lunedì 1 giugno 2015

Le regionali a Montegranaro: proviamo a leggere i numeri



Regionali 2015 - Il Pd, a Montegranaro, si conferma primo partito con 1222 voti che equivalgono al 28,30% dei votanti.  Seconda arriva la lista Marche 2020, a Montegranaro molto competitiva per la presenza del candidato locale Gastone Gismondi. La lista di Spacca conta 1172 voti pari al 27,14%, quindi una differenza di soli 50 voti. Terzi i Cinquestelle con 640 voti equivalenti al 14,82%. La Lega prende un interessante 11,58% dei voti, pari a 500 preferenze.
Dato molto importante da tenere in considerazione è l’affluenza, decisamente bassa: 47,50%.
Ragioniamoci su: il Pd vince, almeno coi numeri, ma non convince per niente. Considerando che il Sindaco in persona è sceso in campo, pur non avendo candidati locali da sostenere, per invitare i cittadini a non votare il candidato di Marche 20202, il voto assume una valenza politica è può essere interpretato come una valutazione, da parte dell’elettorato, dell’operato della giunta Mancini. E la valutazione non mi pare per niente positiva. 1222 voti sono pochissimi, se ragioniamo in termini relativi sono ancora meno. Infatti il 47.5% del 28.3% è il 13,44%. Il ragionamento non sarebbe valido se il Pd locale non si fosse schierato tanto apertamente ma, dato che lo ha fatto con grande impegno, oggi possiamo affermare che il Pd Montegranarese vale il 13,44% dei votanti. Pochino per governare con serenità, non trovate?
Anche Gismondi, tutto sommato, non brilla anche se i 1172 voti montegranaresi sono sicuramente tutti suoi. Ma bisogna sempre ragionare con l’affluenza. Gismondi perde ma la sua lista prende solo 50 voti in meno del Pd, in controtendenza con la regione intera ed è un ottimo risultato, considerando che la lista di Spacca, in tutta la provincia di Fermo, ha totalizzato 3801 voti prendendone ben 1172 solo a Montegranaro. Gismondi può essere più che soddisfatto. E l’operazione affossa-Gastone è fallita.
Magro bottino per i 5 Stelle, in piena fase di riassetto, con una campagna elettorale fiacca e un’attività, fin qui, poco concludente. Il cambio di rappresentanza in Consiglio Comunale forse gioverà. Buona, invece, l’affermazione della Lega, segno che i temi di Salvini fanno breccia. Peccato che i nostri problemi non sono tutti legati all’immigrazione. Il resto lascia il tempo che trova, con Forza Italia in crollo verticale, i fantasmi della Democrazia Cristiana che non fanno paura a nessuno e una sinistra in scomparsa rapida. Forse gli amici di Sel dovrebbero interrogarsi sulla loro politica locale e sulla loro presenza all’interno della giunta Mancini.


Luca Craia

Il messaggio per gli amici e la valenza politica locale del voto.




Che uno possa scrivere un SMS anche la domenica delle elezioni è pacifico, anche se si tratta di uno che ricopre cariche istituzionali. Che uno, in questo SMS, possa scriverci quello che gli pare è altrettanto pacifico, anche se ci scrive di votare uno piuttosto che un altro. Ma quando questo “uno” fa continue paternali indicando in questo il cattivo, in quello lo sfigato, in quell’altro il gufo e in quell’altro ancora quello che non ama il proprio paese, un SMS mandato la domenica delle elezioni agli amici più fidati (che poi tanto fidati non sono, visto che la cosa è trapelata) contenente raccomandazioni non tanto su chi votare quanto su chi non votare, ci dice tutto sul suo amore per il proprio paese e, soprattutto, sulla sua cattiveria.
Ma si tratta di cattiveria? Anche ma non solo, c’è anche tanto calcolo politico, opportunismo, politica fatta alla vecchia maniera, quella per occupare sedie e poltrone, per raggiungere il potere fine a se stesso e ad altri fini. C’è una strategia di domino dove, se una tessera si sposta, per dire, ad Ancona un’altra deve andare a Fermo e così via. Il vantaggio per il cittadino? Difficile scorgerlo, anche alla prova dei fatti, tolte, naturalmente, le asfaltature estemporanee della campagna elettorale e le passate di spazzolatrice.
In questo gioco tutto fa comodo, dall’editoriale-spottone (non mi piace il termine marchetta) fatto uscire due giorni prima del voto all’articolo sul centro storico della domenica mattina. Che c’entra il centro storico? C’entra, perché se un’amministrazione comunale si spende in maniera diretta dando indicazioni di voto (o di non voto) poi c’entra tutto e il voto, che non riguarda in Comune, assume valenza politica anche per quest’ultimo. E se io critico il politico che chiede di far uscire l’articolo proprio la domenica del voto e il giornalista si inalbera, allora devo pensare più male di quanto stessi già pensando.
Ora attendo i dati relativi allo spoglio di Montegranaro per vedere se questa strategia abbia o no sortito gli effetti desiderati. Ma conta poco. Quello che conta è che mai in vita mia ho visto la politica scendere a un livello così basso.

