La fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le
imprese è l’ennesimo ritrovato di una burocrazia che, anziché controllare,
automatizza le procedure noncurante degli effetti che produce. Se l’obbligo incide
positivamente sui tentativi di evasione o elusione, dall’altro lato produce un
aggravio di costi notevole e una complicazione nella gestione dell’impresa che
per le piccole aziende può diventare un problema molto serio. Purtroppo, però,
la burocrazia non ha la minima sensibilità circa i problemi di imprenditori e
commercianti, e la politica sembra preoccuparsene poco, magari convinta che il
vantaggio per l’erario sia maggiore dello svantaggio per le imprese che, alla
lunga, si traduce in ulteriore elemento di crisi. Un provvedimento, insomma,
che danneggia le piccole aziende, già in serie difficoltà per una crisi
perdurante da troppo tempo, ma non va a incidere sulle grandi evasioni.
Insomma, l’unico vantaggio è per i burocrati, mentre per le imprese il danno è
serio.
Fratelli d’Italia sta promuovendo una raccolta firme al fine
di rinviare l’introduzione della fatturazione obbligatoria per le piccole
imprese al 2022. È un’iniziativa condivisibile che mi auguro venga accolta
favorevolmente dai cittadini raccogliendo un numero importante di adesioni qualunque
sia il proprio pensiero politico (per firmare clicca qui http://www.fratelli-italia.it/raccolta-firme/).
È comunque sorprendente che l’unico, nel panorama politico italiano, a essersi
posti il problema sia il partito di Giorgia Meloni. È anche sorprendente che l’idea
di fondo nasca al PD, ma forse questo è molto meno sorprendente. Una forza
politica attenta e vicina ai reali bisogni dei cittadini non potrebbe che
essere contraria all’introduzione di questa ulteriore vessazione nei confronti
di categorie economiche particolarmente deboli.
Luca Craia