venerdì 28 marzo 2014

Arkeo rinnova il Direttivo e le cariche sociali per il triennio 2014/17.


COMUNICATO STAMPA 02/14

Si è riunita ieri sera, presso la sede sociale di Arkeo, l’Assemblea Generale dei Soci in forma ordinaria. L’incontro dei soci era di massima importanza perché, oltre all’approvazione del bilancio annuale, l’Associazione si trovava nel momento di scadenza triennale del proprio Consiglio Direttivo e quindi l’Assemblea è stata chiamata ad eleggerne uno nuovo.
I soci di Arkeo hanno quindi reputato di proseguire sulla strada intrapresa confermando in toto il Direttivo uscente con l’innesto di due nuovi consiglieri che si sono particolarmente distinti per impegno e dedizione: Beatrice Caldarelli e Antonella Leoni. Il Consiglio Direttivo passa così da cinque a sette membri.
Lo stesso Direttivo, che rimarrà in carica fino al 2017, appena eletto, ha proceduto alla nomina delle cariche sociali, confermando sostanzialmente l’esistente. L’organigramma dell’Associazione è quindi il seguente:
Presidente Luca Craia
Vice Presidente Dino Gazzani
Segretario Sabina Salusti
Tesoriere Graziella Marziali
Consigliere Guido Eugeni
Consigliere Beatrice Caldarelli
Consigliere (con funzione di P.R.) Antonella Leoni.
Il Direttivo ha subito discusso le prossime iniziative che vedono Arkeo in prima linea per la difesa e la promozione del territorio e dei suoi beni culturali e ambientali. Già sabato si procederà con una nuova esplorazione degli ipogei montegranaresi mentre domenica i nostri volontari sono impegnati nell’apertura mensile di Sant’Ugo ospitando anche l’iniziativa del Fai e dell’Archeoclub con le miniguide. Martedì saremo relatori presso la Provincia di Fermo per l’organizzazione della Settimana Colta provinciale.

Il Presidente
Luca Craia

giovedì 27 marzo 2014

Piccionman e la sesta lista



Piccionman sedeva davanti al caminetto in una fredda giornata di pioggia di inzio primavera quando suonarono alla porta. Erano Batman e Robin, Wonderwoman, Superman, i Fantastici 4, Catwoman, l’Incredibile Hulk e l’Uomo Ragno.

-         Facemola corta – disse Superman – te devi mette in lista co noatri.
-         Eh? – rispose Piccionman – Che lista????
-         Facemo la lista pe l’elezioni – rispose con cipiglio Wonderwoman
-         Ma voatri sete matti. Lo sapete che ghià ci ni sta cinque de liste? – disse Piccionman preoccupato
-         E allora? Saremo la sesta. La superlista de li supereroi. Chi ce freca? – fece Batman col suo solito atteggiamento strafottente
-         Sci ma io non c’agghio voglia, nomme ne va, e po’ sai le ccimentature? Esselo, vedi? Facia finta de preoccupasse de li picciù e invece volia solo presentasse a l’elezioni – ribattè lagnante Piccionman.
-         Sta a sentì, coso – fece l’Uomo di Gomma – qua ce serve la jente da mette in lista. Ci sta poco da discore. Tu te metti in lista e zitto, sennè rlei.
-         Ma senti che robba! Ma lo sapete contro chi ve mettete? Ci sta Basso! Quillo c’ha l’amici alieni. Che glie facemo? – balbettò Piccionman
-         E tu c’hai paura de quattro marziani? Ma per piacere! Li ncarto io co le ragnatele a quissi. – fece, rassicurante, l’Uomo Ragno.
-         Ma ci sta da fa cagnera, ci sta Lucentini che non perdona, li comunisti, li grillini che sta ncazzati, Mariani che d’è pure grosso!
-         A quilli ncazzati ce penso io! – tuonò l’Incredibile Hulk.
-         Ah beh… allora…. E a Gastone? Quillo vegne solo perché ad’è bello. Che glie facemo?
-         Guarda – intervenne Robin – a parte che pure io no scherzo, ma so chiamato a Thor. Ci sta pure isso. Voi mette Gastone co’ Thor? E su!
-         Allora… va ve, daje, ce penso….
-         None!!!! – disse Batman – tu te candidi e zitto.
-         Cedo alla violenza – disse rassegnato Piccionman

E così nacque la sesta lista. Come andò a finire lo racconteremo nella prossima puntata, dopo le elezioni.

