mercoledì 4 settembre 2019

PD E 5 STELLE: INCIUCIO ANCHE IN SALSA MARCHiGIANA? ELENA LEONARDI (FRATELLI D'ITALIA): VI SVELO LE LORO POSSIBILI MOSSE PER NON FAR VINCERE IL CENTRODESTRA.

"L'ACCORDO POTREBBE PASSARE PER LA MODIFICA ALLA LEGGE ELETTORALE REGIONALE: POSSIBILE INTRODUZIONE DEL DOPPIO TURNO O INNALZAMENTO DELLA SOGLIA DEL PREMIO DI MAGGIORANZA"



Comunicato integrale

In riferimento alle esternazioni dei maggiori vertici grillini regionali che manifestano la volontà di un inciucio col PD anche nella Regione Marche interviene il capogruppo regionale Elena Leonardi di Fratelli d'Italia. E' stupefacente – esordisce la Leonardi – come le giravolte in politica possano realizzarsi senza imbarazzo pur di impedire che a vincere sia il centrodestra. I 5 stelle regionali difatti – prosegue la rappresentante del partito di Giorgia Meloni – in questi anni hanno attaccato continuamente il Pd ed il presidente Ceriscioli, anche con continue mozioni di sfiducia a lui o ai suoi assessori ed ora tutta quella sfiducia improvvisamente scompare lasciando il posto a dichiarazioni "di amorosi intenti". Le parole del capogruppo Gianni Maggi fanno ormai capire che non ci si deve più sorprendere di nulla: dopo questi anni di attacco al Pd, vedendo che il centro destra potrebbe governare le Marche, Maggi sta "per inciuciarci" per cambiare la legge elettorale regionale al fine di amministrare la nostra Regione assieme allo stesso Pd da sempre contestato.
"Il meccanismo lo spiego in poche parole" – continua Elena Leonardi -  avremo due possibili "fregature" sulla pelle dei marchigiani: l'introduzione del cosiddetto "Doppio Turno", che oltre a raddoppiare i costi per i cittadini perchè si andrebbe a votare due volte (alla faccia dei risparmi della politica che i pentastellati sbandierano), consentirebbe ai 5 Stelle di appoggiare, nel ballottaggio tra centrodestra e centrosinistra, proprio il Pd, mettendo in minoranza il centrodestra che anche nelle Marche ormai è maggioritario nella volontà dei nostri corregionali, Oppure più probabile è che si voglia alzare la soglia del premio di maggioranza così che nessuno possa raggiungerla e, non avendo nessuno il numero sufficiente di consiglieri, poi i 5 Stelle ed il Pd possano replicare nell'Aula del Consiglio Regionale quello che sta accadendo in queste ore al Governo e votare un presidente di regione diverso da quello che i marchigiani avrebbero voluto.
Le aperture del Movimento 5 Stelle accolte con un certo entusiasmo sia dal segretario del Pd Gostoli che dal sindaco di Pesaro Ricci, oltre che dallo stesso Ceriscioli, degne degli accordi da Prima Repubblica, ci parlano della paura del PD di perdere la guida delle Marche. Per loro diventa indispensabile cercare un alleato per mantenere il potere ed evitare che finalmente la Regione abbia un governo diverso.
Mi chiedo – conclude Leonardi – chi sconfesserà se stesso? Il Pd rinnegherà tutto ciò che ha fatto in questi anni o i 5 Stelle sosterranno le politiche sino ad oggi contestate?


martedì 3 settembre 2019

In questi giorni che precedono l’avvio dell’anno scolastico, i giornali invitano i propri lettori a fare compere per la scuola presso i centri commerciali, perché lì si risparmia. La foto che vedete l’ho scattata io presso un noto centro commerciale del Fermano/Maceratese. È un’offerta di quelle sparatissime, che trovate appena fate ingresso nel supermercato del centro commerciale. Secondo questa super offerta potete acquistare ben 5 penne Bic Cristal alla modica cifra di € 3.99, ossia 0.80 € a penna. In qualsiasi cartoleria, di quelle piccoline, quelle che vi fanno i servizi e che vi tolgono dai guai tanto spesso ma che, secondo i giornali e non solo, sono care, le penne Bic Cristal costano 0.50 €, ossia 30 centesimi meno. Non solo: in cartoleria non dovete comprarvi per forza cinque penne, ne comprate quante ve ne servono. Non solo: in cartoleria, incredibile ma vero, potete anche scegliervi il colore, non prenderveli tutti e quattro per forza. Infine: in cartoleria, se una penna non scrive, non ve la danno, perché prima ve la fanno provare, non è blisterata. Ma la cartoleria costa cara, al centro commerciale si risparmia. E gli asini volano. È la globalizzazione, baby… 

