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mercoledì 29 aprile 2015

Il Comune taglia fuori le associazioni da Veregra Street. Vendetta per il presepio?



Veregra Street è sempre stata la fonte primaria di sostentamento economico per molte associazioni montegranaresi. Allestire una locanda per il festival degli artisti di strada è faticosissimo, costa molto impegno e comporta un certo investimento, tutto questo per realizzare fondi da destinare alle attività associative. Queste attività normalmente sono immensamente utili a tenere vivo culturalmente il paese. Per questo ci si aspetterebbe che il Comune sia grato alle associazioni per le loro attività e cerchi di sostenerle il più possibile anche in periodi particolarmente difficili da un punto di vista economico come quello che stiamo vivendo.
Quest’anno, inspiegabilmente, il Comune ha deciso di chiedere un contributo monetario piuttosto ingente alle associazioni che intendano partecipare al Festival allestendo una locanda. SI tratta di 500 Euro per chi la allestisca nella propria sede a cui vanno aggiunti ulteriori 500 Euro qualora si usufruisca di spazi pubblici. Inoltre è richiesto un contributo in natura pari a un certo numero di pasti gratuiti giornalieri destinati agli artisti, contributo quantificabile in una cifra che può variare dai 500 ai 1000 Euro per tutta la durata del festival.
Parliamo quindi di un investimento di circa 1500/2000 Euro solo da destinarsi al Comune, col rischio che il maltempo o la poca affluenza facciano rimettere soldi alle associazioni. Vale la pena ricordare che le associazioni sono normalmente senza fini di lucro e quindi si espongono a rischi economici per finanziare attività di pubblica utilità. Normalmente un comune dovrebbe sostenere questo tipo di attività. In questo caso, invece, si aggrava il rischio finanziario che le associazioni si assumono. Il perché non si capisce. O forse sì.
Fatto sta che, a queste condizioni, pare che quasi tutte le associazioni che normalmente allestiscono locande nel corso del Veregra Street Festival quest’anno soprassiederanno. In questo modo non avranno l’opportunità di autofinanziarsi ma eviteranno rischi inutili e, in questo momento, difficilmente sostenibili. Ma, al contempo, avranno meno potenzialità economiche per le proprie attività. Tutto questo va a discapito della città. Cosa ci guadagni il Comune non si capisce. A meno che non si tratti di una specie di vendetta o ripicca o chiamatela come volete.
In effetti i vertici di Piazza Mazzini sembra abbiano mal digerito i fatti legati alla realizzazione del Presepio Vivente. Il Sindaco stesso si era proposto come coordinatore (anche se per tramite della Proloco o di chissà quale organismo di coordinamento di cui si parla da mesi ma del quale non vi è traccia, né necessità), per poi dover fare marcia indietro dietro la manifesta volontà di tutte le associazioni che hanno concorso all’evento di autodeterminarsi, com’è giusto che sia. La manifestazione è andata benissimo e si è consolidata una forte coesione tra le varie associazioni, coesione vista non proprio di buon occhio dall’amministrazione comunale, evidentemente preoccupata di non poter gestire il panorama associativo come vorrebbe, fatta eccezione per le solite quattro associazioni “amiche”. Ora, a pensar male si fa peccato, però di solito ci si acchiappa. Speriamo di sbagliare.

Luca Craia

sabato 18 aprile 2015

Stranieri e contributi assistenziali. Non ce li possiamo più permettere.



Tornando sul tema dei diritti e dei doveri degli stranieri in Italia, vorrei toccare la questione dei contributi che, più o meno saltuariamente e in maniera definita “straordinaria” vengono assegnati a immigrati in difficoltà economica. Mi ha fatto riflettere la lettura di una determina del Comune di Montegranaro, pubblicata sull’albo pretorio online, che assegna un “contributo straordinario a soggetto in situazione di indigenza”. Posto che la solidarietà sociale è un segno di civiltà e che, quindi, l’ente Comune che si fa carico di questi interventi a sostegno di chi ha problemi va elogiato, la mia riflessione parte dal fatto che il beneficiario del provvedimento sia un cittadino straniero.
Se in tempi floridi la solidarietà verso l’ospite (perché di questo si tratta quando parliamo di cittadini stranieri in Italia con permesso di soggiorno), oggi costituisce un lusso che credo non possiamo più permetterci. Così come non possiamo più permettere che cittadini non comunitari mantengano il permesso di soggiorno anche quando non esiste più il presupposto logico per cui gli dovrebbe essere rilasciato: il lavoro.
Uno straniero che viene nel nostro Paese chiedendo un regolare permesso di soggiorno lo fa per un motivo, che può essere studio, lavoro o quant’altro. Quando il motivo della sua permanenza viene a meno, come nel caso del lavoro, non vi è più ragione per cui egli debba rimanere in Italia. Il cittadino straniero che perde il lavoro non deve essere oggetto di provvedimenti di sostegno sociale ma deve avere revocato il permesso di soggiorno, mentre i sussidi di sostegno sociale vanno indirizzati ai cittadini italiani. Come ho avuto già modo di illustrare, ritengo che, se oggi vi sono ancora dei sostegni per i cittadini in difficoltà, lo dobbiamo ai cittadini italiani che, per generazioni, hanno costruito, col loro sacrificio, lavoro e con le loro tasse, quanto oggi abbiamo. È quindi una questione di giustizia che eventuali sostegni siano diretti prima ai cittadini italiani. Nella fattispecie non credo sia dovuto alcun sostegno a chi non dovrebbe soggiornare nel nostro Paese essendo venuto meno il motivo del suo soggiorno.

Luca Craia

mercoledì 15 gennaio 2014

Si giocherà sul campo da basket la campagna elettorale 2014?



Con le affermazioni dell’ex sindaco Gismondi e dell’ex assessore allo sport La Porta dei giorni scorsi, che hanno dichiarato la loro totale dedizione alla questione economica della Sutor tanto da lasciare intendere piuttosto chiaramente che, fossero stati ancora al governo della città, avrebbero senz’altro fatto in modo che anche la cosa pubblica avrebbe concorso a risolvere il problema, naturalmente coi soldi della collettività come è stato sempre fatto negli ultimi anni, sappiamo che, vincessero di nuovo le elezioni, una parte del bilancio comunale sarebbe destinato a questo capitolo di spesa con buona pace di chi alla partita non ci va e di chi ha ben altri problemi.
Ora, a chiarirci che, anche votando diversamente, la faccenda cambierebbe poco ci pensa la coordinatrice di Centro Democratico Francesca Testella che critica addirittura La Porta per aver fatto poco o niente per la Sutor nel periodo in cui è stato amministratore. Ricordiamo che l’amministrazione Gismondi ha stanziato circa 35.000 Euro l’anno per sostenere economicamente la squadra di basket cittadina. A quanto pare alla Testella la cifra sembra esigua e dichiara che, vincesse le elezioni il candidato del loro schieramento (Lista Stranamore per capirsi), sarà cura della prossima amministrazione comunale occuparsi in maniera più cospicua dei problemi economici della società sportiva. Sempre con i soldi di tutti.
Buon a sapersi.



Luca Craia