domenica 18 novembre 2018

Ceriscioli il Taglianastri contro il Governo fuori tempo.

Dopo aver consumato centinaia di paia di forbici nel tagliare centinaia di migliaia di nastri tricolori inaugurando casette destinate a fradiciarsi in pochi mesi tra gli applausi di terremotati destinati a rimanere tali in eterno e sindaci di terremotati in cerca di un posto al sole, il governatore con la g minuscola delle Marche finalmente si arrabbia col Governo,  anche se con un ritardo temporale notevole e colpevole. 
E mica si arrabbia perché in due anni non si è mossa una pietra. Mica si arrabbia perché c'è gente che, dopo due anni, ancora villeggia al mare meditando di buttarsi sotto al treno. Mica si arrabbia perché c'è gente che pensava di essere tornata a casa nonostante la casa fosse visibilmente uno scatolone destinato a sciogliersi sotto la neve, la pioggia e la disonestà, e ora gli tocca tornare in villeggiatura al mare a meditare di treni e tuffi.
Il taglianastri pesarese si arrabbia perché il decreto Genova gli ha tolto quel misero potere che ha esercitato così male in due anni da rendere le Marche la Regione terremotata messa peggio tra le Regioni terremotate, tutte messe male.
E c'è pure chi gli dà ragione, tra sindaci in cerca di un posto al sole e terremotati in cerca di non si sa bene quali favori nell'Italia clientelare dei favori agli amici e conoscenti, purché non rompano le palle. Del resto il terremoto ha bloccato il centro Italia, ha spopolato l'appennino come da copione proprio in virtù della nota virtù italiana del compiacimento del potente e della ricerca del vantaggio personale. 
Non sono tornato a parlare di terremoto. Non me ne voglio più occupare, come promesso. Ma parlo di Italia, di Italiani, e del perché non vedo grandi speranze per il futuro, terremoto o ponti che crollano che siano.

Luca Craia 

venerdì 16 novembre 2018

Montegranaro. Si rifà Piazzetta delle Erbe. Miracolo elettorale che risolve un problema del centro storico.


Piazzetta delle Erbe è un luogo amatissimo dai Montegranaresi, un po’ perché storicamente è uno dei punti nevralgici del paese antico, un po’ perché è da troppo tempo che giace in un degrado vergognoso nonostante sia la prima cosa che vede chiunque entri nel centro storico da Porta Marina. Per rifarla si sono sbracciati in tanti, negli anni, ma nei fatti la situazione è rimasta la medesima fino a oggi. Oggi qualcosa cambia: le elezioni alle porte hanno fatto il miracolo e spunta dall’Ufficio Tecnico Comunale un progetto per sistemare l’area. In realtà è un progetto semplice e costa anche poco, 34.000 Euro. E qui viene da chiedersi come mai, con cifre così esigue, non si sia intervenuti prima. Ma la risposta sta nella data: l’anno prossimo si vota.
Comunque il progetto, a vederlo, sembra piuttosto carino. Realizzato da Silvia Mercuri e Anna Quintaiè, risulta molto lineare e minimale, rispettoso del contesto, con l’utilizzo di pietra arenaria per la pavimentazione e pochissimi fronzoli, come dovrebbe essere nel centro storico. Bene quindi, un piccolo tassello di paese antico che torna a posto, speriamo presto e speriamo bene.

Luca Craia

Montegranaro implementa le telecamere finanziato dal Governo, ma non basta senza politiche adeguate. E che almeno ora funzionino.


Ho sempre contestato all’Amministrazione Mancini il fatto che, con il sistema di videosorveglianza, avessero ritenuto di risolvere la questione della sicurezza e della criminalità purtroppo in crescita a Montegranaro. La videosorveglianza è un ottimo sistema di controllo e deterrenza purchè sia coadiuvato da altre azioni importanti in egual misura se non di più, partendo dal controllo costante del territorio, anche attraverso sistemi di vicinato, e l’attuazione di politiche atte a prevenire sacche di potenziale criminalità e a risolvere le situazioni in essere. E, lapalissianamente, a patto che le telecamere funzionino.
È capitato spesso che le telecamere, chiamate in causa dopo eventi criminosi, si siano dimostrate non funzionanti o non adeguate al compito. Casi di furto e danneggiamento in cui, andando a cercare i filmati, o non li si è trovati o li si è trovati non utilizzabili qualitativamente, sono nella memoria di tutti. Ma soprattutto va detto, senza tema di smentita, che non è stata attuata alcuna politica finalizzata alla lotta alla criminalità, lasciando, anzi, in qualche caso favorendo, processi di ghettizzazione e degrado sociale senza prendere contromisure. In questo modo l’impegno delle Forze dell’Ordine, in particolare dei Carabinieri della stazione locale, a cui va dato atto di un’azione costante di controllo e investigazione, perde di efficacia nonostante la qualità del lavoro.
Per questo non mi sento di salutare l’arrivo del finanziamento del Governo per potenziare il sistema già in atto con la stessa enfasi e soddisfazione espressa dall’Amministrazione Comunale. Ovviamente potenziare l’apparato, specie con i previsti varchi, è cosa ottima, ma se non si congiunge ad altre azioni su più livelli, diventa un alibi come è stato un alibi fino a oggi l’intero meccanismo della videosorveglianza. Quindi bene acquistare nuovi apparecchi e potenziare il sistema, ma si intervenga anche su controllo e politiche comunali, cosa mai fatta fino a oggi.

Luca Craia

Fatturazione elettronica: Fratelli d’Italia dice no. Ma gli altri che dicono?


La fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le imprese è l’ennesimo ritrovato di una burocrazia che, anziché controllare, automatizza le procedure noncurante degli effetti che produce. Se l’obbligo incide positivamente sui tentativi di evasione o elusione, dall’altro lato produce un aggravio di costi notevole e una complicazione nella gestione dell’impresa che per le piccole aziende può diventare un problema molto serio. Purtroppo, però, la burocrazia non ha la minima sensibilità circa i problemi di imprenditori e commercianti, e la politica sembra preoccuparsene poco, magari convinta che il vantaggio per l’erario sia maggiore dello svantaggio per le imprese che, alla lunga, si traduce in ulteriore elemento di crisi. Un provvedimento, insomma, che danneggia le piccole aziende, già in serie difficoltà per una crisi perdurante da troppo tempo, ma non va a incidere sulle grandi evasioni. Insomma, l’unico vantaggio è per i burocrati, mentre per le imprese il danno è serio.
Fratelli d’Italia sta promuovendo una raccolta firme al fine di rinviare l’introduzione della fatturazione obbligatoria per le piccole imprese al 2022. È un’iniziativa condivisibile che mi auguro venga accolta favorevolmente dai cittadini raccogliendo un numero importante di adesioni qualunque sia il proprio pensiero politico (per firmare clicca qui http://www.fratelli-italia.it/raccolta-firme/). È comunque sorprendente che l’unico, nel panorama politico italiano, a essersi posti il problema sia il partito di Giorgia Meloni. È anche sorprendente che l’idea di fondo nasca al PD, ma forse questo è molto meno sorprendente. Una forza politica attenta e vicina ai reali bisogni dei cittadini non potrebbe che essere contraria all’introduzione di questa ulteriore vessazione nei confronti di categorie economiche particolarmente deboli.

Luca Craia