mercoledì 31 agosto 2016

Il PD non dibatte. Se la suona e se la canta.



Come ho già scritto qualche giorno fa (vedi articolo), il dibattito, secondo la lingua italiana, prevede la contrapposizione e la valutazione di idee diverse. Il “dibattito”, così lo chiama anche un quotidiano locale stamattina, che è in programma per domani sera alla festa dell’umidità sul tema più caldo del momento a Montegranaro, viale Gramsci, non è un dibattito ma una chiacchierata tra amici.
Interverranno gli amministratori. E poi? E poi il pubblico potrà fare domande. Il pubblico, alla festa dell’umidità, non è mai di parte, per niente. Immaginate quindi quando potrà essere acceso il dibattito. E se lo fosse, qualcuno dovrebbe porsi delle domande. Non disperiamo.
Comunque, tornando al supposto dibattito, per essere tale sarebbe stato bello ci fosse qualche rappresentante dell’opposizione, seduto sul palco in mezzo agli eroi piddini, a esporre una posizione diversa. Sarebbe stato bello che fosse stato invitato qualche esponente del Comitato Buon Senso, che si sta battendo da mesi per convincere l’Amministrazione Mancini che il progetto di riqualificazione è una Corazzata Potemkin pazzesca.
Ma, a quanto si sa, ci saranno solo i soliti, quelli che hanno già deciso, quelli che hanno detto chiaro e tondo che si fa così punto e basta, quelli che hanno detto che o si fa così o, anziché spendere i soldi nel centro, “che non li vogliono" (cit. Ediana Mancini), li spendiamo a Santa Maria, secondo quale logica amministrativa non si sa. E allora, amici del PD, compagni, frequentatori delle feste dell’umidità, chiamiamo le cose col proprio nome. Quello non è un dibattito, è una riunione di partito, una conversazione in salotto.
A meno che, tra il pubblico, non spunti qualche contestatore, qualcuno di quelli della lista nera, la lista dei cattivi, dei gufi, quelli che, ‘ste carogne, si permettono di dissentire. Uno di quelli che, hai visto mai, facciano una domanda non prevista, una di quelle che pretenderebbero una risposta. Vedremo.

Luca Craia

martedì 30 agosto 2016

Raccolta fondi pro terremoto: navette dalla costa per visitare Montegranaro



Crescono le iniziative legate alla proposta dell’associazione culturale Arkeo per raccogliere fondi da destinare al recupero di beni culturali colpiti dal sisma. Domenica 4 settembre i volontari dell’associazione coadiuveranno la socia Sabina Salusti, guida turistica abilitata, nell’offrire due tour di Montegranaro. I tour partiranno dall’antica ecclesia di Sant’Ugo per proseguire su SS.Filippo e Giacomo, piazza Mazzini e i suoi palazzi, i portali di San Francesco e della Pieve del SS. Salvatore per concludere in San Serafino.
Ora, per coloro che vorranno prendere parte ai tour e provengono dalla costa, grazie alla generosità di Francesco Reali che ha messo a disposizione un pullman e alla competenza di Paola Poggi, ci sarà la possibilità di usufruire di un servizio navetta che passerà a raccogliere i turisti nei principali camping del litorale fermano. Ovviamente il servizio è esclusivamente su prenotazione e si può richiederlo chiamando i numeri 393-7084612 oppure 0734/642391.
La partecipazione è a offerta libera e le somme raccolte saranno destinate al recupero di uno dei purtroppo tanti beni culturali danneggiati dal terremoto. Il Direttivo di Arkeo non ha ancora deciso quale sia questo bene perché si attende di conoscere i progetti di ristrutturazione che verranno portati avanti. Le somme raccolte sia con questa iniziativa che con altre che sono in fase i studio, saranno consegnati direttamente nelle mani della proprietà del bene, sia essa la Curia, la Parrocchia o il Comune. Non ci saranno tramiti.
L’idea che ha mosso Arkeo nell’organizzare questa giornata turistica montegranarese è quella che molti amanti dell’arte ma anche conoscitori dell’economia delle zone colpite stanno sostenendo: se non si recuperano i beni culturali non ripartirà l’economia delle zone terremotate, profondamente legata al turismo. Per questo è fondamentale aiutare sì le persone direttamente ma anche l’economia che fa sì che i paesi danneggiati dal sisma possano vivere.

Luca Craia

Scuole a norma, scuole sicure. La preoccupazione dei genitori.


Sale la preoccupazione dei genitori di alunni delle scuole montegranaresi dopo il sisma. Se già era noto che alcune strutture non fossero a norma, oggi diventa ancora più lecito porsi domande sulla sicurezza degli edifici scolastici, sia in funzione dei danni eventuali causati dal sisma, sia in funzione della prevenzione di nuove scosse importanti. In effetti siamo ancora in pieno sciame sismico e nulla può garantire che non avvengano, nell’immediato futuro, nuove scosse.
In questo senso appare superficiale affermare che le scuole siano sicure anche se non a norma. Sarebbe quindi giusto e doveroso rassicurare i genitori e la cittadinanza con dati certi, ottenuti tramite una perizia scrupolosa sugli edifici che ne attesti la sicurezza, per quanto, se non a norma, mi pare piuttosto difficile poter dare rassicurazioni certe. In effetti le norme sono fatte per garantire la sicurezza e, quando non vengono rispettate, sicuramente qualche requisito essenziale manca. Dire, per esempio, che la struttura del nido è in parte inagibile e in parte sicura al 100% pare piuttosto azzardato.
Con la diligenza del buon padre di famiglia (nel nostro caso, della madre), il Sindaco dovrebbe adoperare il massimo scrupolo e, laddove esista anche il minimo dubbio sulla sicurezza degli edifici, prendere immediati provvedimenti. Altrimenti, Dio non voglia, accadesse qualcosa di grave, non vorrei proprio essere nei suoi panni.

Luca Craia

I controlli del Comune. E le case abbandonate?



Fa abbastanza stupore quanto si legge sulla pagina Facebook del Comune, unico luogo, tra l’altro, dove lo si possa leggere, come se i cittadini privi di Facebook non avessero diritto a essere informati, che i controlli dei danni del sisma verranno effettuati “esclusivamente negli immobili privati per i quali sono state fatte segnalazioni da parte degli stessi proprietari”. La domanda che mi pongo è la seguente: e gli stabili abbandonati?
Il centro storico pullula di case di cui addirittura si ignorano i proprietari o edifici i cui proprietari non prestano più alcun interessa da anni. In quei casi, chi controlla? Personalmente ho fatto un breve giro e, a prima vista, non sembra ci siano modificazioni sostanziali. Ma occorre controlla re in maniera approfondita e io non sono un tecnico. Considerando che, per la maggior parte, si tratta di costruzioni vetuste che già di per sé rappresentano un pericolo, dopo il terremoto diventa fondamentale per la pubblica sicurezza controllarne la staticità.  
Se non lo fa il Comune perché i proprietari non segnalano, chi lo dovrebbe fare? Attendiamo che caschi qualche pezzo, magari addosso a qualcuno, e poi interveniamo?

Luca Craia