martedì 8 gennaio 2019

Ceriscioli: no al decreto sicurezza ma si valuta anche il ricorso. Zelo mai visto per i terremotati.



“È certo che nella Regione Marche sarà garantita a tutti l’assistenza sanitaria”, è quanto afferma il Presidente della Regione, Luca Ceriscioli, in merito al Decreto Sicurezza e alla sua applicazione tanto contestata da Sindaci e Governatori di sinistra. Il Presidente marchigiano motiva questa sua affermazione con l’articolo 32 della Costituzione Italiana che recita: “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Ceriscioli afferma che tale articolo costituzionale è per lui un faro. Evidentemente solo quello, perché per il resto, laddove la Carta stabilisce le modalità con le quali si può ricorrere contro provvedimenti di cui si sospetta l’incostituzionalità, l’interesse è decisamente minore. In realtà il Presidente della Regione Marche dice di aver “dato mandato agli uffici competenti di verificare i requisiti per il ricorso alla Corte costituzionale sul decreto sicurezza”. Intanto, però, certo di aver ragione, fa di testa sua. Diciamo che, alla fine, il ricorso alla Corte è un proforma, visto che Ceriscioli sa già quale ne sarà in pronunciamento, a quanto pare.
Ceriscioli gestisce una Regione piena di problemi, tra la produzione industriali in calo, l’economia che va a rotoli, l’impoverimento generale, la proliferazione di sacche delinquenziali e, soprattutto, il terremoto e i terremotati che, a distanza ormai di due anni e mezzo, ancora non vedono partire la ricostruzione, anzi, vedono aggravarsi i propri problemi. Eppure la sua priorità sembra essere quella di mettere i bastoni tra le ruote al governo. Forse perché, in questo caso, non ci sono nastri da tagliare.

Luca Craia

sabato 5 gennaio 2019

Ciao Livio


Oggi ho perso un amico, una persona più grande di me che mi è stata sempre molto vicina, che mi ha dato insegnamenti, supporto o anche una semplice battuta, tutto per amicizia, quella cosa rara che a volta capita e che lega le persone per un meccanismo forse chimico, forse psichico, forse semplicemente umano. Livio Botticelli era un patrimonio per Montegranaro, un uomo che ha sempre lavorato per il suo paese facendo politica ma anche prodigandosi in mille attività collaterali, a volte invisibili, per fare crescere la sua comunità.
In molti lo ricorderanno come assessore, vicesindaco, paladino delle necessità dei Montegranaresi che vivono in campagna, degli agricoltori, è stato uno dei fondatori dell’Associazione “Città della Terra Cruda” di cui Montegranaro si può fregiare di essere un caposaldo. Infine, negli ultimi anni, è stato Presidente della Casa di Riposo, con il suo solito impegno silenzioso e costante.
Livio, però, io me lo ricordo quando muovevo i primi passi nel lavoro e lui mi consigliava, allora funzionario in banca, come muovermi, come comportarmi. Amico di famiglia, in particolare di mio padre, aveva una forte simpatia per me, non me lo ha mai nascosto, e con lui ho avuto modo di passare piacevolissime ore a discorrere dei più disparati argomenti.
Quando iniziai l’avventura di Arkeo, fu al mio fianco ad aiutarmi e a sostenermi. Socio della nostra associazione fin da subito, è stato il creatore della nostra sezione giovanile, comportandosi con i ragazzi che lo seguivano come un padre e un educatore.
La notizia della sua morte è un dolore infinito per me, è la perdita di un amico, di un punto di riferimento, e faccio già fatica a pensare che non lo troverò più quando vorrò chiamarlo, o quando, semplicemente, vorrò mandargli un messaggio si Facebook. Lo voglio salutare con un grazie, sincero e profondo, per tutto quello che ha fatto per Montegranaro ma, soprattutto, per quello che ha fatto per me, per avermi dato l’onore e il piacere di essere suo amico. Ciao Livio.

