La vita politica di un paese come
Montegranaro dovrebbe essere partecipata, condivisa con la cittadinanza in ogni
sua parte, cercando di coinvolgerla, ascoltandola, pensando a progetti che
possano rappresentare le reali esigenze della gente, e per far questo, con la
gente, ci si deve parlare.
Le elezioni amministrative, quelle
che eleggeranno il nuovo Consiglio Comunale e la nuova Amministrazione Comunale
di Montegranaro, dovevano tenersi in questi giorni ma sono state rimandate in
autunno a causa della pandemia. Presumibilmente si voterà domenica 10 e lunedì
11 ottobre, una data che sembra lontana ma, se contiamo i mesi, sono solo
cinque. Cinque mesi sono pochi, se vuoi ascoltare la cittadinanza, se vuoi
renderla partecipe, se vuoi pensare a un programma, anzi, a un progetto
concreto, realizzabile e condiviso.
In cinque mesi non ce la fai a
sentire il mondo associativo, quello produttivo, i quartieri e le varie realtà
che compongono una comunità complessa come quella di Montegranaro. In cinque
mesi, al massimo, puoi scrivere il solito programmino che serve solo a
imbrattare le strade, a intasare le cassette della posta e a imbonire qualche
cittadino un po’ più superficiale che si beve tutto tanto vota per ideologia.
In cinque mesi fai soltanto una lista con i soliti noti, con le persone gradite
alla politica, rispettando gli equilibri preesistenti. Ma così non si dà spazio
al nuovo, non si innescano processi di rinnovamento ma, soprattutto, si rimane
distanti dalla realtà quotidiana, dai cittadini.
Così avremo le solite liste di nomi
più o meno noti, decisi a un tavolo in cui siedono i soliti volti più o meno
noti, che scriveranno un programma più o meno noto, molto simile a quelli che
abbiamo già letto e mai visto realizzare. Intanto la gente si allontana dalla
politica. E ci mancherebbe pure che si avvicini.
Luca Craia