sabato 26 settembre 2020

I matrimoni stranieri di Petritoli: come ti invento un’economia con intelligenza e progettualità.

Va detto che tutto è nato per caso, con una coppia di turisti tedeschi che, dieci e passa anni fa, si andò a sposare in quel di Petritoli, non si sa bene perché. In realtà il perché è facile da intuire: il borgo è incantevole, tenuto splendidamente, la cornice del territorio è meravigliosa, un luogo incastonato tra verdi colline con da una parte i Sibillini e dall’altra l’Adriatico. Una situazione che ricordo molti dei borghi marchigiani, ma a Petritoli ci hanno creato un’economia. Quella coppia di sposi tedeschi ha innescato un meccanismo di emulazione, anche grazie ad alcuni tour operator internazionali che per primi hanno intuito la forza straordinaria di questa proposta.

Così, in breve, il piccolo paese della Val d’Aso è diventato una specie di capitale del matrimonio internazionale, con oltre cento coppie che sono venute nel Piceno a sposarsi dai posti più lontani: tutta Europa, Russia, Australia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Cina, Giappone. L’amministrazione comunale è stata molto intelligente e ha aiutato e sostenuto chi si è buttato in questo progetto. Oggi c’è una cooperativa che lavora in questo campo, ci sono unità ricettive ricavate da edifici storici del paese, c’è la disponibilità di luoghi pubblici per celebrare le nozze in una cornice unica e pregevole. E gli stranieri ci vanno matti.


Proprio oggi, a Petritoli, si sta svolgendo un evento per ragionare su come favorire la crescita dei piccoli borghi come Petritoli a livello turistico, sfruttando quelle stesse peculiarità che hanno fatto del piccolo borgo un’idea da imitare. Ci sono esponenti politici e dell’ecomomia, c’è anche il Prefetto Filippi, ci sono operatori e, soprattutto, c’è il mondo che si accorge di come si può creare un’economia turistica partendo dal materiale che nelle Marche abbonda: la bellezza.

Potrebbero imitarlo tanti altri paesi, però occorrerebbe mettersi d’accordo con gli operatori, con le associazioni, con i cittadini che vogliano concorrere, e questo già è uno sforzo che certe amministrazioni comunali non riuscirebbero mai a compiere. Poi tocca tenere in ordine i centri storici, e qui taccio. Però un elogio a Petritoli va fatto, perché se anche l’idea è piovuta dal cielo, sono stati bravissimi a coglierla e a sfruttarla. Complimenti.

 

Luca Craia

venerdì 25 settembre 2020

Strade lastricate di guano di piccione in mezza Montegranaro. Franceschetti che vuole fare?


Come si ricorderà, dopo anni di lotte, la casa di via Garibaldi che era diventata un condominio di piccioni è stata chiusa con un intervento del Comune di Montegranaro, che ne ha chiuso ogni fessura impedendo ai volatili di entrare e nidificare. Nell’edificio di piccioni ce n’erano davvero tanti, e producevano grandi quantità di guano al suo interno. Ora che non possono più entrare, i volatili si sono sistemati sui cornicioni delle case disabitate circostanti, spalmando il problema del guano su uno spazio più ampio. Ma il problema ancora c’è.

Un tratto di strada, tra via Garibaldi e via Don Minzoni, è letteralmente lastricato di escrementi e si fa fatica a passare senza calpestarli e poi portarseli in giro ovunque, ovviamente anche in casa. L’abnegazione con cui gli addetti alla pulizia delle strade stanno cercando di contrastare il fenomeno è ammirevole, ma non basta. Vengono più volte a settimana a spazzare via il guano, ma quello si riforma velocemente, e questa settimana, in cui per qualche ragione non sono venuti, la situazione è intollerabile, indecente.

