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martedì 3 maggio 2016

Ascensore fermo e la gente a bestemmiare nella giungla



È fermo da ieri l’ascensore della torre Zed, che collega l’omonimo parcheggio a vale Gramsci. Circa 24 ore di stop e nessun intervento per ripristinare il servizio. Intanto la gente (oggi è martedì, c’è anche mercato) è costretta a passare per il sentiero pedonale che, tra l’altro, non è ancora chiaro se sia agibile oppure no. Certamente è estremamente disagevole, con erba altissima, fango e il timore che esca qualche grossa bestia dalla radura che potrebbe nascondere di tutto, tanto è fitta: tigri, anaconde, pontecane giganti.
Il dubbio è anche questo: esiste un contratto di manutenzione per l’ascensore? No, perché parliamo di un apparecchietto potenzialmente pericoloso, col quale bisognerebbe prestare molta attenzione. Certo che la mancanza di intervento dopo tanto tempo dal guasto qualche dubbio lo legittima, nel qual caso credo che le responsabilità siano piuttosto pesanti.

Luca Craia

venerdì 25 marzo 2016

E Ubaldi si dà all’archeologia (della telecamera)



Arriva la primavera e la gente allegramente si dà alle escursioni. Il nostro vicesindaco sceglie come meta la torre ascensore, dove evidentemente non è mai stato, nemmeno quando era vicesindaco dell’amministrazione Basso. In questa sua escursione scopre una cosa incredibile: all’interno della struttura ci sono delle telecamere! La scoperta lo riempie di entusiasmo perché si sono verificati diversi episodi di vandalismo all’interno e intorno alla torre ascensore e accorgersi, a quasi due anni di distanza dall’inizio dell’era del Grande Fratello Montegranarese, che anche lì ci sono telecamere è di grande aiuto nella lotta al crimine in cui il nostro vicesindaco si sta distinguendo manco fosse Batman.
Lo annuncia al popolo dalla solita pagina Facebook del Comune attendendo la fine dello sciopero dei giornali per poter divulgare il verbo urbi et orbi. Per intanto si stupisce e si rallegra della scoperta e anche del fatto che quattro degli otto apparecchi funzionano. Ora vedrete che a Montegranaro vivremo più sereni, grazie a questa scoperta archeologica del nostro vicesindaco Indiana Endrio. Rallegriamoci ed esultiamo.

Luca Craia

mercoledì 16 marzo 2016

Gli industriali montegranaresi e il Cristo redentore dell’acquedotto.



Era stata posta in cima alla torre dell’acquedotto all’inizio degli anni ’50 e lì era rimasta finchè, cedendo agli attacchi delle intemperie, si era sbriciolata precipitando a terra nei primi anni ’90. La statua del Cristo Redentore, voluta da un gruppo di montegranaresi di buona volontà che la finanziarono a suo tempo, era rimasta al suo posto per oltre quarant’anni, ed era diventata uno dei simboli di Montegranaro perché da lontano la si poteva scorgere quasi in antitesi al “palazzaccio” posto sull’altro lato del crinale.
Oggi è ancora una volta un gruppo di Montegranaresi, per lo più industriali, a voler rimettere in cima alla torre una statua del Cristo in tutto simile a quella che andò perduta circa venticinque anni fa. Una cordata di persone innamorate del proprio paese che hanno deciso di ricollocare una statua in materiale sintetico in cima alla torre. Si stanno già muovendo, hanno preso contatti con chi la produrrà, hanno i preventivi. Ora si tratta di ottenere i permessi dalla proprietà della costruzione.
Un’unica remora: la presenza di quell’accozzaglia di antenne telefoniche poste lungo i lati della torre. I finanziatori di quest’opera reputano la massiccia presenza di ripetitori, al di là della loro pericolosità per i cittadini che vivono lì intorno, un fattore antiestetico importante tanto da poter vanificare l’effetto positivo della statua. Sarebbe, quindi, un ulteriore buon motivo per toglierli o, quantomeno, ridurli di numero.
In ogni caso c’è da augurarsi che l’iniziativa vada a buon fine e che Montegranaro riacquisti uno dei suo simboli perduti.

Luca Craia