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martedì 9 febbraio 2016

L’amministrazione fa i progetti. Ma chi li paga? E intanto i soldi dell’immondizia se li prende la ditta.



Grande profusione di progetti da parte dell’amministrazione Mancini. Ogni tanto ne tirano fuori uno e, una volta presentato, puntano a realizzarlo in barba alla cittadinanza che, magari, non gradisce affatto. Ma i progetti costano, anche se loro non lo dicono. Costano almeno il 2% del loro valore, se realizzati all’interno delle strutture pubbliche, e di più se stilati da privati. Il bello è che, spulciando l’albo pretorio, non si trova traccia delle delibere con le quali si incarica qualcuno, sia esso un dipendente del Comune o della Provincia, di redigere questi progetti. Questo è piuttosto strano.
Il progetto per l’Ecocentro, poi, è fantastico. Come ha opportunamente evidenziato il Movimento 5 Stelle, stiamo buttando alle ortiche una bella risorsa che avrebbe potuto far risparmiare al nostro Comune e, conseguentemente, alle tasche dei cittadini, un bel po’ di quattrini. Invece che si fa? Regaliamo tutti i proventi della gestione dei rifiuti, in particolare quelli speciali dove si trovano, per esempio, metalli preziosi che vengono pagati profumatamente, alla ditta che ha vinto l’appalto, ricevendo in cambio la sistemazione del piazzale. Un bel progetto, non c’è che dire, ma ci costa un po’ troppo, mi pare, con i mancati incassi dello smaltimento che si aggiungono a circa sei milioni di Euro di costo totale dell’appalto. E il progetto non si sa chi lo paga, ma alla fine è il problema minore.

Luca Craia

giovedì 21 gennaio 2016

Il programma di Montegranaro Riparti è vincolante. Ma solo per i punti che ci pare a noi.



Il progetto di risistemazione di viale Gramsci e aree circostanti non piace a nessuno, è evidente. Non piace ai cittadini che sono intervenuti all’incontro col Sindaco e hanno dimostrato la loro contrarietà, non piace ai commercianti del centro che lo hanno bocciato anche con una lettera aperta. È un progetto inutile, illogico, non prioritario. Ma l’Amministrazione Mancini non sembra intenzionata a tornare sui propri passi. Il motivo? Molti ufficiali, uno solo reale: è un progetto che darà visibilità elettorale. Quello che costerà alla collettività, in termini economici ma anche e soprattutto di scelte a discapito di altre scelte è una cosa che interessa poco. Solo che questo non si può dichiarare per cui le motivazioni che vengono date sono altre.
Una di queste è quella legata al programma elettorale: si dice che, essendo il progetto presente nel programma, l’amministrazione è vincolata al rispetto del medesimo. Peccato che, nello stesso programma, c’erano molte altre cose che vengono disattese e che non sembra siano nelle intenzioni dell’amministrazione comunale. Vediamole:

