giovedì 16 giugno 2016

La pax augusti di Veregra Street tra Comune e associazioni


Amichevole scambio di opinioni tra me e il direttore del Festiva, Peppe Nuciari

C’era stata guerra aperta tra Comune e associazioni quest’inverno, una guerra, invero, dichiarata e combattuta unilateralmente dall’Amministrazione Comunale che attaccò ripetutamente e violentemente la gran parte del mondo associazionistico montegranarese reo di aver organizzato il Presepe Vivente in maniera autonoma rispetto al Comune stesso, anzi, si era addirittura dato forma giuridica facendo nascere l’Ente Presepe, associazione che è la summa di tutte le associazioni che partecipano e contribuiscono alla realizzazione del grande evento natalizio.
Tra dichiarazioni velenosissime di Sindaco e, soprattutto, vicesindaco, tra uscite incarognite sulla stampa, tra sparate al vetriolo sui social network si era consumato uno scontro che, in realtà, nemmeno c’è stato, perché le associazioni hanno fatto fronte comune e le ire funeste della Giunta Comunale si sono frantumate contro il muro solido di stava pienamente dalla parte della ragione e nulla aveva da rimproverarsi.
Era forse proprio questa coesione a preoccupare Ediana Mancini, Endrio Ubaldi e compagnia, una coesione che cozzava contro la palese volontà di controllare il mondo delle associazioni, volontà miseramente naufragata insieme alla fantomatica consulta delle associazione che morì prima ancora di nascere.
Ma le scaramucce erano partite da prima, già dall’edizione precedente del Veregra Street dove accaddero cose che iniziarono a incrinare i rapporti con le associazioni, prima fra tutte la richiesta di un contributo economico ai sodalizi che, come da tradizione, allestivano stand gastronomici tramite i quali sostenere le proprie attività. Nel contempo ad altre associazioni non solo non si chiedeva alcun contributo ma si assegnavano gratuitamente spazi e si davano aiuti economici. Due pesi e due misure, insomma.
Quest’anno Veregra Street parte con un altro passo, già con la buona idea di Nuciari di riservare la prima serata del Festival proprio alle associazioni e alle loro proposte. È stata poi ritirata la richiesta di contributi per cucinare e questo ha ricucito diversi rapporti che si erano sfilacciati se non interrotti tra Comune e associazioni. I sodalizi che tradizionalmente allestivano una taverna sono tornati a farlo, qualcuno con qualche difficoltà dovuta ai vecchi dissapori, e tutto sembra essere tornato alla normalità o, quanto meno, a prima della guerra natalizia.
Una pax romana, quindi, in cui la possibilità di avere dei ritorni sembra aver prevalso sulle questioni che qualche mese fa sembravano aver irrimediabilmente compromesso i rapporti tra politica e associazionismo. Abbiamo visto nette inversioni di tendenza negli atteggiamenti di talune realtà che, dalla critica feroce sono passate d’uno botto all’elogio sperticato. Durerà? Non possiamo saperlo, almeno per ora. Forse a Natale il Comune si comporterà più intelligentemente dell’anno scorso e la pax verrà consolidata oppure si ripresenterà il problema con la volontà di dominio sul presepe. Vedremo. Intanto godiamoci in pace Veregra Street.

Luca Craia

mercoledì 15 giugno 2016

Un paese che non educa ma dissuade



Fa parte della nostra cultura, forse derivante dagli anni opulenti in cui col soldo in mano si poteva far tutto (anche oggi si può far tutto, è il soldo che manca), il concetto del lavoro-pago-pretendo quando il pretendo comprende anche il fregarsene delle regole. Il nostro è un paese in cui le regole possono essere sistematicamente ignorate senza rischiare sanzioni, a meno che proprio quel giorno giri storto a qualche tutore dell’ordine con fischietto.
Lo dimostrano le scarsissime entrate per contravvenzioni al codice della strada a fronte di un caos stradale facilmente riscontrabile da chiunque girando per le vie di Montegranaro. Lo dimostra il rampollo di famiglia patrizia, nobilitata dalle scarpe prodotte, che su Facebook ipotizzava sanzioni verso chi fa le foto alle macchine in divieto di sosta piuttosto che a chi mette le macchine in divieto di sosta. Lo dimostrano i nostri stessi amministratori col loro stesso operato. Così funziona a Montegranaro, si mettano l’anima in pace quelli che vorrebbero più rispetto per le regole e per il prossimo.
Così c’è poco da meravigliarsi se, per evitare che, durante Veregra Street, le macchine parcheggino sui marciapiedi, si occupino gli stessi con degli orrendi dissuasori di plastica. Non dovrebbe essere necessario nemmeno dirlo che sui marciapiedi non si parcheggia. Ma a Montegranaro, se non trovi posto dove dici tu, il posto te lo crei. Così, per evitare di trovare macchine parcheggiate anche sopra la chioma degli alberi, occorre utilizzare questi orripilanti cosi colorati. E guai a protestare: solo i gufi, magari tristi, protestano.

Luca Craia

Il Comune non paga le quote e non vota per Marca Fermana. Ottimo modo di fare turismo.



Che Marca Fermana, così come ha funzionato fino a oggi, sia sostanzialmente un organismo quasi inutile per la promozione turistica del Fermano è assodato: sono scarsissimi i risultati fin qui prodotti a fronte di spese correnti piuttosto pesanti. Ciò non toglie che, comunque, rimanga potenzialmente uno strumento che, con i dovuti correttivi, potrebbe rivelarsi molto utile per incentivare l’economia turistica della costa e far finalmente partire quella dell’entroterra.
Paesi come Montegranaro, i cui amministratori, a parole, fanno un gran baccano, nominando spesso anche a sproposito la parola turismo, dovrebbero quantomeno provare ad approfittare della scadenza di mandato del Presidente per provare a dare un’inversione di tendenza al Sistema Turistico locale, magari inserendo persone di fiducia e competenti all’interno dell’ente stesso. E invece Montegranaro non viene nemmeno ammesso alla votazione. Motivo? Sembra non sia in regola con il versamento delle quote.
Aumentano così i dubbi su cosa si intenda per turismo dalle parti di piazza Mazzini e come lo si voglia sviluppare. Finora abbiamo assistito a iniziative che sembravano più dei giochini da ragazzi, improvvisate, senza un progetto di fondo: visite turistiche spot, percorsi privi di una guida e di una traccia, assenza totale di promozione. Infatti il problema sembra essere proprio quello: l’assenza di un progetto generale per il turismo, legato alla valorizzazione del patrimonio storico e, quindi, del centro storico. Così come non si vede cosa si voglia realmente fare per il patrimonio storico-culturale, allo stesso tempo non si scorge quale sia la visione che l’assessore ma soprattutto la giunta che egli sostiene abbiano del turismo, una giunta che, ricordiamolo, non destina quasi un centesimo per il comparto. Questo ultimo episodio ne è l’ennesima prova.

Luca Craia