Il Comune non è un’azienda



Curioso il concetto espresso dall’ex assessore Lucentini a proposito del Comune sul Corriere Adriatico di ieri. Lucentini paragona la cosa pubblica locale ad un’azienda e si stupisce di come ci siano, almeno sulla carta, ben cinque compagini pronte a prenderne le redini nonostante si pensi navighi in cattive acque finanziariamente parlando. Ne deduce, Lucentini, che in realtà tale azienda non sia davvero in così cattive acque. Deduzione secondo me sbagliata. Come si diceva una volta in filosofia, nego maiorem, ergo nego consequentiam.
Il Comune non è un’azienda, caro Mauro. È tutt’altra cosa. E forse è proprio per il fatto che ci siano persone che si occupano di amministrarlo che lo considerino tale che ora il bene pubblico è ridotto come è ridotto. La situazione finanziaria, checché se ne dica, è disastrosa. Non irrimediabile, intendiamoci, ma molto preoccupante. Non essendo però, il Comune, paragonabile ad un’impresa privata, ma essendo lo stesso bene pubblico al quale sono legati i destini dei cittadini, giocoforza è naturale che alcuni cittadini, in questo caso tanti, si mettano a disposizione per cercare, ognuno con la propria cultura, mentalità, progettualità, di mettere rimedio ad una gestione che dura da anni e che ha prodotto i risultati che ben vediamo.
Sarebbe invece opportuno, finalmente, un’ammissione di responsabilità da parte di chi ha amministrato Montegranaro negli ultimi anni. E non per giustizialismo, solo per giustizia, per chiarezza. Perché, anche ammesso che si possa tornare a proporsi all’elettorato dopo i disastri combinati, sarebbe auspicabile prenderne coscienza in modo di dare almeno la tranquillità all’elettore che certe scelte scellerate non si faranno più.

Luca Craia

martedì 25 marzo 2014

PRIMAVERA - DI ANNA LISA MINUTILLO

Ancora una volta ci onoriamo di ospitare un bel pezzo di Anna Lisa Minutillo, giornalista e scrittrice di grande sensibilità.

Il ticchettio della pioggia sui vetri che si fonde con quello dell’orologio che imperterrito scandisce il tempo e segna parentesi di ricordi e di emozioni.

Il silenzio che si sta per illuminare a giorno quando si distendono le curve del cuore e si aprono alla voglia di raccontare e di parlare,la paura di farlo per non rompere l’incanto.

Siamo arrivati ancora una volta alla stagione primaverile e vediamo i giorni illuminarsi un po’ di più,i fiori fare capolino da questa terra che li ricopriva fino a pochi giorni fa, e c’è e ricomincia l’inno alla vita ed alla voglia di leggerezza ,di sole,di risveglio non solo di colori ma anche dell’anima e del cuore e siamo ancora qui e ci chiediamo come mai e non ci rendiamo conto della grande fortuna che abbiamo nel poter assistere a tutto questo,non lo vediamo o forse non lo vogliamo vedere.

