venerdì 25 gennaio 2019

Fuori le quinte elementari dallo spettacolo per la Memoria. Comune e Rotary fanno arrabbiare i genitori.


Sono piuttosto amareggiati, i genitori dei bambini di quinta elementare di Montegranaro che avevano deciso di partecipare allo spettacolo organizzato per sabato 26 gennaio al teatro La Perla dal Comune di Montegranaro in collaborazione col Rotary Alto Fermano Sibillini e il Rotary Montegranaro per la Giornata della Memoria. Qualcuno è anche arrabbiato. Il motivo è semplice: i loro bambini non potranno più andare ad assistere all’evento. Con una comunicazione alla scuola, il Rotary ha fatto sapere che, avendo raggiunto il numero massimo di prenotazioni previste, ossia duecento persone (anche se il La Perla ne può contenere più del doppio) non potrà ospitare le 52 persone che hanno prenotato tra bambini e accompagnatori.
Quello che fa arrabbiare i genitori è il meccanismo usato. All’evento erano invitati tutti gli alunni delle tre classi delle medie e quelli delle quinte elementari dei tre plessi montegranaresi, nonché qualsiasi persona avesse voluto partecipare purchè prenotasse telefonicamente chiamando un numero comunicato pubblicamente. I bambini delle medie possono farsi accompagnare da un numero illimitato di persone, mentre quelli delle elementari da un solo adulto, e qui cominciano le stranezze. Le prenotazioni dei bambini avvengono tramite scuola. Quindi è successo che, evidentemente, è stata data la priorità alle prenotazioni telefoniche senza mettervi un tetto relativamente ai bambini la cui presenza era stimata. Ecco qua che, una volta superato il numero di prenotazioni previste, si è deciso di tagliare il totale dei prenotati partendo proprio dai bambini di quinta elementare.
La situazione è paradossale: ci sono casi di famiglie che, non potendo essere incluse tra gli accompagnatori dei figli tramite scuola, hanno prenotato telefonicamente e ora possono accedere allo spettacolo mentre i loro bambini devono restare a casa. Ad ogni modo non si capisce la logica per la quale si escludono i piccoli allievi, che forse sono quelli a cui il messaggio contenuto nella celebrazione del Giorno della Memoria andrebbe diretto con maggiore attenzione. Peccato.

Luca Craia

giovedì 24 gennaio 2019

Droga nelle scuole: la Malaigia esprime forte perplessità sulla efficacia delle strategie di controllo avanzate dal Garante dei diritti Andrea Nobili.



Comunicato integrale

Mi ha sorpreso leggere in questi giorni di perplessità riguardo ai controlli antidroga effettuati in diverse scuole della nostra regione, soprattutto nell'anconetano. In particolare, il Garante regionale dei diritti, dott. Andrea Nobili, ha auspicato diverse strategie, mirate unicamente al dialogo piuttosto che alla repressione, preoccupato che i ragazzi percepiscano un messaggio di sfiducia nei loro confronti. Sono perplessità che fatico a concepire. Sento invece di dover esprimere il massimo supporto a tutte le azioni di controllo che le forze dell'ordine ritengano necessarie per la pubblica sicurezza, in particolare dei più giovani. Non ho motivo di dubitare che tali controlli negli edifici scolastici vengano eseguiti per ragioni fondate e con la dovuta attenzione al rispetto delle persone. Trovo che vedere la divisa come minaccia o presenza inquietante sia frutto di un orientamento politico che troppo spesso ha fatto percepire l'idea dello "sbirro nemico", piuttosto che come presenza che affianca e custodisce, a garanzia della sicurezza ed incolumità di tutti. La presenza di una divisa in ambiente educativo deve essere vista con rispetto e come figura di riferimento, come lo era un tempo, specie nelle piccole comunità. Tanto meno può preoccupare la presenza di unità cinofile. I cani sono sempre stati fedeli amici dell'uomo, spesso preziosi per le forze di pubblica sicurezza per salvare vite umane in contesti drammatici, non possono costituire certo un pericolo. Distorcere ed interpretare situazioni in maniera strumentale mi suscita un interrogativo: "di chi è garante il dott. Nobili: dei minori, della loro sicurezza e di un ambiente scolastico pulito dentro e fuori... o di altro?"E quando sento auspicare "nuove strategie di comunicazione e mediazione", che si traducono nella proposta di incontri sull'educazione alla legalità nelle scuole, mi chiedo se ci si accorga che tali iniziative esistono da decenni, a tutti i livelli di istruzione. Ma oggi viviamo un mondo in evoluzione, una società cambiata profondamente, minacce che aumentano, consumo di alcool e droghe ad un'età sempre minore, e se arriviamo all'ingresso di stupefacenti a scuola, non possiamo pensare di lavarci la coscienza con una conferenza sulla legalità. Parlare forse non è bastato. Se in alcuni casi l'attività educativa non è stata sufficiente, servono azioni più incisive. Non può in alcun modo passare il messaggio che consumare stupefacenti tra minorenni sia "normale", tanto più se tali sostanze entrano nel luogo della formazione e crescita culturale qual è la scuola. Controlli mirati delle forze di polizia con cani antidroga possono contribuire a responsabilizzare i ragazzi ed aumentare la consapevolezza della gravità di determinati comportamenti. Se poi tali azioni avranno anche un effetto deterrente, non sarà certamente un male. E' positivo che la scuola venga percepita come luogo controllato e sicuro.


