mercoledì 11 settembre 2019

Via gli studi di settore. Arrivano gli ISA. E il commercialista costa di più.


Abbattere il cuneo fiscale. Detto così pare una cosa epica, eroica, ti pare di vedere il ministro delle finanze con la daga in una mano, il clipeo nell’altra, l’elmo e, visto che ci siamo, mettiamogli pure il mantello, e combattere contro le tasse cattive che uccidono la libera impresa italiana. Per combattere lo scudo fiscale, uno dei provvedimenti presi dal vecchio governo è stato quello di eliminare i terribili studi di settore, una cosa di una iniquità inenarrabile il cui inventore deve essere stato l’uomo più perfido della terra. Secondo gli studi di settore, infatti, guadagni o non guadagni, devi comunque pagare le tasse per una cifra stabilita a priori, a meno che tu non voglia che arrivi la finanza a farti il mazzo.
Considerati vessatori dalla maggior parte degli imprenditori italiani, gli studi di settore diventano il primo avversario del Ministro Tria, che annuncia urbi e torbi di averli eliminati. Sospiro di sollievo degli autonomi italiani.
Oggi mi scrive il mio commercialista e mi dice quanto segue:
“Buongiorno Luca, ti comunico che il Ministero delle Finanze ha sostituito i vecchi Studi di Settore con il nuovo adempimento ISA (Indici Sintetici di Affidabilità) con i quali si vuole verificare la normalità e la coerenza della gestione con l'attribuzione di un punteggio da 1 a 10 ( una sorta di pagella) tenendo conto dei dati degli studi di settori degli ultimi sette anni. L’Agenzia Entrate mette a disposizione un file in formato xml con i dati degli anni pregressi che bisogna scaricare sulla procedura per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi, integrarla con i nuovi dati del 2018, predisporre il calcolo e allegarlo alla dichiarazione. Questo però comporta un adeguamento delle procedure dei software e un ulteriore carico di adempimenti in sede di elaborazione della dichiarazione dei redditi con conseguente aggravio di costi.
Purtroppo sono costretto a richiedere una piccola quota per questo nuovo adempimento non riuscendo più a contenere i costi nel compenso stabilito.

Grazie Tria, grazie Conte, grazie Salvini e grazie all’Agenzia delle Entrate.

Luca Craia

AGGRESSIONI AGLI OPERATORI SANITARI – ELENA LEONARDI (FRATELLI D'ITALIA) LA REGIONE PASSI DAGLI ATTI AI FATTI

MOZIONE REGIONALE PER GARANTIRE EFFICACE TUTELA AL PERSONALE SANITARIO DI GUARDIA MEDICA E DEI PRONTO SOCCORSO

Comunicato integrale

Il verificarsi, sempre più frequentemente, di aggressioni anche fisiche a medici ed operatori sanitari nelle strutture regionali vuol dire che il problema è serio e le misure previste sino ad oggi non sono state efficaci. Esordisce così il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, ricordando che esiste un protocollo stipulato presso la Regione Marche in cui l'Asur si impegna per la tutela dell'incolumità delle guardie mediche. L'atto ormai risale a tre mesi fa e in esso si afferma che l’accordo assicura, in maniera automatica, il soccorso immediato da parte del 118 che localizza il medico tramite un dispositivo GPS e invia un mezzo proprio o allerta le forze dell'ordine. Ma la cronaca di questi giorni non da segnali positivi: la Leonardi ricorda un'aggressione avvenuta a danno di una Guardia Medica presso l'Ospedale di Camerino in ore notturne, casi analoghi a presso altre sedi della Continuità Assistenziale, ad esempio, ancora nell'Area Vasta 3, a Porto Recanati o, ancora più recentemente, a Corridonia. Queste sono poi le casistiche di chi ha denunciato mentre molti più casi sembrerebbero essere presenti ad aggravare pertanto il quadro della situazione. A Civitanova, si legge, è stata assunta una guardia giurata appositamente e l'Ordine dei Medici di Macerata, oltre a lanciare l'allarme ha organizzato un apposito convegno proprio sulla violenza agli operatori sanitari.
La capogruppo di Fratelli d'Italia ricorda che tutti questi casi stanno avvenendo ormai in una situazione in cui il Protocollo sopra menzionato è ormai pienamente operativo: qualcosa pertanto non sta funzionando.
Per la Leonardi, che è anche vicepresidente della Commissione Sanità, misure stringenti di tutela degli operatori sanitari devono essere fornite tramite non solo la geolocalizzazione e la richiesta di intervento ma anche con la messa in sicurezza delle loro postazioni ed un adeguata vigilanza del presidio di continuità assistenziale. Occorrono – prosegue - misure deterrenti a situazioni di aggressioni che devono essere studiate rapidamente e altrettanto velocemente essere messe in pratica, ad esempio tramite efficace videosorveglianza e adeguata “pubblicizzazione” della stessa nei medesimi luoghi. Nel suo atto, protocollato in data odierna, la Leonardi chiede un impegno alla Giunta Regionale affinché si renda realmente effettivo in tutte le sedi della continuità assistenziale dell'Asur Marche il Protocollo stipulato per la sicurezza degli operatori medici, affinché si garantiscano efficaci sistemi di videosorveglianza a tutela e come deterrenti in situazioni di isolamento soprattutto notturno e si valutino ulteriori misure di tutela degli operatori della sanità marchigiana da situazioni di violenza e forte aggressività nei loro confronti.
Si chiede inoltre che al Governo si solleciti il riconoscimento della figura di Pubblico Ufficiale in caso di aggressioni e minacce agli operatori medici di continuità assistenziale e 118. Occorre inoltre – conclude Leonardi - rivedere le dotazioni strutturali e tecnologiche attuali al fine della riduzione dei fattori di rischio connessi ad atti e comportamenti violenti, anche con presenza di arredi idonei a ridurre gli elementi potenzialmente pericolosi nelle aree a maggior rischio ed organizzare in maniera più sicura il lavoro degli operatori con affiancamento di personale, ove possibile e considerato opportuno, di due figure professionali all’atto dell’erogazione di una prestazione sanitaria. Solo con queste efficaci misure si potranno ottenere maggior sicurezza e serenità per gli operatori di guardia medica e di 118.



