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venerdì 15 luglio 2016

La fine della centrale di Campiglione e la caduta dell’alibi di Perugini e Cesetti



L’hanno detto in maniera anche non troppo velata, i due tiratori delle fila dei giochetti politici della provincia fermana, l’attuale Presidente Perugini e l’ex Presidente (che ancora un po’ lo è) Cesetti: uno dei motivi più strategici per volere l’ospedale nuovo a Campiglione era l’incompatibilità con la presenza della centrale a biomasse. Ergo, sbrighiamoci, corri corri, facciamo partire prima i lavori dell’ospedale così prendiamo due piccioni con una fava: blocchiamo questa cosa che grida vendetta agli occhi di Dio e apriamo un megacantiere bacino di voti e chissà cos’altro.
Ora la notizia della fine di ogni progetto per la centrale è una doccia fredda per la nostra coppia di assi. Fa cadere l’alibi primo, quello più ghiotto. Perché, in realtà, la gente non è poi così contenta di vedere buttati via milioni di euro su un nuovo ammasso di calcestruzzo che, se le teste rimangono queste (e rimangono queste), non risolverà il minimo problema della sanità locale, mentre strutture seminuove e potenzialmente funzionali (vedi l’ospedale di Montegranaro) rimangono a marcire.  Ma l’idea che questo potesse scongiurare la nascita della fabbrica dei veleni era accattivante e giustificava anche lo sperpero. Ma adesso la fabbrica dei veleni non si fa più. E lo sperpero?

Luca Craia

venerdì 1 luglio 2016

E il Sindaco si accorge che la sanità a Montegranaro non c’è più



I cittadini lo sanno da un pezzo. Da un pezzo ne parlano e se ne lamentano. I più attenti hanno anche visto assegnare servizi sul territorio della Asur ma mai niente a Montegranaro. Ora, a quanto apprendiamo, pare che se ne sia accorta anche la Sindaca (Sindaco? Sindachessa? Come dovrò dire senza incorrere in sanzioni?). Ci ha messo un po’, solo un paio d’anni abbondanti, e nonostante i tuoni periodici del suo Presidente del Consiglio Comunale, quel Walter Antonelli che chiede da sempre maggior peso politico sulla sanità. Bene, meglio tardi che mai.
Solo che chi decide di sanità nelle Marche è la Regione. E in Regione il governo è espresso dalla stessa compagine che esprime quello di Montegranaro. E com’è che tutti i paesi del Fermano acquisiscono servizi importanti e Montegranaro non riesce nemmeno a farsi aprire la camera mortuaria? 
Non sarà che, a livello politico, siamo lo zimbello di tutto il Fermano e oltre? Non sarà, per caso, che dipende dal peso specifico della sezione Pd montegranarese? Non sarà che il Pd montegranarese praticamente non c’è più? Ma tranquilli, la restaurazione è vicina.

Luca Craia

venerdì 22 aprile 2016

Regione, Provincia, Comune e i Nostradamus della sanità



Scusatemi ma sbotto. Non si riesce a leggere una tale sequela di stupidaggini (e ho faticato per non usare termini più turpi e, allo stesso tempo, idonei). “Al centro di tutto ci sarà il malato. E chi lo accompagna avrà un ambiente di qualità” dicono e Quattro dell’Ave Maria (che chi li vede se scappa via), che oggi hanno presentato un plastico di come sarà il nuovo ospedale di Fermo, ossia di come sperpereranno, come minimo, 70 milioni dei nostri euro. Fanno le previsioni, perché non si capisce come si possa evincere da un progetto edilizio il tipo di sanità che vi verrà applicato. Un sacco di cretinate sull’attenzione alla persona, al malato e ai familiari. Primari, professionalità, una rivoluzione, insomma. Tutto questo lo vedono da un plastico e ce lo vengono pure a dire. C’è da chiedersi cosa ci hanno messo nel buffet.
No, perché il punto è che le professionalità saranno le stesse che ci sono oggi. Magari qualcuna in più, ma non è che se le metti da un’altra parte diventano improvvisamente migliori. Non è che l’impresa che si aggiudicherà l’appalto, insieme ai mattoni e ai pilastri, ci metterà dentro anche i primari e i capisala. Non ci metterà i macchinari. E non è che automaticamente, con un nuovo palazzo, per quanto avveniristico, per farsi una tac ci vorrà meno che adesso. Non è che spenderemo meno per farci un’ecografia.
Sono politici, si sa. Sono abituati a raccontarci favole. E questa è una bella favoletta ma… chi ci crede? Quello che è certo è che andremo a costruire un nuovo colosso di cemento armato, magari faremo pure qualche strada intorno tutta nuova. Spenderemo un sacco di soldi e tutto sarà bellissimo per un po’ e poi deperirà come deperisce tutto il resto. Perché se la Regione, la Provincia, il Comune fanno fatica a trovare i soldi per l’ordinaria manutenzione di quello che c’è, voglio vedere dove troveranno i soldi per mantenere anche tutta questa bellissima roba nuova. E intanto gli ospedali vecchi marciranno.
Dicono che il progetto favorirà l’economia. Certo, per favorire l’economia tu che fai? Sprechi una settantina di milioni. Se va bene, perché lo vediamo in questi giorni quello che sta venendo fuori sulla sanità marchigiana. Allora di che vogliamo gioire? DI che vogliamo rallegrarci?

Luca Craia