mercoledì 11 novembre 2015

Antonelli, la proposta sulle case popolari e la stupefacente risposta del sindaco.



Che vi devo dire, io a volte non capisco come funzionino certi ragionamenti. Non li capisco e faccio anche fatica ad adeguarmi. Allora: il Presidente del Consiglio propone di rimettere mano al regolamento di assegnazione degli alloggi popolari perché con quello attualmente in vigore vengono favoriti gli stranieri rispetto agli Italiani. Ora, si può essere d’accordo o non esserlo e, nella seconda ipotesi, ci si aspetterebbe un’argomentazione che spieghi il motivo del disaccordo. Ma leggere il Sindaco che dice no alla proposta di Antonelli perché “non è il momento” perché non sono previste assegnazioni fa cedere le braccia.
Come sarebbe non è il momento? E quando sarebbe il momento? In corso di gara? Così che poi si possa dire che non si fa in tempo a cambiare il regolamento o che non è giusto modificarlo durante l’assegnazione? Su, siamo seri. Se non si è d’accordo in linea di principio lo si dica chiaramente e se ne assumano le responsabilità politiche di fronte ai cittadini, altrimenti queste sono scuse per il solito immobilismo. O forse aprire un dibattito in maggioranza su questo tema, avendo anime ideologicamente così distanti, potrebbe creare qualche scossetta tellurica?

Luca Craia


Belle le foglie morte. Ma vanno raccolte.



Sembra questione di poco conto ma forse non lo è. Le foglie morte, che sono cosa normale in autunno, oltre a dare al paesaggio un tocco pittoresco e poetico, possono creare qualche danno a volte anche grave. È per questo che sarebbe consigliabile raccoglierle periodicamente, cosa che, a Montegranaro, ovviamente, non si fa.
La foglia morta, quando abbonda, nasconde la segnaletica orizzontale, come le strisce pedonali, ad esempio. Per la pubblica incolumità e per evitare che la collettività si trovi a pagare danni dovuti a negligenza, è meglio raccoglierle.
La foglia morta, a terra, bagnata da pioggia o nebbia, diventa scivolosa e può far cadere qualcuno. Per la pubblica incolumità e per evitare che la collettività si trovi a pagare danni dovuti a negligenza, è meglio raccoglierle.
La foglia morta, a terra, se piove abbondantemente, può ostruire le caditoie e fare in modo che queste non ricevano più l’acqua piovana. L’acqua piovana potrebbe, quindi, creare danni anche seri a cose e persone. Per la pubblica incolumità e per evitare che la collettività si trovi a pagare danni dovuti a negligenza, è meglio raccoglierle.
Quindi, tanto per chiarire il concetto, secondo me sarebbe opportuno raccogliere periodicamente le foglie morte. Anche perché queste non se ne vanno da sole.

Luca Craia

martedì 10 novembre 2015

Ospedale di Montegranaro: che ne vogliamo fare?



Fa rabbia e tristezza vedere il nostro ospedale o, meglio, quello che era il nostro ospedale, oggi praticamente deserto e svuotato di quasi tutti i servizi. Quello che era una struttura all’avanguardia e un nosocomio che funzionava anche grazie a professionalità importanti (ricordiamo, per citarne uno, il compianto dottor Enzo Allegri), oggi, eccetto piccole ma preziose eccezioni come l’Hospice e il centro per l’alzheimer, è una scatola vuota. Eppure la struttura è ancora più che valida, la sua ubicazione ancora molto funzionale e la sua potenziale utilità è palese. Perché lasciarlo in queste condizioni?
La sanità fermana è in gravi difficoltà, con un ospedale centrale insufficiente, un progetto per una nuova struttura che, per ora, è solo sulla carta e che sembra vi debba rimanere ancora a lungo, i piccoli nosocomi periferici in chiusura. I servizi diminuiscono nel momento in cui forse c’è maggiore domanda. L’offerta si sta spostando nella sfera dell’imprenditoria sanitaria privata. Non sarebbe forse il caso di approfittarne?
La proprietà dello stabile è pubblica. Dopo aver visto naufragare progetti faraonici e fantomatici, cliniche del piede che sono esistite solo nei sogni di qualcuno, progetti di riconversione che non sono mai decollati anche per un’insufficiente pressione politica, credo sia giunto il momento di rimettere mano allo stabile e farlo rivivere, magari rendendolo anche remunerativo per la collettività. Penso ad un bando per affidarlo a privati il locazione o, addirittura, alla sua alienazione.
Uno stabile così grande richiede manutenzioni costanti e costose. Allo stato attuale è destinato a deperire e, quindi, a deprezzarsi. Penso sia il caso di pensare ad un suo utilizzo che sia di salvaguardia economica dell’ente pubblico, di utilità per la comunità montegranarese e che ne scongiuri il degrado. Speriamo che la politica ci pensi, almeno. Prima che sia troppo tardi.

Luca Craia