È passata quasi una settimana dalla pubblicazione delle ultime accuse,
in ordine cronologico, di Sel nei confronti della maggioranza di cui fa parte.
Sono accuse pesantissime quelle lanciate prima da Eros Marilungo, poi dal
coordinatore Giuseppe Viozzi e infine ancora da Marilungo che ha precisato e
rincarato la dose. Sono accuse che, al netto di numeri e politica per addetti
ai lavori, parlano di una sostanziale mancanza di confronto, di un decisionismo
al vertice (quello che abbiamo sempre sospettato, ricordate la favola dei tre
galletti di un anno fa?), dell’assenza di comunicazione, di un rispetto tra
colleghi latitante. Praticamente Sel accusa la maggioranza a cui appartiene di
mancanza di democrazia.
Non è un’accusa da poco, non è un’accusa alla quale si possa decidere
di non rispondere, da non considerare, da lasciar correre tanto non è grave. Invece
è grave, e molto, e mi pare ancor più grave il silenzio che ne è seguito. Si, c’è
stata la reazione come al solito sguaiata e fuori misura del vicesindaco che,
invece di controbattere punto per punto ha preferito correggere (sbagliando) l’ortografia.
Ma una voce a confutare quanto affermato da Sel non si è sentita. E da una
settimana regna il silenzio più assoluto. Cosa vuol dire?
Se ci capisco qualcosa di politica mi viene da pensare che si stia
cercando di ricucire. Potrei sospettare che, zitti zitti, tomi tomi, si stia
mediando per evitare che Sel si sganci definitivamente dalla maggioranza e crei
quel tanto ventilato e temuto gruppo autonomo che sancirebbe, di fatto, la sua
uscita definitiva dallo schieramento che regge Ediana Mancini. Considerando
anche gli uomini, questo è possibile. Viozzi, ad esempio, è uomo da trattativa,
appartiene alla vecchia cultura della politica fatta anche di compromessi improbabili,
di marce indietro inspiegabili, la politica del tutto è possibile. È quindi
pensabile che si stia trattando, nonostante il veleno sputato e le cattiverie
del vicesindaco che non perde occasione di dimostrare la sua inadeguatezza al
ruolo.
Ma un accordo, a questo punto e dopo quanto si è detto, come lo
spieghiamo? Con la fede nel progetto? Suvvia, il progetto iniziale, quello
sbandierato in campagna elettorale, non è realizzabile né mi pare ci sia la
volontà di realizzarlo. È stato già contraddetto, tradito se vogliamo, in più
punti. Sarebbe difficile darci a bere la favola del bene comune superiore.
Allora, questo silenzio? Forse da parte di Sel si sta zitti semplicemente perché
quello che si doveva dire lo si è detto e ora si aspetta una risposta. E questa
risposta, finora, non c’è stata. Perché questa risposta deve essere pubblica,
la gente, i cittadini, gli elettori, hanno il diritto di sapere, di essere
informati. Queste diatribe non sono un teatrino a cui assistiamo d’estate al
fresco, sono un dibattito politico importante tra i nostri rappresentanti e
dobbiamo essere tenuti al corrente delle evoluzioni. Non si faccia affidamento
sulla scarsa memoria perché, per quanto mi riguarda, farò del tutto per tenerla
vigile. Ora i Montegranaresi vogliono risposte. Perchè Montegranaro, dopo oltre
un anno, non è affatto ripartita e Sel ha iniziato a spiegarcene le ragioni.
Luca Craia