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mercoledì 28 dicembre 2016

Telecamere, tutor, t-red e varchi elettronici. Il rischio “Grande Fratello” nei buoni propositi.

Non ho dubbi sulla bontà dell’intento della Giunta Calcinaro nell’installazione dei varchi elettronici alle porte della città di Fermo. Il loro utilizzo sarà sicuramente utile per la lotta alla criminalità, così come sono potenzialmente utili le tante telecamere di videosorveglianza che vengono piazzate un po’ ovunque e che, se realmente funzionanti e non solo come deterrente spento, possono sostenere indagini e limitare le azioni delinquenziali. Anche i vari autovelox, tutor e marchingegni del genere, pur se utilizzati troppo spesso a scopo vessatorio, possono essere di grande aiuto per tutelare l’ordine pubblico e il rispetto delle regole.
Purtroppo, però, sono strumenti il cui utilizzo non è unico e, francamente, temo che, in mano ad amministrazioni meno in buona fede delle attuali, posta per accettata quella delle attuali, possano diventare un mezzo di controllo e repressione formidabile. In realtà si sta creando, più o meno inconsapevolmente (almeno spero) una rete di strumenti di controllo che, se opportunamente organizzata, potrebbe costituire una forma di controllo sulla libertà individuale pericolosissima.
È ovvio che la garanzia della sicurezza è basilare, specie in una società dove questa sicurezza è percepita come in diminuzione drastica. Rimane però importante garantire la libertà dell’individuo e scongiurare qualsiasi pericolo questa possa correre. Questi strumenti, purtroppo, pur essendo valido mezzo di prevenzione e lotta contro la criminalità, costituiscono un serio pericolo, almeno potenzialmente, per la libertà dei cittadini. Per questo ci andrei molto cauto, per non pentirsi in futuro.

Luca Craia

giovedì 8 ottobre 2015

Finalmente rispettati privacy e dignità dei cittadini.

Un'altra piccola battaglia di civiltà vinta: sull'Albo Pretorio online del Comune di Montegranaro l'elenco dei destinatari degli avvisi di Equitalia viene pubblicato senza l'esposizione del nome del destinatario. Finalmente rispettati privacy e dignità dei cittadini. Non ci voleva molto.

Luca Craia

lunedì 23 marzo 2015

Telecamere e diritto alla riservatezza. Chi controlla l’uso privato della vigilanza video?



Ho già detto che le telecamere che il Comune sta installando per risolvere, secondo me, non sono una soluzione efficace per l’ordine pubblico. Ne ho già spiegato i motivi e ve li riassumo: l’ordino pubblico è prevalentemente un problema culturale. Se i Montegranaresi abbandonano il loro paese, non lo frequentano, non lo vivono, giocoforza gli spazi vuoti vengono riempiti. È il caso del campo dei tigli, situazione più macroscopica, ma è il caso di tutte le zone di Montegranaro che stanno gradualmente degradando. In sostanza: per recuperare la sicurezza bisogna recuperare la vivibilità, per recuperare la vivibilità occorre creare i presupposti perché questa sia completa e diffusa su tutto il territorio. Le ultime vicende (vedi la ghettizzazione del centro storico) vanno in direzione contraria.
Ma l’installazione di telecamere suscita anche perplessità di altro genere. Il diritto alla riservatezza dei cittadini è messo a rischio, soprattutto dal fatto che la rete di controllo video sarà mista, con la concorrenza di apparecchiature private e da privati controllate. Esiste quindi la possibilità che le telecamere prolifichino soprattutto per la concorrenza del privato. La domanda ora è questa: se la fiducia nel pubblico deve essere incondizionata, chi controllerà il privato e l’utilizzo che farà delle sue apparecchiature di vigilanza? Come ci si potrà assicurare che il diritto alla riservatezza del cittadino verrà salvaguardato?

Luca Craia