giovedì 29 agosto 2019

Caccia: i cacciatori non devono supplicare per i loro diritti. Malaigia (Lega): Pieroni inaccettabile, il nostro partito difende i cacciatori.


Comunicato integrale

“Sono inaccettabili le parole dell'assessore Pieroni circa la posizione del nostro Partito: la Lega ha sempre votato in maniera compatta a difesa dei cacciatori marchigiani". Cosi il consigliere regionale Marzia Malaigia in merito alle dichiarazioni espresse dall'assessore alla caccia durante l' assemblea svoltasi ieri a Fano. " I cacciatori marchigiani – spiega la Malaigia – sono statai costretti ancora una volta a chiedere, anzi a supplicare, di poter esercitare il loro diritto di andare a caccia, all'indomani dell'ennesimo ricorso al quale la Regione Marche non ha saputo risultare preventivamente immune!"
“Sono vicepresidente della II commissione assembleare e sia in quella sede che in Aula , posso senza ombra di smentita affermare, di essermi sempre espressa dalla parte dei cacciatori, dalla parte di una pratica storica, identitaria e culturale di riconosciuto valore sociale, economico e ambientale". " I voti contrari espressi nel corso della Legislatura ai quali ha fatto riferimento ieri sera l'assessore  – prosegue il consigliere- sono stati semmai esclusivamente rivolti  al suo  modus operandi che ha messo a rischio piu' di una volta l'attività venatoria, per incapacità e superficialità nella gestione della stessa". " I cacciatori  marchigiani sono sempre stati discriminati da una raffazzonata politica che non è stata in grado di programmare e di operare in maniera opportuna l'attività venatoria, inciampando , ormai ogni sei mesi, in ricorsi e in deroghe dell'ultimo minuto, per far si che, almeno in parte venisse restituito loro un  diritto che si sono sempre regolarmente pagato!" Concludo augurando ai cacciatori una buona stagione venatoria e auspico che, al momento opportuno, sapranno regolarsi di conseguenza verso coloro che non li hanno mai davvero rispettati.

MARZIA MALAIGIA

No, non è morta la democrazia oggi, anche se l'impressione è quella. In realtà oggi è accaduta una cosa contemplata dalla Costituzione, perfettamente democratica in una democrazia rappresentativa come la nostra, per di più viziata da una legge elettorale fatta apposta per creare quanto più casino possibile. Quella sì, che è anticostituzionale, ma la procedura seguita dal Capo dello Stato e dalle Istituzioni è corretta. Quindi la nostra democrazia è viva e vegeta, un po' ammaccata, piuttosto claudicante ma in grado di riprendersi. Ma un lutto c'è stato. Oggi è morta una bella illusione. Oggi molti Italiani hanno visto scomparire la speranza per una politica diversa, per un rapporto Stato-Cittadini più diretto, più semplice, per un rispetto per la volontà popolare più forte della semplice, si fa per dire, rappresentatività parlamentare. Tutto questo era stato promesso e, oggi, chi lo aveva promesso si è rimangiato tutto, in nome della "governabilità", del "bene del Paese", del "senso di responsabilità", tutti modi edulcorati per non dire poltrona. Se ne erano accorti in tanti, già da tempo, che questa speranza era moribonda. Oggi è spirata, verrebbe da dire "tra scroscianti applausi". C'è qualcuno che la veglia, per rispetto ai trapassati, qualcun altro la crede ancora viva, glielo fanno credere, come facevano i comunisti sovietici quando moriva il Breznev di turno. Ma è morta. La democrazia no, quella è ancora viva, e ora tocca difenderla, perché quello che sta nascendo, da oggi, temo cercherà di ucciderla definitivamente. 

Luca Craia

Promo per online e centri commerciali sui giornali. Ammazzare i negozi tradizionali uccide le città.