Luca Craia

venerdì 4 gennaio 2019

RICOSTRUZIONE A TOLENTINO. M5S: ANNO NUOVO MA STESSI PROBLEMI

Comunicato integrale

Ancora una volta il Comune di Tolentino si distingue per l’alacre opera di gestione dell’emergenza post sisma 2016. Apprendiamo come su esplicita richiesta del segretario comunale, si suppone col mandato del primo cittadino, il funzionario preposto a vagliare e verificare le pratiche di sanatoria edilizia per le piccole difformità, ha ricevuto incarichi diversi. Di conseguenza, tutti i cittadini con tali atti in corso di verifica sappiano che almeno per il corrente mese nessuno si occuperà delle loro pratiche, con inevitabile slittamento delle tempistiche. Ricordiamo come tali pratiche siano indispensabili per presentare presso l’USR (ufficio sisma regionale) i documenti per i progetti di ricostruzione, e ce ne sono alcune ferme da almeno tre mesi presso gli uffici comunali. Ci domandiamo quali siano le impellenze che abbiano fatto scaturire questa scelta. E soprattutto quali siano le mansioni inderogabili degli uffici comunali che impediscano di vagliare il prima possibile tali pratiche. Il danno, come al solito, lo subiranno i cittadini a causa di una ricostruzione sempre più lontana, grazie anche a scelte incomprensibili. 

Gian Mario Mercorelli Martina Cicconetti Consiglieri Comunali - MoVimento 5 Stelle Tolentino 

Col nuovo governo il terremoto ritorna emergenza in televisione.


Una piccola riflessione su come gli organi di informazione trattano l’argomento terremoto in questo ultimo periodo facendo un piccolo sforzo di memoria per ricordare come lo stesso argomento veniva trattato qualche mese fa. Oggi si parla di dramma dei terremotati, acuito dal maltempo ma fondato sull’immobilismo delle istituzioni per due anni e mezzo. È la verità, il dramma c’è, ne abbiamo parlato fino allo sfinimento. Ma, fino a qualche mese fa, per i telegiornali nazionali il terremoto non era un problema. Si intervistavano solo terremotati sorridenti, sostanzialmente soddisfatti della loro baracchetta di legno marcio (ma allora il legno non era ancora ufficialmente marcio) e, nei pochi servizi che passavano in televisione, veniva data allo spettatore l’idea di una situazione certamente difficile ma in via di rapida soluzione.
Oggi, invece, la situazione è dipinta finalmente per quello che è, con tutta la sua drammaticità. Cosa è cambiato nel frattempo? Non la vita dei terremotati, che era disastrata anche l’anno scorso, non la quantità di neve caduta che, più o meno, c’era anche l’anno scorso, non la temperatura glaciale con cui la gente è costretta a combattere vivendo in abitazioni inadeguate, né è cambiata l’inadeguatezza delle stesse abitazioni. L’unica cosa cambiata dall’anno scorso a quest’anno è il governo, è la maggioranza che regge il Paese. Intendiamoci: la politica per i terremotati del Governo è rimasta anch’essa uguale, più o meno, siamo all’abbandono totale esattamente come l’anno scorso. Ma ora i giornalisti e i telegiornali lo rilevano, ora il dramma è finalmente dramma.
Però è tardi per scuotere le coscienze degli Italiani, è tardi per sollecitare interventi, è tardi per sollevare dalle pene i terremotati, è tardi per salvare le aree distrutte dal sisma dall’abbandono e dalla desertificazione. L’unica cosa che si ottiene ora, e che probabilmente si vuole ottenere, è scaricare la responsabilità sul Governo attuale. Una responsabilità che c’è, intendiamoci, ma che è maggiore e molto più pesante per chi ha governato l’Italia fino al maggio scorso, per chi ha deciso di non fare nulla e distruggere questo pezzo d’italia. E la responsabilità e anche degli stessi giornalisti che, invece di informare, si occupano di propaganda politica, di giochini elettorali. La loro responsabilità morale è enorme, ed è dimostrata proprio dal comportamento attuale.

Luca Craia