E’ sempre notte e come tutte le notti per me inizia la rumorosa pace del silenzio che fa tanto di quel rumore da non poter spiegare,non ci sono le parole giuste ,le cerco perché voglio che quando mi serviranno non vengano fraintese e possano distendersi lungo le pieghe della vita che corre senza dare l’errata sensazione di essere giunte li quasi per caso,devono essere ben meditate ,devono diventare dolci ma anche decise,devono avere il piglio giusto,devono indignare far reagire,devono dare la svolta,devono scuotere l’anima,devono essere fendenti che li liberano nell’aria si fendenti come quelli che continuano ad essere inferti su questi corpi martoriati ,su questi volti tanto amati,su queste vite che avevano voglia di essere vissute ,su queste donne di cui spesso ci si dimentica pur parlandone con una certa cadenza ormai spettacolarizzata ad uso e consumo della notizia dell’ultima ora che riempie titoli di testa e che si dissolvono dopo un giorno dalla loro stessa pubblicazione.

Mi viene in mente nella stagione dell’amore,nel momento in cui i battiti del cuore accelerano notevolmente,nella pausa fra l’inverno gelido come i cuori che circondano queste donne che amavano e forse anche troppo al punto da annullare se stesse per vedere compiaciuti ed appagati i loro compagni di vita ,di storia, di cuore e il primo sole caldo che fa capolino fra le nuvole grigie di queste città che tornano a risplendere avvolte dalla luce che avevano anche dimenticato di possedere.

Cosa vogliono le donne alla fine ? cosa cercano? Di cosa hanno bisogno per sentirsi felicemente coinvolte nelle loro relazioni? Cosa si aspettano dai loro compagni? Come mai diventano facili prede di mani avide di vendetta e di rabbia repressa? Cosa manca a questi rapporti nati con l’aspettativa del primo bacio e l’ansia della prima vacanza da trascorrere insieme?

Cosa manca a questi uomini che da persone adorabili diventano carnefici delle loro stesse donne? Cosa scatta nella mente di chi non accetta un rifiuto in questo momento storico dove bisogna avere tutto ciò che hanno gli altri per sentirsi davvero realizzati,hanno forse finito per considerare l’amore come un possesso da estendere oltre che ai beni materiali anche ai sentimenti?

Hanno forse iniziato a paragonare i sentimenti a qualcosa da acquistare come se fosse in vendita sulla bancarella della frutta al mercato? Hanno paura di sfigurare rispetto ai loro amici,alle loro famiglie perché non sono riusciti a tenere con se chi dava loro prestigio e cura? Cosa sta accadendo a quel cuore che non si vergognava e non temeva un no cosa…

Alcune volte mi improvviso osservatrice esterna e non coinvolta e mi capita di entrare in siti dove ci sono chat destinate agli incontri fra i due sessi ,le prime battute di qualcuno sono sempre il solito disco rotto,altri in men che non si dica hanno già deciso di lasciarti il numero del loro cellulare anche se non lo hai richiesto,altri ancora ti inviano immediatamente la loro foto dicendo che la inviano solo a te e lo fanno perché ti ritengono speciale e non vorrebbero perderti…Perdermi rispondo io? Si,mi dispiacerebbe non ritrovarti più,non poterti più parlare e allora faccio notare che non si può perdere qualcuno che non si è mai avuto e restano stupiti,come risvegliati,interdetti .

Utilizzano termini che dovrebbero essere usati con cautela come si trova scritto in alcuni bugiardini che accompagnano apparecchiature pericolose.

Poi ci sono gli audaci ,quelli che ti invitano ad uscire con loro senza neanche sapere cosa ti interessa fare dove ameresti andare,tanto loro vogliono andare solo in un luogo con te per cui perché perdersi in preamboli..?

E alla fine quelli hot ,i repressi del caso quelli che pensano ancora che le dimensioni contino nella vita ma non quelle occupate dalla mente ma quelle occupate dal loro organo riproduttivo e decidono di inviarti un bel selfie che li ritrae in tutto il loro splendore ed allora ti viene quasi in mente di realizzare un book con tutti gli scatti riservati a questa parte del corpo con cui spesso finiscono con il ragionare seguendo le sue pulsioni e dimenticandosi di avere anche delle pulsazioni.

