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sabato 9 maggio 2015

Piccola riflessione sulla rapina alla Esso



Esprimendo, per quello che può servire, la più totale solidarietà e vicinanza all’amico Niki Millevolte per la violenza subita durante la rapina al suo distributore, vorrei fare un breve riflessione sull’accaduto e su quello che ci insegna, evitando magari la solita strumentalizzazione politica ma ragionando a mente lucida, per quanto possibile, sui fatti. La rapina è stata commessa da due individui, una donna italiana e un nordafricano. Si potrebbe dire che questo simboleggi il fatto che i delinquenti sono delinquenti, a prescindere dalla loro nazionalità. Direi però che, avendone a sufficienza di nostrani, non si vede la necessità di importarli dal nord africa o da qualsiasi altra parte del mondo.
E mi spiego meglio: non si può permettere che un cittadino straniero che non abbia un lavoro stabile, una residenza certa, un inserimento sociale certificabile permanga nel nostro Paese. Lo straniero che non lavora non ha alcun motivo per stare in Italia. Lo straniero che non è socialmente inserito e integrato non può restare in Italia. Giusta l’accoglienza per coloro che necessitano di asilo, giustissimo soccorrere i profughi che rischiano la vita ma, una volta in Italia, o si compiono tutti gli sforzi per integrarsi nel Paese ospite o si va altrove.
Ho assistito con i miei occhi alla cerimonia di assegnazione della cittadinanza a un uomo nordafricano che non era nemmeno capace di leggere la formula di rito in un italiano intellegibile. Non si può dare la cittadinanza a chi non conosce nemmeno la lingua del Paese che lo ospita. Non si può lasciare che uno straniero che non certifichi il suo inserimento sociale col lavoro e con l’integrazione permanga in Italia.

Luca Craia

martedì 25 novembre 2014

Furto da Buffetti. L’imbarbarimento della nostra società



È un problema sociale, anche serio, l’ondata di furti che da mesi, anni, affligge Montegranaro, intensificandosi nell’ultimo periodo. È un problema sociale il quale, a quanto pare, non siamo attrezzati a combattere. Sono furti tutto sommato di poco conto, di poco valore, ma che fanno male a chi li subisce e, soprattutto, preoccupano. E, dicevamo, gli strumenti per contrastare il fenomeno sembrano insufficienti, anche le annunciate telecamere di videosorveglianza non credo potranno arginare più di tanto il fenomeno.
Questa notte è toccato al negozio Buffetti di largo Conti. Hanno aperto una porta laterale forzandola con una certa facilità. Si sono introdotti nel negozio e, mentre suonava l’allarme, hanno portato via velocemente tabacchi, qualche valore, qualche gratta e vinci e sono scappati via a piedi verso i giardini del Campo dei Tigli. Un bottino esiguo di poche migliaia di euro, una modalità che fa supporre l’operato di sbandati, personaggi poco organizzati ma non per questo meno pericolosi.
C’era scoraggiamento nelle parole dei titolari dell’esercizio con cui ho parlato stamattina. Nemmeno rabbia, nemmeno rassegnazione, forse solo la consapevolezza che l’imbarbarimento della nostra società sia forse inarrestabile. E preoccupazione: per il nostro futuro ma anche per la tendenza sempre più violenta che sta predominando nelle coscienze, sia in quelle che la violenza già la praticano nel delinquere sia in chi la sta subendo e pensa a una reazione. Quel che certo è che Montegranaro non è più una città sicura, il paese dove si lasciavano le porte aperte anche di notte ora è un paese assediato dalla delinquenza. Ed è altrettanto certo che davvero poco si possa fare per risolvere il problema, che è generale di tutta la nostra civiltà e che richiede un ripensamento di tanti, forse  troppi, meccanismi andati in panne.

Luca Craia