E così i due pini
del giardinetto dell’acquedotto li hanno buttati giù. C’è un gran largo, adesso.
Oggi è nuvoloso e si capisce poco, ma si direbbe che manchi un bel po’ d’ombra,
almeno rispetto a quella a cui eravamo abituati, e probabilmente c’è un po’ di
ossigeno in meno, un po’ meno di “fresco a Porta Spina”. Il fresco a Porta Spina
è una cosa che conosce solo chi è di Montegranaro da generazioni, chi non lo è non
sa di cosa parlo. E l’impressione è che piazza Mazzini sia frequentata da gente
che il fresco a Porta Spina non lo è andato mai a prendere, d’estate, quando si
boccheggia.
E il problema forse
è tutto qui: da troppo tempo Montegranaro è in mano a gente che Montegranaro la
conosce poco, la sente poco, gli appartiene poco. E questo forse è alla base
dello scollamento che c’è in questa comunità, delle tante tensioni, che un po’
ci appartengono geneticamente, un po’ si stanno amplificando proprio per una
sorta di volontà di dividere e imperare, ma anche perché, se la comunità non la
senti, non la custodisci nemmeno.
Custodire la
comunità è anche condividere le scelte, che ovviamente appartengono a chi è
chiamato istituzionalmente a prenderle, ma che, se condivise, vengono meglio
comprese, accettate. E magari, ascoltando i cittadini, si possono prendere
scelte migliori, si può lavorare meglio. Chi amministra Montegranaro non
ascolta i cittadini, non lo ha mai fatto. Prende le proprie decisioni nella
presunzione di infallibilità che spesso fa fallire, fa sbagliare, e aumenta la
distanza che c’è tra istituzioni e cittadini. È accaduto in decine di casi che
potrei citare, ma basti pensare alle recentissime antenne sul campanone,
comparse all’improvviso senza che ne sapesse niente nessuno. Ed è accaduto
ieri, con l’abbattimento dei due pini le cui motivazioni non è stato reputato
utile far conoscere ai cittadini.
Nell’epoca dei
social, con un Comune che utilizza Facebook per comunicare e addirittura per
istruire pratiche, non si ritiene utile informare i cittadini di decisioni che
comunque li riguardano, non c’è comunicazione. Nel gruppo Facebook “Montegranaro
Social”, dove ci sono oltre 1500 cittadini di Montegranaro che discutono
pacatamente e costruttivamente delle problematiche del paese, l’unico
amministratore che si è iscritto è il vicesindaco Ubaldi, degli altri non c’è
traccia, non ne sentono la necessità. Eppure confrontarsi coi cittadini, avere
un dialogo aperto anche sui social, e non utilizzare questi ultimi solo per
propaganda, potrebbe tornare utile a chi fa politica, per capire meglio, per
avere un rapporto più fruttuoso coi cittadini a vantaggio di tutti. L’essere
asocial facendo finta di essere social non serve a nulla.
Luca Craia