Si consuma tutto attraverso la tastiera,i monitor,il rumore delle dita che corrono veloci sui tasti e che fanno compagnia intanto che si sforzano di mettere insieme quattro scarne parole da dire e di cui non importa poi molto .

Allora mi chiedo se queste persone uscissero dallo schermo cosa sarebbero in grado di fare,mi chiedo se questo correre ed accorciare le distanze della tecnologia non ne abbia create di ben più grandi di distanze non abbia aumentato le distanze fra i cuori si perché di ascoltarsi,di dialogare,di scoprirsi,di sfogliarsi come pagine di libri non importa poi molto a nessuno.

E questo è uno spaccato della vita reale che viene trasposto nel virtuale ma che alla fine non è differente da ciò che accade nella realtà,sentimenti usati come merce di scambio,distrazione e solitudine che si vogliono riempire con dialoghi che di dialogo non hanno nulla,ci si sente al sicuro perché non costretti ad interagire direttamente e chissà se alcune pieghe di queste situazioni non siano poi motivo scatenante di frustrazioni da sfogare sui corpi di quelle donne che ignare di tutto ciò decidono di iniziare a frequentare qualcuno di questo soggetti.

Non ci si espone più,si temono le persone,si temono le parole si temono anche gli abbracci,si teme l’amore e questa stagione che è appena iniziata ha già lasciato scie di sangue ad introdurla ,scie di dolore,di sogni spezzati di attimi rubati di cocente indifferenza ed imbarazzo che non vogliamo più provare.

Siamo impreparati per vivere ciò che cerchiamo,non ci stupiamo più ,non troviamo più particolari le gentilezze,riteniamo ridicola la tenerezza,non sappiamo definire un bacio,non riusciamo ad essere naturali con le cose naturali perché conosciamo solo le finzioni e quando c’è ne rendiamo conto il castello di carte crolla e non abbiamo più appigli perché abbiamo smesso di credere anche nei sogni non ci sorreggiamo più nemmeno attraverso quelli..

Cosa accade al nostro cuore,perché quando ci parla non lo ascoltiamo più,come mai non muoviamo un dito per far capire a chi si infila in situazioni poco raccomandabili che non si deve avere paura di parlare di coinvolgere persone di chiedere aiuto .

Non riesco a comprendere molte cose,non riesco ad essere molta cosa,non riesco a far combaciare la parola amore al dolore,non riesco ad immaginare qualcuno che dovrebbe starci accanto iniziare a colpire noi per la vigliaccheria di non colpire se stesso e le sue paure,i suoi timori,non voglio vedere altri corpi allungare la lista dei nomi di chi cade per mano dell’amore malato,non mi piace più questa vita non vita che in molti conducono credendo che questo sia il modo per stare al mondo,questa è sopravvivenza che si trascina fino a che non priva della vera vita qualcuno e questo non c’entra nulla con l’amore.

E come sempre è notte ,e come sempre i pensieri corrono veloci e come sempre non c’è spazio per vedersi sconfitti,e come sempre non manca la voglia di vedere il sole dietro a queste nuvole che sono tornate ad oscurare il cielo.

Cerco di iniziare il nuovo giorno,mi preparo il primo caffè,spalanco la finestra,respiro a pieni polmoni ,decidendo di uscire in giardino mi faccio avvolgere da questa pioggia che voglio lavi via davvero tutto questo orrore che deve smettere di fare rima con amore perché l’amore farà girare il mondo sempre e chi si permette di fermarlo per mano violenta ha già ucciso se stesso senza rendersene neanche conto.