Il problema dei piccioni nel centro storico è antico, e ora si sta allargando anche ad altre zone di Montegranaro. I piccioni prolificano e vanno a colonizzare altre aree urbane, portando con sé problematiche piuttosto serie in termine di decoro ma, soprattutto, di igiene e salute. L’amministrazione Gismondi vi aveva messo mano, forse ultima a occuparsi del problema, avendo un discreto successo con l’utilizzo di gabbie per la cattura degli uccelli. L’amministrazione Mancini ha ritenuto il sistema troppo cruento ma non ne ha adottati altri, per cui ora i piccioni regnano sovrani su ampie aree di Montegranaro, ovviamente partendo proprio dal centro storico. Di fare qualcosa non si parla più, eppure il problema è serio, e il Consigliere Franceschetti, che ha la delega per il centro storico, dovrebbe conoscerlo. Ma non ho ancora sentito cosa intenda fare.

 

 

Luca Craia

La soap opera della politica sangiustese è avvincente, non annoia come la scena montegranarese.

 

Guardo con interesse, e spesso ci scrivo pure, le vicende politiche di Monte San Giusto, primo perché è un paese talmente vicino al mio da essere praticamente un unico agglomerato urbano, sebbene ben distinto per tradizioni, iniziative e cultura di comunità; poi perché le trovo davvero gustose. A Monte San Giusto le dinamiche sono veloci, sembra di seguire una fiction, anzi, una soap. A Montegranaro la politica è addormentata: non essendo i Montegranaresi capaci di scindere i rapporti politici da quelli personali, confondendo gli stessi e mettendone a serio rischio la sopravvivenza, si preferisce spesso non aprofondire, non occuparsene, lasciare la politica ai piani alti, a chi la fa. E chi la fa spesso ha un comportamento vago, sembrano invischiati anche qui da rapporti personali che non devono guastarsi; sono mesi che l’opposizione è scomparsa dallo scenario e la maggioranza è chiusa nella sua rocca, magari dandosi di spada e mazza all’interno ma ben attenta che fuori non esca nulla. Insomma, a Montegranaro la politica dorme.

A Monte San Giusto no. Vediamo solo quello che sta capitando questi giorni, perché è davvero avvincente: si dimette Sardini (come avevamo previsto) dopo aver di fatto sbriciolato la destra cittadina in due pezzetti che si guardano in cagnesco (perché in politica la somma di 2+2 non fa mai 4, se va mene fa due e mezzo, e con le divisioni va anche peggio). Appena dimessosi, per fare largo ai giovani, dice il nostro, annuncia urbi et orbi gaudium magnum il nome del delfino, del suo successore, indicandolo in Mirko Pisacane.

Solo che, per la surroga, prima di arrivare a Pisacane tra i non eletti ci sono diversi giovani a cui fare largo ma che Sardini non considera, e chi lo sa che rinuncino tutti? E perché poi rinunciare, quando ci si è candidati, si spera, per essere eletti e dare il proprio contributo? C’è gente in gamba e preparata, che potrebbe prendere il posto dell’ex candidato sindaco e fare un buon lavoro. A pari voti con Pisacane c’è anche Andrea Lattanzi, che però è anagraficamente più anziano e avrebbe la precedenza, e mi dicono non sia affatto male, anche se forse non in ottimi rapporti con Sardini. Insomma, forse Sardini s’è venduto la pelle dell’orso prima di averlo non solo ammazzato, ma forse visto.

In tutto questo guazzabuglio tace Romina Tortolini, anche lei candidata sindaco sconfitta ma con l’altra lista di destra, poi pentitasi e trasferitasi armi e bagagli nel gruppo consiliare di Sardini. Anche la Tortolini, qualche tempo fa, aveva accarezzato pubblicamente l’ipotesi di lasciare spazio ad altri, ma qui la faccenda è più complicata, perché la brava avvocatessa è stata eletta con una lista diversa dal gruppo in cui risiede.

Insomma, uno scenario dinamico e per niente noioso; si sta sempre in attesa della puntata successiva perché chissà che si inventano gli autori della soap. Ecco perché mi piace guardare le vicende di questi personaggi: non ci si annoia mai, altro che Montegranaro.

 

 

Luca Craia