Chissà se la strategia del cantierone
elettorale ancora funziona. Una volta dava frutto. Mi ricordo gli anni ’80,
quando il paese, il mese prima delle elezioni amministrative, diventava
invivibile, non si riusciva più a girare nemmeno a piedi, non solo con la
macchina. Poi, col tempo, questo costume si è ridimensionato, senza mai sparire
del tutto. Sono venuti tempi più magri, molto più magri, e nemmeno c’è più
stata la possibilità di fare la batteria finale dei fuochi artificiali, già se
si sparava qualche miccetta durante il mandato era tanto.
L’attuale amministrazione comunale di
Montegranaro ha sparato qualche miccetta durante il mandato, miccette sparate
un po’ a caso, senza un disegno preciso, senza un progetto, miccette che hanno
fatto spettacolo, sì, hanno riscosso plausi ma hanno anche incendiato il prato,
fatto danno, fatto arrabbiare molti cittadini. Basti pensare al marciapiedone
di viale Gramsci, opera certamente non monumentale ma che ha spaccato in due il
paese, soprattutto creando gravi danni ai commercianti. Sarebbe bastato poco,
sarebbe bastato ascoltare la gente per correggere gli errori. Ma chi è convinto
di non sbagliare mai, non deve correggere errori e non ascolta nessuno.
Ora siamo a tre giorni dal voto e a
Montegranaro non si vive più: ci sono cantieri ovunque, il traffico si blocca, vediamo
operai ovunque. Hanno fatto asfalti frettolosi più avvallati di quelli vecchi,
alzato passaggi pedonali senza segnalarli creando gravi rischi alla
circolazione, si sono inventati barriere architettoniche nuove, hanno sistemato
vie piuttosto che altre in maniera arbitraria, magari cercando di accaparrarsi
un voto in più e lasciando indietro zone dove il voto non si piglia manco
venisse la fine del mondo, si sono asfaltati davanti casa, hai visto mai che
non si fa più in tempo dopo; hanno aperto cantieri ovunque, con opere
affrettate e fatte male, pur di sbrigarsi
e fare in tempo per il 26. Viene anche da chiedersi: ma non avevamo un
sacco di debiti?
Ma la domanda è un’altra, e riguarda
più gli elettori che chi li va a sollecitare: possibile che ci sia gente che
ancora dà il voto in base a un metro di asfalto, in base alla promessa di una
telecamera davanti casa, a una striscia pedonale, a una lampadina cambiata o a
un prato sfalciato dopo cinque anni di giungla? Io spero di no, credo che l’elettore
sia evoluto rispetto a quello degli anni ’80, che sia in grado di giudicare il
complesso della vita amministrativa di un paese e di esprimere un voto
ragionato, non indirizzato solo al proprio appagamento ma diretto al bene
comune. Sono un ottimista, probabilmente, ma credo che domenica il cantierone
elettorale non darà grandi frutti. Conto molto sull’intelligenza dei
Montegranaresi. Spero di non sbagliare.
Luca
Craia