Luca Craia

venerdì 29 maggio 2015

La politica sempre più in basso



Il caso del volantino elettorale di Gismondi sta diventando, di minuto in minuto, sempre più serio e grave e segna marcatamente come la politica nostrana sia scesa a un livello infimo, dal quale credo sarà davvero difficile risalire per recuperare rapporti umani e rispetto ormai definitivamente compromessi. Ma veniamo ai fatti:
È in circolazione in questi giorni un volantino elettorale in cui il candidato Gastone Gismondi, nel fare propaganda a se stesso per le elezioni regionali, attacca piuttosto duramente l’amministrazione Mancini contestandone diverse scelte. Ripeto: l’atteggiamento tenuto da chi ha redatto il volantino è piuttosto duro ma, a mio giudizio, rimane nel novero della dialettica politica, contestando i fatti e non le persone. La durezza è probabilmente conseguente all’altrettanto dura presa di posizione contro Gismondi da parte del Sindaco e del Vicesindaco, letta sulla stampa, nella quale, però, si scendeva in maniera anche pesante sul piano personale (Gastone è cattivo).
La notizia di oggi è che è stato depositato, presso la Polizia Municipale e i Carabinieri, un esposto contro l’associazione Viviamo Montegranaro il cui presidente, Simone Pirro, sembra essere stato convocato in maniera informale dalla Polizia Municipale per essere informato della cosa. Il motivo dell’esposto non è il fatto che nel volantino vi siano ingiurie o notizie diffamatorie, come qualcuno dell’entourage del vicesindaco sta cercando di far credere sul solito Facebook, ma semplicemente che sul foglio non è riportato, come la legge prescrive, il nome del committente. Mi pare un peccato veniale, tutto sommato, che non giustifica le parole di fuoco usate dal vicesindaco, sempre su Facebook:
Mi riferiscono, perché qualche coniglio non ha avuto il coraggio di lasciare il volantino anonimo contro il Sindaco, il sottoscritto ed il collega Perugini a casa mia, che girerebbero per la città delle grandi menzogne accompagnate da foto diffamatorie contro di noi e la nostra amministrazione comunale, con L'espresso invito a votare per Spacca e dando la preferenza ad un ex sindaco commissariato già sonoramente bocciato alle urne nel 1995 e nel 2014 e che quando è stato in lista insieme al sottoscritto ha sempre preso la metà delle mie preferenze. Ebbene, proprio da questo vile gesto anonimo, dove non si ha il coraggio di apporre la propria firma, tutti i nostri concittadini ed i fermani in genere, dovrebbero convincersi ancor di più, che non bisogna dar fiducia a chi fa veicolare i volantini anonimamente ed a chi non ha saputo assolutamente amministrare Montegranaro. Se li conoscete evitateli, se non li conosciute informatevi e leggete i bilanci del comune, regolarmente sottoscritti dal revisore dei conti e passati al vaglio del consiglio comunale. Purtroppo per loro a Montegranaro gli è stato rotto il giocattolo...”.
Stiamo, credo, scrivendo un tristissimo capitolo della storia del nostro paese, un capitolo in cui la politica è diventata enormemente distante dagli interessi reali dei cittadini aggrovigliandosi in faide che non appartengono alla cultura della nostra terra. Uno scontro bassissimo che non va sui contenuti e sulle proposte ma va cavillando alla ricerca del pretesto per far male all’avversario. Tutto questo è la punta di una piramide sommersa fatta di piccole grandi cattiverie, meschinerie, lingue lunghe, chiacchiere da bar ma anche ingiurie, voci diffamatorie diffuse sottobanco, velate minacce anche ai cittadini che in qualche modo vogliono dire la loro.
È un modo di fare che si è immediatamente innescato dopo l’elezione dell’Amministrazione Mancini e forse è dovuto proprio all’ormai manifesta incapacità di calarsi nel ruolo di governo mentre è rimasta attaccata a questa maggioranza la forma mentis dell’opposizione, dopo anni di non governo. Alcuni personaggi in particolare, come il vicesindaco, non riescono a calarsi nel ruolo ma reagiscono malamente ad ogni critica spostando il tutto sul piano personale. Le conseguenze sono disastrose.
Non è mia intenzione difendere Gastone Gismondi che, credo, è in grado di difendersi benissimo da solo anche perchè, effettivamente, mancando l'indicazione del committente, un qualcosa di scorretto c'è. Ma l’esposto per una tale sciocchezza mi pare una mossa sporca che trascina la dialettica, se così si può chiamare, a un livello talmente basso da farla uscire dalla definizione politica. Lo sfogo del vicesindaco su Facebook poi è puerile, meschino e, non facendo mai nomi come consuetudine, piuttosto vile. Io non so chi sia l’autore dell’esposto, ma è un gesto che condanna la politica montegranarese a un declino forse inesorabile. Qualcuno dovrà assumersene la responsabilità.

Luca Craia