giovedì 18 aprile 2019

Piano pulizia del centro storico: disattesi due terzi delle promesse fatte a Paese mio.


Probabilmente i lettori di questo blog ricorderanno l’iniziativa del comitato Paese Mio chiamata “Puliamo Noi”, con la quale i membri del comitato (e molti cittadini che ci avevano dato adesione) si proponevano di andare a pulire il centro storico di Montegranaro, da mesi abbandonato a se stesso dal Comune e dalla ditta incaricata alla pulizia. A seguito della semplice programmazione di questo evento, l’Amministrazione Comunale si trovò costretta a prendere in mano la situazione, organizzando in fretta e furia un intervento massiccio di pulizia e un piano per regolamentare gli interventi in maniera sistematica. Il Comitato ne prese atto, constatò che l’intervento, per quanto estemporaneo, aveva sortito effetti tutto sommato soddisfacenti e decise di accogliere l’invito a incontrare l’Amministrazione Comunale, nelle persone dell’assessore all’ambiente Roberto Basso e dell’assessore al centro storico Giacomo Beverati.
Il piano di pulizia che ci venne presentato era un buon piano, e lo dichiarai immediatamente: prevedeva la presenza costante di operatori per lo spazzolamento delle strade ma, soprattutto, prevedeva misure per limitare la presenza dei piccioni e lo svuotamento dei locali terra di alcuni stabili diroccati diventati negli anni piccole discariche abusive, potenzialmente molto pericolose da un punto di vista igienico-sanitario come, del resto, lo è tutta la situazione.
Oggi, a distanza di quattro mesi da quegli eventi, possiamo guardarci intorno e verificare se le promesse fatteci da Basso e Beverati siano state mantenute. La risposta è no. Infatti, sebbene lo spazzolamento delle strade continui, anche se non più puntualmente come nei primi giorni, e mantenga un minimo decoro, dobbiamo registrare un sostanziale nulla di fatto per quanto riguarda i piccioni e le discariche. Per i primi, era stata garantita l’installazione di dissuasori alle finestre e ai cornicioni di palazzi pubblici e case private ma, a oggi, ne abbiamo visti ben pochi sui palazzi pubblici e nessuno sulle case private diroccate, luogo di ammasso e nidificazione della maggior parte dei volatili. Situazione immutata da un punto di vista igienico, anche se il guano per strada è diminuito per effetto dello spazzolamento: l’accumulo di escrementi all’interno e sulle sporgenze degli edifici abbandonati è rimasto lo stesso, e con l’arrivo del caldo cominciano i miasmi.
Stessa situazione per le discariche. Si doveva intervenire per svuotare le cantine in tempi brevissimi, l’assessore Basso sembrava convinto e molto entusiasta tanto da chiedere la nostra collaborazione che, ovviamente, gli venne garantita, ma gli accumuli di rifiuti all’interno dei ruderi è rimasto quello di allora, anzi, è aumentato.
Diciamo che il sospetto che sarebbe andata a finire così lo avevamo un po’ tutti, all’interno di Paese Mio, ma abbiamo voluto dar credito ai due assessori che, ancora una volta, hanno deluso le aspettative. In un periodo, quello elettorale, in cui le promesse piovono come in un diluvio, vederne disattese alcune così importanti è emblematico.

Luca Craia

mercoledì 17 aprile 2019

Ritorno al Futuro. La Strada Giusta comincia la campagna elettorale. Dal 2014.


Hanno governato per cinque anni facendo opposizione all’opposizione, usando la dietrologia come arma di distrazione di massa, continuando a raccontarci di debiti e dissesti finanziari mentre spendevano milioni di Euro in cose fondamentalmente inutili tralasciando le vere priorità. Per questo non è per niente sorprendente che la campagna elettorale del 2019 si occupi di cose relative al 2014. Con una sorta di macchina del tempo, la pagina Facebook di La Strada Giusta, il nuovo nume della compagine che sostiene la candidatura a sindaco di Ediana Mancini, parte a spada tratta contro l’Amministrazione Gismondi… di cinque anni fa.
È un curioso modo di cercare di convincere gli elettori che si farà bene perché, visto che si è governato Montegranaro per cinque anni, non si può certo imperniare la campagna elettorale sulla critica al governo uscente: il governo uscente sono loro. Ma, siccome sembra che i nostri siano più avvezzi alla critica che alla proposta, non potendo criticare se stessi, criticano l’operato della giunta insediatasi dieci anni fa. Quando si dice guardare al futuro.
Credo che gli elettori siano più interessati alle proposte per il futuro piuttosto che a questioni trite, discusse e analizzate. Speriamo di vedere presto il programma elettorale di La Strada Giusta perché, se i temi che caratterizzeranno la campagna elettorale di questa lista saranno quelli trattati in questi giorni, sarà difficile farsi un’idea di cosa ci aspetta nel caso vincessero loro. Ma un’idea, in realtà ce l’abbiamo, li abbiamo visti all’opera per cinque anni. E l’idea non mi pare per niente buona.

Luca Craia

Che c’entra Notre Dame col terremoto?


Cosa c’entra Notre Dame col terremoto? Niente, proprio niente. E proprio per questo, recriminare sul fatto che ci sia tanto interesse mediatico, politico e di solidarietà per la ricostruzione della cattedrale parigina dopo il devastante incendio dell’altro giorno, oltre a essere puerile, è controproducente. Nessuno impedisce ai potenti, agli imprenditori, ai politici e alla gente comune di sentire un moto di solidarietà verso i Parigini e di voler contribuire a un veloce recupero di un immenso patrimonio dell’umanità e, nel contempo, di provare la stessa empatia per i terremotati e per il Centro Italia che da tre anni aspetta risorse ma, soprattutto, decisioni che facciano partire la ricostruzione post sisma.
Una cosa non esclude l’altra, è lampante. Così come è lampante, ormai assodato, che la ricostruzione non ripartirà, che si saranno ampie zone che non verranno ricostruite, che si vuole gran parte del territorio colpito dal terremoto desertificato e privo della vigilanza della popolazione. Ma in tutto questo Notre Dame non c’entra nulla, e continuare col pianto disperato da dietro a una tastiera serve solo ad allontanare la causa dei terremotati dal comune sentire, dalla sensibilità dell’opinione pubblica, fornendo ulteriori alibi a chi ha deciso per il mutamento radicale della società terremotata.
I terremotati sono arrabbiati, ci mancherebbe altro, ma finora hanno dimostrato una totale incapacità di aggregazione, di formare un fronte comune. Ed è questo il problema principale: ci si lamenta ma non si agisce o si agisce male. E si sbagliano gli obiettivi, come in questo caso. Notre Dame, i Francesi, chi vuole essere di aiuto per la cattedrale, non c’entrano niente con la politica che sta condannando il centro del Centro Italia alla desertificazione. Continuando a sbagliare mira, si dà campo libero a chi persegue questo obiettivo, che si frega le mani insieme a chi, anche tra gli stessi terremotati, col terremoto ha trovato un’occasione.

Luca Craia

 Foto: Corriere.it