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sabato 9 maggio 2015

Piccola riflessione sulla rapina alla Esso



Esprimendo, per quello che può servire, la più totale solidarietà e vicinanza all’amico Niki Millevolte per la violenza subita durante la rapina al suo distributore, vorrei fare un breve riflessione sull’accaduto e su quello che ci insegna, evitando magari la solita strumentalizzazione politica ma ragionando a mente lucida, per quanto possibile, sui fatti. La rapina è stata commessa da due individui, una donna italiana e un nordafricano. Si potrebbe dire che questo simboleggi il fatto che i delinquenti sono delinquenti, a prescindere dalla loro nazionalità. Direi però che, avendone a sufficienza di nostrani, non si vede la necessità di importarli dal nord africa o da qualsiasi altra parte del mondo.
E mi spiego meglio: non si può permettere che un cittadino straniero che non abbia un lavoro stabile, una residenza certa, un inserimento sociale certificabile permanga nel nostro Paese. Lo straniero che non lavora non ha alcun motivo per stare in Italia. Lo straniero che non è socialmente inserito e integrato non può restare in Italia. Giusta l’accoglienza per coloro che necessitano di asilo, giustissimo soccorrere i profughi che rischiano la vita ma, una volta in Italia, o si compiono tutti gli sforzi per integrarsi nel Paese ospite o si va altrove.
Ho assistito con i miei occhi alla cerimonia di assegnazione della cittadinanza a un uomo nordafricano che non era nemmeno capace di leggere la formula di rito in un italiano intellegibile. Non si può dare la cittadinanza a chi non conosce nemmeno la lingua del Paese che lo ospita. Non si può lasciare che uno straniero che non certifichi il suo inserimento sociale col lavoro e con l’integrazione permanga in Italia.

Luca Craia