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giovedì 18 giugno 2015

La monofora della Pieve, la nicchia, le mura e la torre.



Il giorno 30 novembre 2013 io, Sabina Salusti, Antonella Leoni e Simone Perticarini, nel corso di una esplorazione sotterranea legata alla mappatura degli ipogei, entrammo in una stanza di dimensioni pressochè quadrate, di circa tre metri per tre per un’altezza di circa 5 metri, che è ubicata alle spalle del palco del teatrino della Pievania. Per accedervi abbiamo percorso uno stretto cunicolo a cuspide al quale si arriva dalla casa parrocchiale e dal teatrino stesso. Le pareti affrescate, anche se fortemente lacunose, e la presenza di una monofora posta a oltre quattro metri di altezza indicano che il vano è definibile come cappella o sacrestia appartenente all’antica Pieve del SS.Salvatore che sappiamo essere stata lì ubicata. È bene chiarire che il vano era del tutto dimenticato, tanto che l’allora parroco don Umberto, che ci aspettava fuori dal cunicolo, ammise di non saperne nulla. Abbiamo, quindi, ragione di ritenere di essere stati i primi ad accedervi da molto tempo e che, pertanto, se si parla di scoperta questa debba essere a noi attribuita.
Lo scorso 22 marzo l’amico Daniele Malvestiti, storico locale, entrava anch’egli nella cappella (o sacrestia) ritenendo e scrivendo sulla sua pagina Facebook, salvo poi rettificarsi dietro mia sollecitazione, di averla ritrovata per primo. In riferimento alla finestra affermava che si trattava di una nicchia. L’affermazione mi lasciò di stucco tanto che oggi, incontrando l’amico storico dell’architettura Medardo Arduino, gli ho chiesto un parere professionale. Ovviamente questo si basa solo sul materiale fotografico e, quindi, andrebbe verificato sul posto. Però, dalle immagini, pare piuttosto evidente che la conformazione del manufatto sia tipica di una monofora strombata romanica. Inoltre è difficile pensare a una nicchia, vista l’altezza dal suolo che la renderebbe inutile.
Lo stesso dicasi per l’ipotesi di un’edicola, che per forma potrebbe essere più simile, ma che, posta a quattro metri di altezza dal suolo, sarebbe un caso quasi unico, visto che qualsiasi tipo di devozione (a quello servivano le edicole) è inficiata dalla distanza dal fedele. Pertanto abbiamo ragione di ritenere che si tratti di una finestra monofora, come già asserito all’epoca. Per quanto riguarda le figure che Malvestiti intende vedere sullo sfondo, ritengo si tratti di macchie dovute al tempo e agli agenti atmosferici che hanno creato una sorta di figura sulla tamponatura della finestra murata.
Rimane, quindi, molto interessante la posizione di tale monofora che guarda verso Porta Marina e, quindi, è stata presumibilmente tamponata con la costruzione di Palazzo Conventati. Quindi, prima di quest’ultima, in quella direzione c’era il vuoto, il che lascia aperte diverse ipotesi, la più affascinante delle quali è quella di cui ho già parlato e che si riferisce alla possibilità della presenza di una prima cinta muraria a ridosso della Pieve, della quale forse la Torre dell’Annunziata era parte fortificata.

Luca Craia