mercoledì 22 maggio 2019

Fretta, pericoli, disagi: chissà se la strategia del cantierone elettorale ancora funziona.

Chissà se la strategia del cantierone elettorale ancora funziona. Una volta dava frutto. Mi ricordo gli anni ’80, quando il paese, il mese prima delle elezioni amministrative, diventava invivibile, non si riusciva più a girare nemmeno a piedi, non solo con la macchina. Poi, col tempo, questo costume si è ridimensionato, senza mai sparire del tutto. Sono venuti tempi più magri, molto più magri, e nemmeno c’è più stata la possibilità di fare la batteria finale dei fuochi artificiali, già se si sparava qualche miccetta durante il mandato era tanto.
L’attuale amministrazione comunale di Montegranaro ha sparato qualche miccetta durante il mandato, miccette sparate un po’ a caso, senza un disegno preciso, senza un progetto, miccette che hanno fatto spettacolo, sì, hanno riscosso plausi ma hanno anche incendiato il prato, fatto danno, fatto arrabbiare molti cittadini. Basti pensare al marciapiedone di viale Gramsci, opera certamente non monumentale ma che ha spaccato in due il paese, soprattutto creando gravi danni ai commercianti. Sarebbe bastato poco, sarebbe bastato ascoltare la gente per correggere gli errori. Ma chi è convinto di non sbagliare mai, non deve correggere errori e non ascolta nessuno.
Ora siamo a tre giorni dal voto e a Montegranaro non si vive più: ci sono cantieri ovunque, il traffico si blocca, vediamo operai ovunque. Hanno fatto asfalti frettolosi più avvallati di quelli vecchi, alzato passaggi pedonali senza segnalarli creando gravi rischi alla circolazione, si sono inventati barriere architettoniche nuove, hanno sistemato vie piuttosto che altre in maniera arbitraria, magari cercando di accaparrarsi un voto in più e lasciando indietro zone dove il voto non si piglia manco venisse la fine del mondo, si sono asfaltati davanti casa, hai visto mai che non si fa più in tempo dopo; hanno aperto cantieri ovunque, con opere affrettate e fatte male, pur di sbrigarsi  e fare in tempo per il 26. Viene anche da chiedersi: ma non avevamo un sacco di debiti?
Ma la domanda è un’altra, e riguarda più gli elettori che chi li va a sollecitare: possibile che ci sia gente che ancora dà il voto in base a un metro di asfalto, in base alla promessa di una telecamera davanti casa, a una striscia pedonale, a una lampadina cambiata o a un prato sfalciato dopo cinque anni di giungla? Io spero di no, credo che l’elettore sia evoluto rispetto a quello degli anni ’80, che sia in grado di giudicare il complesso della vita amministrativa di un paese e di esprimere un voto ragionato, non indirizzato solo al proprio appagamento ma diretto al bene comune. Sono un ottimista, probabilmente, ma credo che domenica il cantierone elettorale non darà grandi frutti. Conto molto sull’intelligenza dei Montegranaresi. Spero di non sbagliare.

Luca Craia