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sabato 11 gennaio 2014

Coi centri storici non si scherza e non si temporeggia.


Il crollo di una palazzina a Matera

Crollano le palazzine, si scava con le mani per salvare o cercare di salvare le vittime sepolte dalle macerie, arrivano ministri e viceministri costernati, i sindaci piangono a favore di telecamera. È il solito palcoscenico della tragedia dove si gioca al teatrino dello scarico di responsabilità, dell’elogio ai soccorritori e della passerella televisiva. Un teatrino che, però, spesso costa la vita alle persone e questo si può evitare.
Quando dico, e lo dico da un sacco di tempo, che con le case pericolanti, con i centri storici lasciati all’abbandono, con l’incuria e il degrado non si scherza intendo questo. Non è una questione di decoro o di estetica, non è solo dare una migliore qualità della vita a quei cittadini che vivono spesso in condizioni difficili nei centri storici dimenticati dalla politica e rispolverati soltanto in campagna elettorale. È una questione di sicurezza, di pubblica incolumità, di rispetto per le vite umane.
A Montegranaro tutti conosciamo in che condizioni versa il nostro centro storico. La situazione non è nata ieri ma è frutto di decenni di abbandono da parte di chi ha amministrato la città e di vero e proprio menefreghismo da parte di una larga fetta della cittadinanza. Oggi, invece, assistiamo a un certo interesse da parte dei Montegranaresi per la questione. Un interesse che, però, somiglia a una moda, a una tendenza. Una tendenza che, sapientemente, qualche politico cavalcherà.
Nell’ultimo periodo, grazie a pressioni piuttosto insistenti da parte di alcuni cittadini tra i quali metto anche me stesso, si è ottenuto qualcosa: diversi stabili pericolanti stanno subendo interventi di recupero e questo è un grande passo avanti verso la soluzione del problema che, però, è estremamente complessa.
La passata Amministrazione ha stretto un accordo con l’Unicam per effettuare uno studio e un progetto di recupero globale del centro storico: una cosa encomiabile se non fosse l’unico intervento che si intende fare. Invece questo è ciò che è accaduto. In attesa del progetto si è fermato tutto, la pubblica amministrazione non ha programmato alcuna azione sul quartiere vecchio in attesa dell’Unicam come fosse la panacea di tutti i mali. Nel frattempo il degrado non si è affatto arrestato, anzi. La caduta dell’amministrazione, poi, ha peggiorato le cose perché del suddetto progetto si sono perse le tracce. Ancora se ne sente parlare ma nessuno, credo, lo ha ancora visto, tantomeno le associazioni come quella che presiedo e che si occupa proprio della questione e che non è mai stata consultata, come forse sarebbe stato opportuno, né dal Comune né dall’Unicam. Però ancora si parla del progetto. Attendiamo di conoscerlo. E intanto che facciamo? Incrociamo le dita e preghiamo che non crolli nulla.

Luca Craia