lunedì 24 marzo 2014

Don Diego Della Valle, lo Zorro de noantri




Che Diego, comunemente indicato da chi non lo ama molto come “lu casettà” (il casettano, dalla frazione di Sant’Elpidio a Mare che gli ha dato i natali e dove tuttora risiede), non sia un distillato di simpatia appare evidente e, del resto, egli stesso non compie grandi sforzi per rendersi simpatico. Tuttavia, nonostante nel Piceno, al quale eppure dà lustro, collezioni miriadi di detrattori, egli diventa ogni giorno più interessante e accattivante. Lo diventa perché dice quello che gli altri si limitano a pensare, vedi gli attacchi alla dirigenza Fiat e, ultimo, quello all’ad di Ferrovie dello Stato, indicando, con quattro parole caustiche, quelli che sono innegabilmente mali pesanti del nostro tempo.
Ma Della Valle è soprattutto un esempio da seguire per i nostri imprenditori. Il nostro Zorro piceno, incredibile ma vero spende soldi per la propria città. Investe, don Diego, in servizi per i propri concittadini. Utilizza parte degli utili della sua azienda per dare servizi fondamentali ai propri dipendenti. E, assurdo anche solo a pensarci per i suoi colleghi calzaturieri, tutti intenti a finanziare questa o quella squadra sportiva, Diego della Valle spende soldi per la cultura!!!!
Che mister Tod’s abbia anche la proprietà della Fiorentina calcio lo sappiamo tutti. Ma ricordiamoci del Colosseo, ad esempio. E dei tanti piccoli e grandi investimenti che sta facendo a Casette d’Ete e a Sant’Elpidio a Mare. E pensiamo solo per un instante cosa potrebbe accadere se ogni imprenditore si comportasse nello stesso modo, partecipando delle spese per la collettività, promuovendo cultura. Immaginiamo cosa potrebbe diventare, ad esempio, la nostra regione e, in particolare, il nostro Piceno se tutti i piccoli imprenditori, commisuratamente alle proprie possibilità, investissero parte degli utili per far crescere il territorio, finanziando infrastrutture, recuperando i beni culturali di cui disponiamo in quantità ma che se ne stanno a macerare nel dimenticatoio.
Della Valle non è un missionario: quello che fa lo fa sia per senso civico sia perché ne ha un ritorno: pubblicità, immagine, credibilità. Questo vale anche per imprenditori più piccoli di lui. Ma è una questione di mentalità. E di sentirsi anche un po’ Zorro.

Luca Craia

sabato 22 marzo 2014

La Canzone di Noi - La Gara" - Quelli che ... non solo gospel

Per chi se lo fosse perso in Tv



Spazio ai cittadini - Divieto di fare ginnastica in strada - di Donatella Martelli



Inauguro con questa segnalazione della professoressa Donatella Martelli gli spazi dedicati ai cittadini.
 

Paese di vere eccellenze Montegranaro, dove non funzionano (ops...lampeggiano) i semafori ma le guardie comunali invece funzionano benissimo.
Così bene che, avvisate da un solerte cittadino, sulla presenza di alunni della scuola media che stavano facendo ginnastica in una parte di spazio antistante la terza palestra, si sono precipitate dalla Dirigente (momentaneamente assente), poi da me ad "notificarmi" il "divieto" di stare li', il tutto al cospetto di ragazzi increduli ed attoniti (oltreché eccezionalmente disciplinati ed educati).
Il motivo della presenza dei ragazzi al di fuori della palestra era legato alle favorevoli condizioni climatiche che evitavano ai miei alunni le malsane condizioni di una palestra particolarmente sporca.
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale vigilare un senso unico che per molti unico non e'?
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale in uno spazio sottostante a scuole e palestre molto frequentate, che viene preso per il circuito cittadino di Monte...carlo?
Perché in tanti anni non ho mai visto una guardia comunale in uno spazio adiacente e sottostante il senso unico, degradato da immondizia, siringhe e profilattici? E pure con un deposito di bombole di gas?
Complimenti per tanta solerzia e zelo!
La cittadinanza può dormire sonni tranquilli avendo una polizia municipale pronta ad intervenire in casi così estremi e delicati come quello appena descritto.

Donatella Martelli