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lunedì 24 marzo 2014

Don Diego Della Valle, lo Zorro de noantri




Che Diego, comunemente indicato da chi non lo ama molto come “lu casettà” (il casettano, dalla frazione di Sant’Elpidio a Mare che gli ha dato i natali e dove tuttora risiede), non sia un distillato di simpatia appare evidente e, del resto, egli stesso non compie grandi sforzi per rendersi simpatico. Tuttavia, nonostante nel Piceno, al quale eppure dà lustro, collezioni miriadi di detrattori, egli diventa ogni giorno più interessante e accattivante. Lo diventa perché dice quello che gli altri si limitano a pensare, vedi gli attacchi alla dirigenza Fiat e, ultimo, quello all’ad di Ferrovie dello Stato, indicando, con quattro parole caustiche, quelli che sono innegabilmente mali pesanti del nostro tempo.
Ma Della Valle è soprattutto un esempio da seguire per i nostri imprenditori. Il nostro Zorro piceno, incredibile ma vero spende soldi per la propria città. Investe, don Diego, in servizi per i propri concittadini. Utilizza parte degli utili della sua azienda per dare servizi fondamentali ai propri dipendenti. E, assurdo anche solo a pensarci per i suoi colleghi calzaturieri, tutti intenti a finanziare questa o quella squadra sportiva, Diego della Valle spende soldi per la cultura!!!!
Che mister Tod’s abbia anche la proprietà della Fiorentina calcio lo sappiamo tutti. Ma ricordiamoci del Colosseo, ad esempio. E dei tanti piccoli e grandi investimenti che sta facendo a Casette d’Ete e a Sant’Elpidio a Mare. E pensiamo solo per un instante cosa potrebbe accadere se ogni imprenditore si comportasse nello stesso modo, partecipando delle spese per la collettività, promuovendo cultura. Immaginiamo cosa potrebbe diventare, ad esempio, la nostra regione e, in particolare, il nostro Piceno se tutti i piccoli imprenditori, commisuratamente alle proprie possibilità, investissero parte degli utili per far crescere il territorio, finanziando infrastrutture, recuperando i beni culturali di cui disponiamo in quantità ma che se ne stanno a macerare nel dimenticatoio.
Della Valle non è un missionario: quello che fa lo fa sia per senso civico sia perché ne ha un ritorno: pubblicità, immagine, credibilità. Questo vale anche per imprenditori più piccoli di lui. Ma è una questione di mentalità. E di sentirsi anche un po’ Zorro.

Luca Craia