Ho trovato curioso, quanto meno, che siano usciti lo stesso giorno su due quotidiani diversi articoli pressochè uguali sull’argomento caro scuola. Intendiamoci, è tradizione che i giornali, in questo periodo, propongano la questione, fondamentalmente senza portare alcuna novità in quanto, anche quest’anno, non ci sono stati rincari evidenti. Ma si sa, quando mancano gli argomenti, riempire una pagina fa sempre comodo. Ma gli articoli di stamattina si distinguono entrambi per un particolare: promuovono l’acquisto online o nei centri commerciali a danno del negozio tradizionale.
I dati forniti sono sballati: si parla di cifre campate per aria, buttate là a caso, senza una statistica, senza uno studio approfondito. Però si crea allarmismo presso le famiglie che già, di problemi economici, ne hanno da vendere. E quindi si offre la soluzione: andate nei centri commerciali, che vi fanno lo sconto, oppure comprate da Amazon. Entrambi i giornali forniscono questa soluzione. Mentendo: perché l’eventuale sconto che si ottiene non offre, d’altro canto, il servizio e l’assistenza che il negozio tradizionale dà. Ma anche sui prezzi non ci siamo: se è vero che il libraio non può fare sconti sui libri perché vincolato dal prezzo che gli editori accordano, sul materiale i prezzi dei piccoli esercizi sono in linea se non inferiori a quelli del centro commerciale e dell’online, quasi sempre con prodotti qualitativamente superiori.
Perché, quindi, questo spot pubblicitario per i centri commerciali e l’online? In contemporanea, per di più? Non so spiegarmelo, ma è un bel danno per i piccoli esercenti, anche perché la gente, poi, non approfondisce. Il commercio tradizionale è in difficoltà, tra crisi, adempimenti, e la concorrenza spesso sleale dei colossi di cui sopra. Ora arrivano anche i giornali a dar loro manforte. Di questo passo il piccolo commercio sparirà. Ed è grave, perché il negozio di quartiere è un presidio di civiltà, di legalità. Provate a immaginare le nostre città, i nostri paesi senza negozi. Il deserto. Se è questo quello a cui si punta, sarebbe interessante capirne il motivo.

Luca Craia


mercoledì 28 agosto 2019

L’ecologia dell’elite dimentica i motivi per cui si inquina.


Sono fermamente convinto che siano in atto cambiamenti climatici importanti, fortemente influenzati dalle attività umane, e che questo vada urgentemente contrastato. In teoria, quindi, dovrei stare saldamente dalla parte della piccola Greta. Ma sono anche profondamente allergico ma ogni forma di fanatismo, di isteria collettiva, di strumentalizzazione mediatica. Per questo, la piccola Greta, la sopporto poco.
Ma c'è un elemento più pesante e grave a farmi guardare con sospetto l'opera di persuasione di massa che la bimba sta compiendo: la caratterizzazione politica e sociale che il messaggio assume. A chiarire il punto c'è la barca di Casiraghi, uno strumento ad altissima tecnologia che sarà anche a emissioni zero ma è sicuramente a costi elevatissimi.
Ecco: i problemi ecologici riguardano tutti, non solo le classi alte, quelle stesse classi che si schierano per la globalizzazione, il progressismo sulla pelle degli altri, l'umanesimo selettivo che distrugge le classi più deboli della nostra società. L'ecologia della piccola Greta non tiene conto del fatto che le classi più deboli non hanno a disposizione la tecnologia di Casiraghi perché non se la possono permettere. Le classi più deboli girano con auto inquinanti perché le classi più forti, quelle dei vari Casiraghi, le impoveriscono sempre di più per cui non possono comprare auto meno inquinanti, case più efficienti, prodotti alimentari più rispettosi dell'ambiente. E il problema è questo, anche in scala macroscopica: i Paesi più poveri si comportano come le classi povere dei Paesi ricchi. E girando con la barca di Casiraghi, evidentemente questa percezione non la si ha.

Luca Craia