P.S.: per dovere di cronaca: il direttore dell’ipermercato in questione mi ha contattato e mi ha spiegato che il prezzo riportato nell’etichetta che vedete in foto era errato e che, grazie a questo post, ha potuto risolvere il problema stampando l’etichetta esatta. Il prezzo reale della confezione esposta è di € 1.99, ossia € 0.40 a penna, il che fornisce un risparmio di € 0.10 a penna rispetto al prezzo che normalmente si applica nei negozi tradizionali. In questo modo la differenza di prezzo si riduce e, considerando che l’offerta è blisterata con obbligo di acquisto di diversi colori, a scatola chiusa, alla fine dà un vantaggio economico tutto sommato esiguo se non nullo. In concetto espresso, quindi, non cambia: la convenienza della spesa presso il centro commerciale è un mito. Solo che, così facendo, si uccide il piccolo commercio, quello che fornisce tanti servizi che la g.d. non dà e non può dare, e si svuotano le città. Ma questa è la politica moderna. La globalizzazione, baby.

P.P.S.: questo stesso posta, pubblicato direttamente su Facebook, l'ho condiviso nel gruppo Fermo Social. Lo stesso direttore dell' ipermercato ha chiesto agli amministratori di rimuoverlo e la sua richiesta è stata accolta con grande rapidità. Ho chiesto spiegazioni a un amministratore che mi ha risposto che la rimozione è dovuta al fatto che questo post è inutile.

domenica 1 settembre 2019

La terra trema mentre Conte si accorge dei terremotati.

Se li era scordati, Conte, i terremotati. Se li era scordati Di Maio. Se li era scordati anche Grillo, e pure Zingaretti. Se li era scordati Renzi. I giornalisti se li erano scordati. Gli opinionisti pure. Insomma, tra le priorità del governo prossimo venturo, sempre che nasca, la questione della ricostruzione non c'era. Qualcuno lo ha notato e Conte, domani, pare incontrerà una delegazione di terremotati. Ora, una delegazione dovrebbe essere rappresentativa, e la rappresentatività dovrebbe scaturire da una delega, un incarico. L'unica rappresentatività ufficiale sarebbe data dall'incarico elettivo, quindi Conte dovrebbe incontrare i Sindaci, gli amministratori. Invece incontra una delegazione, probabilmente composta da ottime persone, armate di buoni propositi e buone speranze. Ma non rappresentano altri che se stessi. Non sono stati scelti dai terremotati perché i terremotati non hanno organi di rappresentanza. Ma poi, che si devono dire, Conte e la delegazione? Ci sono cose che Conte non sa? Non è chiara la situazione? Non è chiaro quello che c'è da fare? Chi era Presidente del Consiglio fino a pochi giorni fa e per un anno e passa? Giuseppe Conte o un sosia? Intanto, per sottolineare e forse scrollarsi di dosso l'ennesima fuffa, la terra ha tremato di nuovo, stanotte, con un bel 4.2 alle 2.00 che non è proprio una scossetta. Non ci sono danni a cose e persone, dicono le agenzie. Per forza, i prefabbricati, almeno quello, non dovrebbero crollare e le case sono già crollate da un bel po'. Non so le macerie, se hanno avuto danni. 

Luca Craia 


P.S.: non ho inserito il nome di Salvini in quanto non mi risulta farà parte del nuovo governo. In quanto al vecchio governo, come ho scritto più volte da oltre un anno, non è stato fatto niente esattamente come prima. Ma questo, col ragionamento di cui sopra, non c'entra niente. Se comunque qualcuno tiene particolarmente che venga citato Salvini, eccolo accontentato, sempre che arrivi a leggere fino in fondo.

