mercoledì 3 maggio 2017

Il ruolo fondamentale della scuola nel conservare la cultura locale



Quello che è avvenuto ieri a Montegranaro è un evento raro. Ieri oltre settanta bambini sono andati in visita a Montegranaro, un paesino quasi sconosciuto, a vedere come vive, a scoprire le sue bellezze antiche. È normale che si vada in visita alle città d’arte, ai luoghi della storia noti in tutto il mondo. Ma l’Italia è costellata di piccoli tesori disseminati nei piccoli borghi, e scoprirli è un esercizio di grande arricchimento, specie per i più piccoli. Paradossalmente gli stessi abitanti di questi piccoli centri per lo più ignorano il patrimonio che il luogo dove vivono custodisce. Ieri, insieme a bambini provenienti da Lanciano, un centro piuttosto lontano dal nostro, c’erano piccoli montegranaresi che hanno scoperto, insieme ai loro coetanei ospiti, il posto dove vivono.
È un esperimento importante dal quale dovremmo prendere spunto per ripeterlo e perfezionarlo. In questo è essenziale e imprescindibile il ruolo della scuola e delle insegnanti. L’evento di ieri è potuto accadere perché ci sono state delle insegnanti sensibili e capaci, che hanno investito la loro competenza per istruire i propri alunni sulla loro storia particolare, sulle loro stesse radici. Non è un compito semplice, specie in tempi come questi in cui le radici contano sempre meno, il sentirsi parte di una comunità prima che di un mondo senza confini è così poco stimolante.
Ricordo la mia infanzia e la mia maestra che mi faceva leggere la Strenna di Montegranaro di Giovanni Conti, nella sua riedizione a cura di Vincenzo Valentini. La Strenna è un testo che traccia, in maniera, se vogliamo, elementare, le linee principali della storia di Montegranaro. Ci sono molte lacune, diverse inesattezze, ma è importante comunque catalizzare l’attenzione dei piccoli scolari verso la storia locale, perché serve a riscoprirne il valore e a traslarlo in dimensioni più grandi e cosmiche. Un uomo che non conosce la propria storia e la propria cultura è un uomo che rischia di perdersi, e questo è quello che sta capitando oggi.
Le insegnanti Anita e Ramona, insieme alle colleghe di Lanciano, che hanno creato il progetto di cui ieri io e la mia associazione Arkeo abbiamo avuto il piacere e l’onore di fare parte, hanno fatto un lavoro preziosissimo che non va disperso: occorre ricominciare a trasmettere ai nostri piccoli il piacere della storia e della tradizione della propria comunità, per avere domani uomini più colti e consapevoli domani. L’augurio è che questo non sia un episodio isolato ma che dia l’abbrivio a un processo di recupero della nostra storia a beneficio dei Montegranaresi di domani.

Luca Craia

La strega bianca



Io l’ho sentito il tuo bisbiglio,
strega bianca, polverosa tentatrice,
ho captato il tuo dire, suggerire,
la tua voce sensuale sibilare.

Ho visto uomini ascoltarti
e perdersi
tra le tue braccia calde e omicide,
sulle tue labbra morbide e avvelenate.

Ti ho vista tramutata in spada
Nella vena dell’uomo perduto.
Ti ho vista muoverti sinuosa
nell’aria respirata.

Ti ho guardata stenderti,
polverosa delizia portatrice
di forza e di morte.
Lo so tu cosa puoi,

so cosa cerchi. E ti vedo
farti largo nel mondo
e conquistare l’uomo, sedurlo
e farlo tuo eterno schiavo.

Conosco il tuo gioco meschino
nel labirinto senza uscite.
Ora che di schiavi hai pieno il mondo
Cosa farai, bianca seduttrice?

Ora che i tuoi servi
seminano morte
coi pensieri spenti
dalla tua seduzione

cosa speri di avere?
Quando l’ultimo uomo
libero sarà tuo schiavo
il tuo padrone sarà re.

martedì 2 maggio 2017

Aiutiamo L’Albero del Pane di Visso a ripartire.



Mi piace girare ai lettori di questo blog l’appello lanciato dai titolari di un esercizio commerciale di Visso, Fabio e Lina, gente che vuole scommettere sul futuro di Visso nonostante tutto e, per farlo, è pronta a investire denaro ma soprattutto vita in un progetto imprenditoriale che guardi avanti. L’Albero del Pane è un’attività di panetteria e prodotti da forno nata a Visso nel 2005. Un’attività ben avviata che stava crescendo, dove i dipendenti amano lavorare perché, come dice Valentina sostenendo l'appelo dei titolari, si fa parte di una famiglia e di un progetto. Il terremoto ha interrotto questo progetto.
“Eravamo una squadra perfetta” dicono Lina e Fabio,  “tanto lavoro ma anche tante soddisfazioni.  I nostri dolci venivano acquistati da molti ristoranti e b&b della zona, così come il pane. Stava andando bene, la scorsa estate ci sono stati tanti turisti e abbiamo lavorato molto”. Poi il terremoto ha rotto la magia, distruggendo tutto, mandando via la gente, desertificando Visso.
I danni subito da L’Albero del Pane sono ingenti ma non irreparabili. Occorre comprare qualche macchinario nuovo, recuperare i vecchi dal laboratorio inagibile e pericoloso. L’attività però deve proseguire, loro ci credono e vogliono andare avanti, lo vogliono fare a Visso. C’è un modulo provvisorio dove trasferire il punto vendita e il laboratorio ma occorre denaro. Lo avranno, forse, dallo Stato, ma ancora non si sa quanto e quando. Per questo L’Albero del Pane ha aperto una pagina per raccogliere fondi e ripartire. Se volete aiutarli potete cliccare su questo link (CLICCA QUI) e fare la vostra piccola donazione. Credo valga la pena, perchè chi vuole andare avanti senza abbandonare il territorio, lottando contro la desertificazione, va aiutato e sostenuto.

Luca Craia