giovedì 29 agosto 2019

No, non è morta la democrazia oggi, anche se l'impressione è quella. In realtà oggi è accaduta una cosa contemplata dalla Costituzione, perfettamente democratica in una democrazia rappresentativa come la nostra, per di più viziata da una legge elettorale fatta apposta per creare quanto più casino possibile. Quella sì, che è anticostituzionale, ma la procedura seguita dal Capo dello Stato e dalle Istituzioni è corretta. Quindi la nostra democrazia è viva e vegeta, un po' ammaccata, piuttosto claudicante ma in grado di riprendersi. Ma un lutto c'è stato. Oggi è morta una bella illusione. Oggi molti Italiani hanno visto scomparire la speranza per una politica diversa, per un rapporto Stato-Cittadini più diretto, più semplice, per un rispetto per la volontà popolare più forte della semplice, si fa per dire, rappresentatività parlamentare. Tutto questo era stato promesso e, oggi, chi lo aveva promesso si è rimangiato tutto, in nome della "governabilità", del "bene del Paese", del "senso di responsabilità", tutti modi edulcorati per non dire poltrona. Se ne erano accorti in tanti, già da tempo, che questa speranza era moribonda. Oggi è spirata, verrebbe da dire "tra scroscianti applausi". C'è qualcuno che la veglia, per rispetto ai trapassati, qualcun altro la crede ancora viva, glielo fanno credere, come facevano i comunisti sovietici quando moriva il Breznev di turno. Ma è morta. La democrazia no, quella è ancora viva, e ora tocca difenderla, perché quello che sta nascendo, da oggi, temo cercherà di ucciderla definitivamente. 

Luca Craia

Promo per online e centri commerciali sui giornali. Ammazzare i negozi tradizionali uccide le città.


Ho trovato curioso, quanto meno, che siano usciti lo stesso giorno su due quotidiani diversi articoli pressochè uguali sull’argomento caro scuola. Intendiamoci, è tradizione che i giornali, in questo periodo, propongano la questione, fondamentalmente senza portare alcuna novità in quanto, anche quest’anno, non ci sono stati rincari evidenti. Ma si sa, quando mancano gli argomenti, riempire una pagina fa sempre comodo. Ma gli articoli di stamattina si distinguono entrambi per un particolare: promuovono l’acquisto online o nei centri commerciali a danno del negozio tradizionale.
I dati forniti sono sballati: si parla di cifre campate per aria, buttate là a caso, senza una statistica, senza uno studio approfondito. Però si crea allarmismo presso le famiglie che già, di problemi economici, ne hanno da vendere. E quindi si offre la soluzione: andate nei centri commerciali, che vi fanno lo sconto, oppure comprate da Amazon. Entrambi i giornali forniscono questa soluzione. Mentendo: perché l’eventuale sconto che si ottiene non offre, d’altro canto, il servizio e l’assistenza che il negozio tradizionale dà. Ma anche sui prezzi non ci siamo: se è vero che il libraio non può fare sconti sui libri perché vincolato dal prezzo che gli editori accordano, sul materiale i prezzi dei piccoli esercizi sono in linea se non inferiori a quelli del centro commerciale e dell’online, quasi sempre con prodotti qualitativamente superiori.
Perché, quindi, questo spot pubblicitario per i centri commerciali e l’online? In contemporanea, per di più? Non so spiegarmelo, ma è un bel danno per i piccoli esercenti, anche perché la gente, poi, non approfondisce. Il commercio tradizionale è in difficoltà, tra crisi, adempimenti, e la concorrenza spesso sleale dei colossi di cui sopra. Ora arrivano anche i giornali a dar loro manforte. Di questo passo il piccolo commercio sparirà. Ed è grave, perché il negozio di quartiere è un presidio di civiltà, di legalità. Provate a immaginare le nostre città, i nostri paesi senza negozi. Il deserto. Se è questo quello a cui si punta, sarebbe interessante capirne il motivo.

Luca Craia


mercoledì 28 agosto 2019

L’ecologia dell’elite dimentica i motivi per cui si inquina.


