giovedì 17 gennaio 2019

Montegranaro: protestano tutti, città ridotta malissimo. Ma manca la solidarietà tra cittadini.


A Montegranaro la situazione del decoro urbano, cui poi è legata quella del degrado sociale a cui assistiamo quotidianamente, è molto seria e riguarda grandi aree urbane. Di quanto accade nel centro storico parliamo spesso, sia perché ci abito, sia perché sono promotore e coordinatore del Comitato Paese Mio che si sta occupando della questione. Ma sono molte le zone che manifestano segni pesanti di degrado: pensiamo a San Liborio nella sua quasi totale interezza, pensiamo alla zona circostante l’ospedale. Stamattina il Corriere Adriatico riporta lo sfogo dei residenti della zona nota come Brodolini, sempre a Santa Maria.
Il degrado avanza e, se nel centro storico ha raggiunto ormai situazioni di allarme igienico-sanitario oltre che sociale, nel resto del paese ha preso quella direzione e, in assenza di provvedimenti, non è pensabile un miglioramento. Del resto, Montegranaro sta registrando un netto calo demografico, conseguenza della profonda crisi economica che affligge il paese che fu industriale, e questo comporta conseguenze urbanistiche e sociali molto gravi. Basti pensare a quanti stabili disabitati già esistono nell’intero tessuto urbano, non solo nel centro storico. Basti pensare a quanti scatoloni vuoti, che una volta contenevano fabbriche, e ora ospitano sporcizia e animali. È un processo degenerativo importante, quello in atto, e bisogna prenderne coscienza e metterci mano con estrema urgenza, cosa che non sembra avvenire.
Dispiace, però, che il paese sia così diviso. I problemi ci sono e sono tanti, ma vederli solo per comparti, magari mettendosi in competizione tra quartieri, è quanto di più sbagliato possiamo fare come cittadini. Montegranaro è un paese solo, non un’unione di quartieri, è una solo e unica comunità, o così dovrebbe essere. È ora che i Montegranaresi comincino a ragionare come una comunità.
Domenica scorsa, per la manifestazione Puliamo Noi organizzata dal Comitato Paese Mio per sottolineare il degrado del centro storico, c’era gente di tutto il paese, non solo del centro. La prossima iniziativa del Comitato sarà diretta ad accendere la luce sul degrado di San Liborio. Sarebbe bello e molto più efficace se gli amici della zona Brodolini, o quelli di altri quartieri che vivono situazioni di degrado, si uniscano a noi e si faccia corpo unico, un corpo che non debba andare contro chi amministra ma che li aiuti a capire i problemi reali del paese e a trovare le soluzioni più opportune e vicine alle vere necessità della gente. Serve unità, non divisione.

Luca Craia

mercoledì 16 gennaio 2019

Interagire con L’Ape Ronza è pericoloso.


Io vi capisco, cari amici, che fate attenzione quando mettete piede, virtualmente parlando, in questi spazi. Interagire con L’Ape Ronza può essere pericoloso, per cui fate bene a leggere senza mettere il like, senza condividere o, magari, passandovi il post tra amici ma solo in privato. Lo so che è pericoloso, ci sono casi documentabili e documentati di gente che ha passato guai neanche tanto leggeri per aver messo un “mi piace” a un post de L’Ape Ronza o addirittura essersi permessi di commentare. Sono pochi i temerari che se la sentono, pochissimi quelli che condividono.
Bisogna stare attenti a non avvicinarsi troppo a L’Ape Ronza e al suo autore, anche partecipare alle iniziative che organizza può essere pericoloso, perché poi magari ti vedono e chissà che pensano, magari si arrabbiano e chissà poi che può capitare. E qualcosa può capitare, è anche capitato. L’Ape Ronza è sulla lista dei cattivi, s’è pure beccato una querela, fortemente voluta dai piani alti, anche se l’ha firmata qualcun altro.
Per cui io vi capisco, voi che leggete (e siete tanti, lo vedo dai report del blog e di Facebook) ma non interagite, vi tenete alla larga. E stimo infinitamente quelli che, invece, hanno il coraggio di essermi amici. Perché lo so che ci vuole coraggio. Però consentitemi una domanda: ma come lo volete cambiare sto mondo, voi così arrabbiati sui social, ma che non vi volete esporre? Mandando avanti gli altri? Come le volete migliorare le cose? Aspettate che vengano giù i gilet gialli?

Luca Craia

Pesaro e il terremoto. Adesso passiamo ai danni diretti?


Mentre nel cratere le macerie continuano a far bella mostra di sé, mentre burocrati e politici si rimpallano responsabilità sull’immobilismo ormai pluriennale negli interventi post sisma, mentre la gente vive in casette inadeguate, spesso marce, mentre i disagi avvelenano la vita di migliaia di terremotati veri, arriva un terremoto con epicentro vicino Ravenna. Il terremoto di cui parlo ha una magnitudo non bassissima ma nemmeno così elevata, tanto che, al momento, non pare abbia prodotto danni nell’area più direttamente colpita.
Però ha prodotto danni a Pesaro. Oggi, sul Corriere Adriatico, si comincia a fare la conta delle lesioni causate dal terremoto ravvenate, una scossa di magnitudo 4.6. A Pesaro, ricordiamolo, sono giunti un bel po’ di fondi derivanti dal terremoto del 2016, quello che ha colpito la stessa regione ma un po’ più a sud e che a Pesaro non ha prodotto danni materiali, solo danni indiretti, causati dai turisti che si sono messi paura e non hanno confermato o prodotto prenotazioni. Adesso che la terra ha tremato in Romagna, e con una magnitudo nettamente inferiore a quella del 2016, arrivano i danni materiali.
In tutto questo vorrei ricordare che il Presidente della Regione Marche è di Pesaro, così come il segretario del PD, votato anche, per dire, a Fermo.

Luca Craia