giovedì 4 maggio 2017

Il giorno in cui morirono i social network



Smisero di funzionare così, di botto. Era mattina presto quando i social network di tutto il mondo si piantarono contemporaneamente. Uozzappe non mandava né riceveva messaggi. Feisbucche non caricava più immagini e non funzionavano più i mipiace. Istagramme mostrava solo rettangoli neri. La gente andò nel panico. Non potendo più seguire i propri comportamenti social abituali,  cominciarono tutti a fare cose strane.
Il salutatore mattutino aprì la finestra e urlò il suo buongiorno al mondo. Il vicino lo mandò a fanculo.
Il chattatore alla guida alzò gli occhi, vide la strada e si spaventò a morte.
Lo speditore di poke random diede un buffetto alla moglie. La moglie lo picchiò.
Il cliccatore di mipiace andò al supermercato, comprò un pennarello e scrisse “mi piace” su tutti i cartellini dei prezzi. Il direttore del supermercato lo picchiò.
La trascrittrice colta di aforismi aprì un libro a caso, trovò una bella frase e fece copia e incolla, rimanendo appiccicata con le dita alla pagina.
Il condivisore di post aprì la cassetta della corrispondenza del vicino e provò a condividerne il contenuto, distribuendo bollette a destra e a manca.
Il commentatore di post si mise a litigare col televisore e lo ruppe con una testata.
L’odiatore a prescindere prese a pugni lo specchio del bagno, poi quello della camera e infine quello dell’ingresso. Totalizzò otto punti di sutura alla mano e una quantità incalcolabile di anni di guai.
Il seduttore seriale andò a trovare una sua amica virtuale e scoprì che aveva i baffi.
La principessa del castello aprì la porta a uno dei suoi amanti virtuali e scoprì che non ce l’aveva grosso come diceva e non era nemmeno così bravo a usarlo.
I ragazzi del gruppo dei tifosi della Lanerossi Vicenza si ritrovarono davanti al campo sportivo e picchiarono uno col giubbotto bianconero.
Le ragazze del gruppo delle amiche carissime scesero in strada, si incontrarono e non si salutarono.
Tutti andarono in piazza in cerca dei propri duemilaquattrocentododici amici e la trovarono piena di gente che non conoscevano.
In piazza, Gianfulvio fece una battuta spiritosa ma, invece di ricevere i suoi soliti venticinque mipiace, fu picchiato selvaggiamente.
Elena mostrò una generosa scollatura ma, invece di ricevere i consueti quattromilasettecentoventotto mi piace, ricevette un sacco di botte da una mandria di mogli inferocite.
C’era molto rumore in piazza finchè, a un certo punto, si sentì il suono di una notifica di Feisbucche. Tutti ammutolirono e guardarono lo schermo del loro smartphone, scoprendo che i social network avevano ripreso a funzionare. In piazza cominciò a sentirsi solo il suono delle notifiche. Tutti tornarono a casa a testa china. Uno si fece un selfi. Per terra rimase la cover stropicciata di un telefono. Chissà chi l'aveva persa.

Luca Craia

mercoledì 3 maggio 2017

Basso Quello Alto si redime e dice basta alle tifoserie il politica.




Mi segnalano che l’assessore all’ambiente Roberto Basso abbia scritto sul suo profilo Facebook queste parole: “La politica sta indubbiamente diventando come il calcio, tifoserie su tifoserie, ultras, tutti che hanno ragione su tutti cercando di screditare gli altri con insulti personali e cori razziali”. Dico mi segnalano perché l’assessore mi ha bloccato e quindi non posso verificare. La fonte, comunque, è attendibile e, qualora mi avessero informato male, mi scuso fin d’ora.
Non posso che compiacermi di questo mutato atteggiamento del nostro giovane assessore. Provenendo da lui, queste parole, acquistano peso maggiore, visto che, almeno per quanto mi riguarda, gli insulti peggiori li ho ricevuti proprio sulla sua pagina Facebook dalla sua tifoseria, rimanendo sul tema trattato dall’assessore.
Ricordo anche le danze di Veregra Street dell’anno scorso, in cui il nostro invitava la folla a seguirlo al grido di “chi non salta Craia è”. Quindi, se l’ex segretario del PD montegranarese ha deciso di cambiare atteggiamento verso comportamenti più civili e consoni al suo ruolo istituzionale, non posso che rallegrarmi. Significherebbe navigare verso giorni migliori, visto che la pratica dell’attacco personale e dell’insulto è largamente utilizzata dalla sua coalizione e dai relativi “tifosi”. Bravo Basso, quindi, nella speranza che questo buon proposito non faccia la fine che fanno di solito i buoni propositi.

Luca Craia