Questo post è apparso direttamente sulla pagina Facebook prima di essere pubblicato sul blog. Il post scriptum di cui sopra scaturisce dalla lettura dei commenti che, in gran parte, invocavano l'inclusione di Salvini tra i responsabili della mancata ricostruzione, come se non ci fosse scritto chiaramente che si sta parlando del governo prossimo venturo. In ogni caso, nessuno, tra i commentatori, ha parlato di terremoto.

sabato 31 agosto 2019

Promesse, promesse.


Eravamo in tanti, quella sera, nell’ufficio del Sindaco di Montegranaro. Eravamo in tanti a rappresentare il Comitato Paese Mio ed erano in tanti a rappresentare la Giunta. E ci ricordiamo in tanti le parole dell’assessore Basso sul piano di pulizia del centro storico. Un piano che ci fu promesso per bloccare l’iniziativa “Puliamo noi” con la quale volevamo andare a pulire le strade del paese antico sostiuendosi a chi avrebbe dovuto farlo istituzionalmente e non lo faceva da mesi.
Un piano articolato, ambizioso, messo in campo in fretta e furia prima ancora di averlo finito di pensare per fare in modo che, quella domenica, non ci muovessimo. E non ci siamo mossi. Ci siamo fidati. Il piano à poi andato parzialmente in esecuzione per qualche mese, giusto per arrivare alle elezioni. Poi, indovinate un po’, si è fermato tutto. La spazzolatrice, per esempio, che doveva passare almeno due volte alla settimana, non la si vede più da mesi. Passa l’operatore per lo spazzolamento manuale e, tra l’altro, fa un ottimo lavoro. Ma non può bastare e il centro storico è sporco, puzzolente. Dovevano svuotare le cantine degli stabili abbandonati, diventate piccole discariche abusive. Ma non lo hanno fatto. Dovevano chiudere i buchi e le finestre per impedire che i piccioni nidificassero. Ma come ci pensi. Promesse. Promesse. Bugie.
Ci sono state le elezioni ma ad amministrare ci sono sempre gli stessi, con l’aggiunta di un Consigliere con delega per il centro storico, Andrea Franceschetti, che queste problematiche dovrebbe conoscerle bene, visto che, prima di decidere di spendersi in politica, le abbiamo anche affrontante insieme e visto che è stato presidente di un’associazione che, almeno sulla carta, dovrebbe avere a cuore il centro storico. Non dovrebbe, Franceschetti, avere bisogno di tempo per rendersi operativo. Però l’estate è finita, ed è passata tra sporcizia, guano di piccione e puzze indicibili. E nemmeno l’assessore all’ambiente avrebbe dovuto aver bisogno di tempo, vista la continuità della delega. Promesse, promesse. Bugie.

Luca Craia

venerdì 30 agosto 2019

L’Italia di Diabolik


Anche questo è lo specchio di questo Paese sempre più alla deriva: domenica c’è il derby tra Roma e Lazio e le forze dell’ordine sono in mobilitazione perché si temono cortei in memoria di un personaggio dall’accezione fortemente negativa, e questi cortei potrebbero innescare problemi di ordine pubblico seri. Sembra incredibile che, in un Paese dai mille problemi, che si sta impoverendo, che rischia il collasso economico, con una crisi politica in corso tra le più gravi degli ultimi anni, con un tasso di disoccupazione spaventoso e prospettive per il futuro praticamente nulle, ci siano centinaia, forse migliaia di persone pronte a battersi per… Diabolik. Diabolik, non quel Diabolik che, pure, era ladro ma romantico e audace, l’altro, quello che era a capo dei tifosi, di questa gente pronta ad ammazzarsi per undici miliardari in mutande che corrono dietro a un pallone, quello che non si sa bene di cosa campasse né per quale motivo sia stato ammazzato ma che certamente non campava del sudore della propria fronte né dava esempi illuminanti di moralità, rettitudine e abnegazione per il prossimo. La nostra Polizia, i nostri Carabinieri, domenica prossima, dovranno fronteggiare qualche migliaio di idioti che potrebbero ammazzarsi di botte in nome di Diabolik. Non per il lavoro, non per un futuro migliore, non la propria famiglia, i figli, un ideale, ma per uno scapestrato, un delinquente, una persona ammazzata in maniera misteriosa e preoccupante. I nostri Carabinieri e Poliziotti dovranno rischiare la propria incolumità per questa gente qua. E a me, tanto normale, non pare.

Luca Craia