LOTTA ALLA DROGA ANCHE NELLE SCUOLE – ELENA LEONARDI: SONO INTERVENTI A TUTELA DELLE GIOVANI GENERAZIONI E A CONTRASTO DEL MERCATO DELLA CRIMINALITA‘ ORGANIZZATA.


PER FRATELLI D’ITALIA OTTIMO IL LAVORO DEL QUESTORE PIGNATARO IN UNA DELLE PROVINCE PIU‘ COLPITE DALLA PIAGA DELLO SPACCIO.

 Comunicato integrale

Sulla „querelle“ scatenata dalle dichiarazioni del Garante Regionale per i diritti dei minori, Andrea Nobili, interviene il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia Elena Leonardi. „Trovo questo intervento del Difensore Civico a dir poco fuori luogo, perchè il messaggio che ne scaturisce è come se la presenza dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine dovesse essere vista negativamente mentre il messaggio forte ed educativo è invece quello – per la Leonardi – dell’uomo in divisa che tutela la nostra sicurezza e la salute dei nostri figli.
Oggi è evidente, lo dimostrano purtroppo le cronache, che l’età dell’uso delle droghe si è drasticamente abbassata se si legge che anche bambini delle scuole medie sono coinvolti in queste brutte vicende. I dati sono incontrovertibili: nelle Marche sono in cura anche bambini sotto i 14 anni di età e molti sono quelli sino ai 18 anni. Situazione spaventosa che mette in fibrillazione famiglie molto spesso ignare di quello che accade ai loro figli e che tutto questo si verifica proprio nel luogo istituzionale che dovrebbe essere il più sicuro come la Scuola. Il vizio di certa sinistra è quello di sminuire la portata di precisi fenomeni sociali per poi farsi paladina della lotta alla criminalità organizzata che proprio sulla droga poggia i  suoi migliori affari. 
Credo sia utile ricordare come lo stesso Paolo Borsellino fosse contrario alla legalizzazione della Cannabis poichè non lo reputava strumento utile a combattere la mafia, dello stesso avviso è oggi il Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.
La vicenda del fiorire di negozi di cannabis o di punti forniti di macchinette erogatrici automatiche di trinciato per spinelli e merendine alla Cannabis, senza reali controlli sull’età degli utenti,  sono proprio il segnale di una ambiguità normativa che va sanata, così come riportato dal medesimo Questore di Macerata. La sfiducia nelle istituzioni, come afferma Pignataro, da parte delle famiglie che vedono i propri figli piccoli colpiti da questa piaga, sta nel fatto che le risposte certe deve darle anche il legislatore. Per questo esprimo non solo una forte contrarietà ma anche una forte preoccupazione per la proposta depositata in Parlamento dal Movimento 5 Stelle per la legalizzazione delle droghe cosiddette leggere, un’apertura pericolosissima che lancia un messaggio distorto soprattutto ai più giovani.
E‘ gravissimo che venga trovata droga dentro una scuola, è al contempo gravissimo – prosegue Leonardi – che essa venga fornita davanti agli istituti o purtroppo in mezzo ai banchi o nei bagni delle scuole stesse.
Invito il Difensore civico regionale – prosegue Leonardi – ad agire concretamente non certo criticando il lavoro delle Forze dell’Ordine bensì attivandosi con le stesse istituzioni di sinistra che lo hanno nominato,  per eliminare le incertezze normative in materia, al fine di una vera ma soprattutto operativa azione di educazione e prevenzione.