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mercoledì 18 febbraio 2015

Patto per la sicurezza: predicare bene e razzolare….



Non voglio sprecarci tante parole, ne ho già scritte abbastanza. Mi è solo parso grottesco il contenuto del Patto per la Sicurezza sottoscritto lo scorso 13 febbraio in Prefettura dal nostro Sindaco perché mi pare sia in palese contraddizione con l’assegnazione degli alloggi popolari con criteri che rischiano di fare del centro storico il ghetto di Montegranaro. Leggiamo:



Non voglio aggiungere ulteriori commenti.


Luca Craia

sabato 27 dicembre 2014

La questione immigrati è ininfluente. Fregatevene.



Ancora una volta il popolo italiano si comporta da gregge ubbidiente al cospetto di esperti pastori. Lo facciamo sempre e ci facciamo dirigere dove vogliono loro. Chi siano questi loro è difficile da stabilire, certamente chi ci governa è solo uno strumento di questi “loro”, una sorta di cane pastore. Ogni qualvolta si renda necessario distogliere l’attenzione delle pecore da questioni che ne riguardano il futuro, loro hanno pronto un argomento che ne capti le ire e le energie. E questo è il caso del problema immigrazione.
Che questo sia un problema e fuori da ogni dubbio. Che sia un problema che vada risolto in maniera molto più concreta di quanto sia stato fatto fin’ora è altrettanto evidente. Ma è altrettanto evidente che questo non  sia Il Problema. La crisi non è causata dalla presenza di immigrati. La situazione economica non è aggravata in maniera sensibile dalla presenza di immigrati. La sicurezza pubblica non è peggiorata a causa della presenza di immigrati. Insomma: dei tanti problemi che abbiamo (e ne abbiamo davvero tanti) in questo momento la questione immigrati è quasi irrilevante.
Eppure il dibattito (se così vogliamo chiamarlo) continua a girare intorno a questo argomento. La lotta all’immigrazione, che spesso diventa lotta all’immigrato, è un argomento che sta a cuore a tutti i politici, parte dei quali si schiera a favore di misure più restrittive (talvolta sfiorando la disumanità), mentre altri si dichiarano più sensibili alla questione umanitaria. Il punto è che si stanno sprecando energie su una questione che non le merita.
Però la questione cattura l’attenzione degli Italiani. Lo sa la destra estrema che cavalca l’argomento per veicolare voti e consensi, lo sa la sinistra che cerca di fare altrettanto ragionando in maniera opposta. Il punto, però, è che, mentre gli Italiani si concentrano su un argomento quasi del tutto ininfluente per il loro futuro, si approvano norme e provvedimenti che, invece, influiscono in maniera determinante. Ad esempio il cosiddetto job act del Governo, un provvedimento che va contro ogni logica, impoverisce ancora di più il popolo, è contrario ad ogni tentativo di uscire dalla crisi perché annichilisce ancora di più i consumi e crea un popolo di precari sta passando quasi in sordina senza che gli Italiani si infiammino più di tanto sull’argomento. Gli stessi Italiani, intanto, si accapigliano sull’immigrazione. Popolo di pecore.

Luca Craia

lunedì 20 ottobre 2014

Riflessioni sul suicidio di Gianluca Ciferri.



Provo una gran pena per i figli di Ciferri, per la moglie, la sua famiglia. Così come provo una gran pena per le famiglie delle sue vittime. I bambini sono coloro che pagano a maggior prezzo tutta questa bruttissima storia. Una storia che vale solo ventimila euro, una storia di sangue che fa riflettere.
C’è molto da riflettere: sul grado di violenza che nostra civiltà ha raggiunto, sulla leggerezza con cui si minaccia, anche a ragione, un’altra persona, sulla facilità con cui si preme il grilletto ripetutamente e si uccide. C’è da riflettere sui fattori economici che hanno portato a questa tragedia, sulla miseria dei due operai costretti quasi a mendicare quello che spettava loro di diritto, sulla miseria stessa di un imprenditore che non riesce a mantenere i suoi impegni.
C’è da riflettere sulle reazioni della gente, di tutti noi, che ci siamo divisi tra sostenitori dell’omicida e tifosi delle vittime, sulla strumentalizzazione vomitevole che si è fatta della storia, su chi ha gridato l’ormai trita, ritrita, stucchevole litania del “dagli allo straniero” che ha sempre torto anche solo per il fatto di essere straniero e chi ha addirittura organizzato fiaccolate per condannare, prima dei giudici, lo sparatore.
Siamo una società partigiana, che deve sempre schierarsi da una parte o dall’altra. Una società di tifosi, sempre pronti con i nostri striscioni pro o contro, pronti a sventolare la bandiera che ci siamo scelti per ideologia, cultura, comodo o semplice superficialità. E lo facciamo con violenza, molto spesso soltanto verbale, ma che non è così diversa da quella di chi spara o brandisce un piccone.
Ora, di fronte al terzo morto di questa bruttissima storia, spero che si ripongano i vessilli e ci si fermi un po’ a riflettere, magari pensando a quelle famiglie distrutte, a quei bambini che non hanno più un padre, a quelle mogli rimaste sole. E si pensi a quanta violenza abbiamo in corpo, che manifestiamo in tante piccole situazioni, pronti a condannare l’altro, a fargli male solo perché, magari, sventola una bandiera diversa dalla nostra.

Luca Craia