Sono fermamente convinto che siano in atto cambiamenti climatici importanti, fortemente influenzati dalle attività umane, e che questo vada urgentemente contrastato. In teoria, quindi, dovrei stare saldamente dalla parte della piccola Greta. Ma sono anche profondamente allergico ma ogni forma di fanatismo, di isteria collettiva, di strumentalizzazione mediatica. Per questo, la piccola Greta, la sopporto poco.
Ma c'è un elemento più pesante e grave a farmi guardare con sospetto l'opera di persuasione di massa che la bimba sta compiendo: la caratterizzazione politica e sociale che il messaggio assume. A chiarire il punto c'è la barca di Casiraghi, uno strumento ad altissima tecnologia che sarà anche a emissioni zero ma è sicuramente a costi elevatissimi.
Ecco: i problemi ecologici riguardano tutti, non solo le classi alte, quelle stesse classi che si schierano per la globalizzazione, il progressismo sulla pelle degli altri, l'umanesimo selettivo che distrugge le classi più deboli della nostra società. L'ecologia della piccola Greta non tiene conto del fatto che le classi più deboli non hanno a disposizione la tecnologia di Casiraghi perché non se la possono permettere. Le classi più deboli girano con auto inquinanti perché le classi più forti, quelle dei vari Casiraghi, le impoveriscono sempre di più per cui non possono comprare auto meno inquinanti, case più efficienti, prodotti alimentari più rispettosi dell'ambiente. E il problema è questo, anche in scala macroscopica: i Paesi più poveri si comportano come le classi povere dei Paesi ricchi. E girando con la barca di Casiraghi, evidentemente questa percezione non la si ha.

Luca Craia

Fondi del terremoto del 97 e privati che ancora aspettano – Leonardi: milioni di euro dirottati per il sisma 2016 per interventi anche fuori cratere.

La capogruppo di Fratelli d'Italia: il gioco delle tre carte scontenta tutti – occorreva usare i 248 milioni dell'Unione Europea impiegati per altri scopi

Comunicato integrale

Un'interrogazione regionale al vetriolo quella della capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Elena Leonardi sulla vicenda dei fondi del sisma 1997 non ancora utilizzati e, con un atto di Giunta Regionale, ora dirottati verso altri scopi. Leonardi ricorda che con una legge, la 61/1998 erano state adottate misure urgenti in favore delle zone terremotate delle regioni Marche e Umbria e di altre zone colpite dagli eventi calamitosi del '97 e che al 31 marzo 2019 risultavano, nella cosiddetta “contabilità speciale” regionale ancora euro 27.333.800,00 relativi a graduatorie stilate in seguito a quell'evento sismico e alle quali solo una parte dei richiedenti ha potuto trarre il giusto ristoro. Queste risorse erano ripartite per interventi a sostegno del recupero dell'edilizia privata ed altri relativi al piano delle opere pubbliche e a quello dei beni culturali di cui alla medesima legge.
Come per incanto in data 27 maggio 2019 la Giunta Regionale, anziché terminare di assegnare questi fondi, li ha “dirottati” affermando che “attualmente si andrebbero a finanziare o immobili che non posseggono più la caratteristica di attività produttiva effettiva ovvero immobili che hanno proseguito l'attività nel tempo restando agibili senza manifestare in modo rilevante , nel corso degli anni, menomazioni della propria attività produttiva. Ma – afferma la Leonardi – questi immobili per forza non avevano più la caratteristica di attività produttiva: erano stati danneggiati dal terremoto e l'attività ha dovuto spostarsi altrove, se non chiudere, sino all'arrivo dei fondi che avrebbero recuperato l'immobile, fondi che per oltre 160 soggetti, non arriveranno mai. La Giunta giustifica questo “storno” di fondi con l'impiego in messa a norma di edifici pubblici al fine dell'abbattimento della vulnerabilità sismica, questo potrebbe essere condivisibile, se però fosse specificato che la priorità andrebbe alle scuole più colpite o che pur non seriamente danneggiate, debbono essere rese a norma antisismica. Quindi dovrebbero essere le scuole del cosiddetto Cratere? Ma questo particolare nella delibera di Giunta Regionale non lo troviamo specificato! Inoltre Leonardi chiede conto del perchè solo ora, nell'annualità 2019, questi fondi “dormienti” ritrovano vita nel bilancio relativo alla contabilità speciale.
Tutta questa vicenda è un altro segnale della considerazione che la maggioranza Pd e socialista ha delle reali esigenze delle aree terremotate. La Leonardi ricorda infatti che il 30% dei fondi aggiuntivi dell'Unione Europea – Asse 8 - i “famosi” 248 milioni di euro - sono finiti altrove e per scopi molto diversi dalle esigenze delle popolazioni terremotate ed ora ci si ritrova con questo ulteriore atto al fine di cercare di raschiare il fondo del barile prima delle elezioni regionali.