per particolari condizioni di visibilità, gli incroci diventano pericolosi fuori da ogni misura. Spegnere i semafori in queste strade equivale a prendersi un’enorme responsabilità.
Così capita che, domenica 17 marzo, mentre in paese c’era la fiera, a Montegranaro qualcuno ha pensato bene di spegnere i semafori della circonvallazione. L’impianto regola il flusso da via Umbria e via Lazio, strade dalle quali l’immissione nella circonvallazione risulta particolarmente disagevole per via della visibilità scarsa e della velocità che normalmente, nonostante i divieti, le vetture che transitano per la strada principale portano. È un punto pericolosissimo e la cosa è nota, molto nota, a causa anche di eventi luttuosi che dovrebbero fare da monito ma, purtroppo, non lo fanno.
E domenica 17, verso l’una del pomeriggio, ricapita un altro fattaccio, l’ennesimo. Grazie al cielo non si è fatto male nessuno ma i danni sono enormi. Una vettura che proveniva da via Umbria alta ha trovato il semaforo spento. Per poter vedere se la strada fosse libera ha dovuto sporgersi e, così facendo, è stata investita da un’altra vettura che transitava in circonvallazione. Risultato: una macchina nuovissima distrutta, l’altra messa più o meno nelle stesse condizioni e, a norma di codice della strada, torto marcio da parte del conducente della prima auto. Solo che la responsabilità è di chi ha spento i semafori. Si fosse fatto male qualcuno?
I semafori non si possono spegnere. Nemmeno se si rompono. È necessaria una procedura d’urgenza in caso di guasto, con intervento di manutenzione immediato e regolazione del traffico manuale. Non si può lasciare un tratto di strada come quello senza regolazioni. Nel caso non fosse possibile fare altro, la strada va chiusa. Non si può mettere a rischio la vita delle persone così.

Luca Craia