1) creazione nuovi spazi verdi nei quartieri: per ora non se ne vedono né pare siano in programma;
2) manutenzione delle aree a verde esistenti: manco l’ombra;
3) piantumazione in economia delle aree a ridosso del centro urbano: ma come ci pensi;
4) predisposizione di un progetto generale per la creazione del parco fluviale del Chienti: siamo al paradosso, stanno facendo il contrario;
5) realizzazione di un piano per l’abbattimento dell’inquinamento luminoso: questo lo stanno realizzando non sostituendo le lampadine bruciate e lasciando intere zone al buio;
6) ristrutturazione palazzo comunale: dicono che lo faranno, forse lo faranno, ma senza fretta. Intanto chissà che ne è del teatro Novelli, che già due anni fa, l’ultima volta che ci sono entrato, era in condizioni pietose;
7) creazione polo culturale nel vecchio ospedale: pare complicato, visto che l’hanno trasformato in un califfato;
8) recupero urbano e spazi di aggregazione: niente, nada, nulla;
9) recupero del patrimonio edilizio esistente: niente di fatto;
10) consumo di suolo zero: vero solo per chi non sta loro simpatico;
11) riqualificazione degli impianti sportivi: fatto, solo che non sono utilizzabili dalla cittadinanza perché appannaggio esclusivo delle società sportive. Persino la scuola ne è stata estromessa;
12) riconversione dello scheletro del palazzetto dello sport: questa, più che altro, è una barzelletta che non fa ridere;
13) “ultimo tassello per costruire un paese a misura d’uomo è la manutenzione e la valorizzazione delle strutture esistenti”: su questo, davvero, eviterei ogni ulteriore commento perché potrei scendere molto di livello col linguaggio;
14) favorire l’imprenditorialità giovanile: nulla di fatto;
15) creazione di un marchio di distretto: nulla di fatto;
16) effettuare un censimento delle arti e dei mestieri; realizzazione di una banca dati delle arti e dei mestieri: nulla di fatto;
17) sostegno al commercio: nulla di fatto;
18) piano di recupero del centro storico: non ci investono un centesimo per il secondo bilancio consecutivo;
19) riorganizzazione degli uffici comunali: finora abbiamo visto solo purghe, trasferimenti immotivati, esternalizzazione dei servizi; abbiamo visto dipendenti preziosi e rispettati trattati da sguatteri salvo poi intitolargli la biblioteca dopo morti;
20) partecipazione dei cittadini alle scelte: stendiamo un pietosissimo velo;
21) riapertura dell’ospedale per 20/40 posti letto: silenzio assoluto;
22) potenziamento delle attività ambulatoriali: stiamo andando in direzione contraria;
23) potenziamento dei servizi sociali: stanno facendo il contrario;
24) migliorare la qualità della refezione scolastica: la stanno eliminando, più migliorata di così;
25) potenziare la politica culturale: hanno litigato con tutte le associazioni culturali. La politica culturale è quasi assente se non per l’opera delle associazioni;
26) avviare un programma culturale che metta in moto idee e spazi: in realtà si è cercato di affossare tutto l’esistente, a parte le due o tre associazioni che si sono asservite;
27) restituire alla Proloco il ruolo di coordinamento e promozione eventi: la Proloco è stata uccisa;
28) rifiuti come risorsa economica: abbiamo solo aumentato la spesa per la raccolta differenziata;
29) tutela dell’ambiente nelle zone agricole: nulla di fatto, se non diverse strade vicinali diventate impercorribili;
30) sviluppo del turismo: con un centro storico massacrato come il nostro non è minimamente pensabile; so sono buttati via anni di esperienza in questo campo per favorire amici e amici di amici; si sono spesi soldi a pacchi per iniziative estemporanee e inutili;
31) sicurezza e legalità: eccetto le telecamere che non servono a nulla non si è fatto niente di niente;
32) grande impegno per l’educazione stradale e per il rispetto del codice della strada: no comment.
Tutto questo è contenuto nel programma di Montegranaro Riparti, non solo il progetto per viale Gramsci. Non si capisce, quindi, perché i nostri amministratori si sentano vincolati da questo solo progetto, mentre il resto del paese sta andando in malora

Luca Craia

sabato 16 gennaio 2016

Non esistono progetti a costo zero, si chiamano incentivi alla progettazione




Solo due righe per chiarire un concetto: quando chi ci amministra parla di progetti a costo zero perché realizzati all’interno dell’ente con le risorse umane a disposizione o mente o non conosce il funzionamento della macchina amministrativa. Infatti, con l’introduzione degli incentivi alla progettazione voluti dall’allora ministro Merloni, il dipendente che produce un progetto per la pubblica amministrazione riceve un premio che ammonta al 2% del valore del progetto stesso. Per fare un esempio: il progetto di risistemazione di viale Gramsci realizzato da tecnici della Provincia e che dovrebbe ammontare, come spesa complessiva, sui 450.000 Euro, frutterebbe al progettista circa 9.000 Euro, a prescindere se si realizzerà o no il progetto. Questo non lo chiamerei propriamente costo zero.
Questa normativa è estremamente dannosa per l’economia. Immaginate che tali progetti potrebbero essere assegnati a studi esterni, magari favorendo i giovani che stanno intraprendendo la carriera. Invece rimangono appannaggio di dipendenti pubblici che già percepiscono stipendi piuttosto pesanti. I vari governi che si sono succeduti hanno tentato ripetutamente di abrogare la legge non riuscendovi. Evidentemente i progettisti della pubblica amministrazione sono ben rappresentati politicamente e sindacalmente.

Luca Craia