Il ban su Casapound e F.I. è un atto fascista. Ma è un bene per la destra.


Lo hanno detto un po’ tutti, persino chi ha sempre avversato i due movimenti di estrema destra cacciati in malo modo dai social: è un atto unilaterale che puzza di fascismo. È paradossale che, per tappare la bocca a due movimenti che si richiamano al fascismo si debbano utilizzare metodi fascisti, ma viviamo in un mondo talmente paradossale che questo sembra zucchero. E in effetti è così: non c’è stato contraddittorio, non si è data la possibilità di difendersi e, soprattutto, la motivazione è di un’arbitrarietà raccapricciante: incitano odio.
Definire come si incita odio non credo sia possibile e, se ci mettiamo a piluccare sulle sfumature, ci sarebbe da chiudere l’80% dei profili e delle pagine Facebook, Twitter e compagnia. La decisione, quindi, appare dettata più da un’esigenza politica che da una condizione oggettiva. E la cosa preoccupa, perché, stando così le cose, chiudere la bocca agli oppositori, almeno su social, diventerebbe cosa facilissima e chiunque, me compreso, potrebbe trovarsi ammutolito d’imperio dall’oggi al domani. E questo mi pare preoccupante proprio in relazioni ad alcuni diritti fondamentali, come quelli di pensiero o di espressione dello stesso, per quanto il pensiero possa essere sballato.
E sicuramente il pensiero dei due movimenti in questione appare piuttosto sballato: gente che inneggia a un tiranno morto da quasi ottant’anni, devota sostanzialmente a uno zombie, con una ritualità coreografica anacronistica che riecheggia ricordi preoccupanti e una certa violenza verbale, che talvolta diventa anche fisica, che non tranquillizza di certo. Ma le stesse modalità operative e pensieri assimilabili le ritroviamo sull’altro lato politico, tra centri sociali e movimenti di estremo estremismo, per tacere di sedicenti cuochi, e non mi pare che si usi la stessa misura.
Un pensiero sballato e un’estetica grottesca che, però, arrecano danno alle destre italiane. Come ho già detto più volte, credo che la destra nostrana, oggi rappresentata da Lega e Fratelli d’Italia, data l’impalpabilità di Forza Italia, pur se in piena crescita di consenso, manca di una componente moderata che possa attrarre in via definitiva l’elettorato medio italiano, elettorato che ha sì votato Lega, ma che fondamentalmente è spaventato da certi eccessi, dagli slogan strillati e, soprattutto, dai bracci tesi e dai pellegrinaggi a Predappio. Questi movimenti, anziché far crescere la destra, la tengono ferma al palo, ancorata al passato, dandone un’immagine poco rassicurante. Fermo restando, quindi, che il ban nei loro confronti sia decisamente più fascista di loro stessi, per la destra forse è meglio così.

Luca Craia


martedì 10 settembre 2019

Fsp Polizia di Stato contro Chef Rubio: "pensi a spargere condimenti anziché odio".

Dopo l'uscita di ieri su Twitter, con cui attaccava duramente le Forze dell'Ordine per non aver picchiato i manifestanti in piazza Montecitorio, accusandole di usare due sistemi diversi a seconda che manifesti la destra o la sinistra, interviene con forza il Segretario Generale del Sindacato della Polizia di Stato, FSP. Valter Mazzetti ha infatti diffuso il seguente comunicato che trascrivo integralmente. 
“Con tutti i problemi e le criticità che il Paese si trova ad affrontare, e con esso l’intero sistema sicurezza, quello che veramente risulta di troppo è dover assistere al fastidioso e sconcertante comportamento di chi si mette a sentenziare sulla bontà dell’operato delle Forze dell’ordine, sulla legittimità del loro ruolo, sulla professionalità della loro azione, sulla indiscussa lealtà dei loro appartenenti, oltre tutto senza la pur minima competenza in materia. Oggi ci troviamo a replicare, nostro malgrado, all’incredibile, irresponsabile, diffamatoria uscita di chef Rubio che, andando al di là di ogni limite della sfrontatezza, accusa donne e uomini in divisa di non aver picchiato i manifestanti presenti ieri a Roma. L’assurdità di tale affermazione non necessita di alcun commento, eppure un tale atteggiamento non deve passare inosservato, come fosse assolutamente normale poter gettare fango e discredito sugli appartenenti alle Forze dell’ordine. Invece che dare lezioni di gestione dell’ordine pubblico, Rubio dovrebbe concentrarsi su pietanze e fornelli, dovrebbe pensare a spargere condimenti invece che odio verso migliaia di persone che servono lo Stato e i cittadini onestamente, a costo di sacrifici che certamente lui disconosce del tutto, e che garantiscono anche la sua sicurezza come quella degli altri. Non è più possibile continuare a subire attacchi di ogni genere senza che questo generi la minima indignazione. E’ ora di dire basta a troppe spudorate manifestazioni di dileggio e di rancore verso gli operatori delle Forze di polizia, i quali svolgono il proprio dovere con una professionalità, un senso di responsabilità e una correttezza da cui Rubio ha solo da imparare”.