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giovedì 19 maggio 2016

Beverati e la storia che non sa (o fa finta di non sapere)



Enzo Conti con Medardo Arduino che aprirà l'edizione 2016 della Settimana della Cultura Montegranarese

Dispiace un po’ leggere quanto scritto da Giacomo Beverati per presentare la Settimana della Cultura che prende il via domani con un evento di Arkeo, l’incontro con lo storico Medardo Arduino. Dispiace soprattutto perché non rende merito a chi ce l’ha, tra i quali ci sono io ma soprattutto, e questo mi dispiace di più, c’è Enzo Conti a cui, peraltro, l'evento è dedicato. Beverati dice che la Settimana della Cultura l’ha istituita Buondonno, assessore alla cultura della Provincia di Fermo della scorsa legislatura. Niente di più sbagliato e inesatto. Per giustizia e verità, e per rispetto al compianto amico Enzo Conti, ne ricostruisco la vera storia.
Il gruppo di organizzatori della prima edizione mentre prepara Palazzo Luciani Ranier
La Settimana della Cultura era un evento nazionale, coordinato dal Mibact, che si è tenuto in tutta Italia fino al 2013, anno in cui il Ministero decise di sopprimerlo causa mancanza di fondi. Ricordo come fosse ieri che passai a trovare Enzo in biblioteca per sentire cosa ne pensasse ed entrambi, avendo fino all'anno prima organizzato insieme l'evento montegranarese, convenimmo che fosse una cosa inaccettabile. Decidemmo quindi che avremmo continuato a organizzare la Settimana della Cultura montegranarese per conto nostro e ci mettemmo subito all’opera, chiamando le associazioni culturali con cui avevamo contatti e creando, in breve, un evento di altissimo livello al quale parteciparono alcune tra le maggiori associazioni cittadine, tra cui ricordo il Gtm, gli Amici della Musica, la Banda Omero Ruggieri, Il Labirinto e il Club L’Altritalia. Lo chiamammo Settimana Colta per distinguerlo dalla Settimana della Cultura nazionale che non c’era più.
L’anno successivo, sempre d’accordo con Enzo Conti, andai a Fermo con Dino Gazzani, allora vicepresidente di Arkeo, a parlare con l’assessore Buondonno e proporgli di allargare la nostra esperienza in ambito provinciale. Buondonno, da politico navigato, dopo qualche esitazione iniziale, comprese che avrebbe ottenuto visibilità a costo zero e aderì alla proposta convocando in Provincia tutte le associazioni culturali di cui era a conoscenza. In verità aderirono in poche e l’idea, per quanto buona, senza falsa modestia, rimase pressochè lettera morta. A Montegranaro, però, la cosa andò avanti.
Il GTM e la Banda Omero Ruggieri durante una rappresentazione congiunta proposta per la prima edizione del 2013
Con Enzo decidemmo che, essendo appena risorta la Proloco, sarebbe stato opportuno che a coordinare l’organizzazione dell’evento dovesse essere il presidente della stessa. Così si giunse a un incontro tra le associazioni cittadine che aderivano alla proposta. Il resto è storia: il solito Gianfranco Mancini e la presidente dell’Archeoclub Montegranaro, Anna Maria Vecchiola, posero una specie di veto sulla presenza della mia associazione, Arkeo, nell’organizzazione e io abbandonai la riunione. Arkeo uscì dall’evento, che fu organizzato completamente slegato da quello provinciale, snaturandone completamente l’impostazione originale. L’anno successivo Arkeo non partecipò, tornando a dare il proprio contributo solo quest’anno.
Si vede bene, e tutto quanto ho riportato è facilmente riscontrabile anche solo cercando su Google, che Buondonno non ha mai organizzato né concepito alcuna settimana della cultura e, semmai, se c’è da rendere merito a qualcuno lo si deve fare, a parte al sottoscritto che se ne frega (ormai, visto come sono stato trattato) alla memoria di Enzo Conti. Beverati all’epoca non c’era, frequentava poco Montegranaro e, se ben ricordo, non venne a nessuna delle iniziative del primo anno. Diciamo quindi che non sa come sono andate esattamente le cose e si è male informato. Lo invito, quindi, a informarsi meglio e rettificare.



Luca Craia

mercoledì 10 febbraio 2016

5000 Euro spesi perché la giunta dei laureati non è capace di comunicare.



Questa è una cosa che davvero mi fa rabbia. Fa anche un po’ ridere ma sostanzialmente mi fa rabbia. Perché, vedete, farsi un punto di orgoglio del fatto di essere una colazione di gente “studiata”,  come si dice da noi, ossia di personaggi di alto livello di preparazione, tutti laureati, acculturati e preparatissimi (anche dotati di una certa spocchia, se vogliamo) e poi dover spendere Euro 5000 -  e lo ripeto in lettere: cinquemila – di soldi dei cittadini per pagare un professionista della comunicazione perché tra tanti geni acculturati non ce ne è uno capace di comunicare decentemente coi propri amministrati, è una cosa di cui bisognerebbe solo vergognarsi. E chiudo qui.

Luca Craia


Beverati: poche idee e niente soldi.



A parte il fatto che dichiarare che Montegranaro sia un paese a basso livello di scolarizzazione e farlo sul giornale, dall’alto della carica di assessore alla cultura, mi pare un pelino offensivo e, oltretutto, ingiusto nei confronti di un paese (vorrei vedere a quali dati ci si riferisce), leggo le dichiarazioni di Giacomo Beverati (e lo faccio senza assopirmi, incredibile ma vero) rilasciate oggi sul Corriere Adriatico e mi chiedo se crede davvero a quello che dice oppure ci sta rifilando la solita tiritera che dice tutto e niente allo stesso tempo.
In effetti propenderei più per la seconda ipotesi, mantenendo la mia stima per l’intelligenza del nostro architetto.
Beverati ha fino a oggi gestito l’assessorato al centro storico in maniera umiliante (per lui) visto che, in ormai due anni di delega, non ha avuto mai un centesimo da spendere. E la cosa, nonostante quello che dichiara sul giornale, non pare destinata a migliorare, visto che in bilancio non c’è una voce che destini fondi per il centro storico. Va un po’ meglio con la cultura, appena assegnatagli, ma solo perché, per fortuna, c’è una tale ricchezza di associazioni culturali (costituite da gente di bassa scolarizzazione, probabilmente) che il panorama è vivacissimo nonostante la pressochè totale inattività del Comune.
Quindi leggere di una progettualità che non può esserci per il semplice fatto che non ci sono soldi per essa, mi lascia perplesso, anzi, mi suona un po’ da presa in giro. Eppure, torno a ribadirlo, Beverati aveva un gran bel progetto per il centro storico, lo presentò nel programma elettorale del 2009, quando si candidò sindaco con scarso successo. Era un progetto ben articolato che, con le dovute attualizzazioni, potrebbe andare bene anche oggi. Ma Beverati sembra esserselo scordato, così come i suoi alleati di governo che lo erano anche nel 2009 e condividevano quell’idea. Si sarà persa in qualche cassetto o forse è stata superate da altre convenienze politiche. Chissà.
Case a un Euro, brand unici per la promozione turistica, contaminazioni tra cultura e manifatture, sono tutte idee condivisibili ma se non sono legate da una visione di insieme più ampia, da un progetto più articolato e, soprattutto, se non vengono finanziate in bilancio, sono solo parole al vento, aria fritta. Consiglierei all’architetto Beverati di provare a pesare un po’ di più in giunta, non accontentandosi di superassessorati che lo sono solo sulla carta. Faccia pressioni e si faccia dare spazio in bilancio. E se non ci riesce sia coerente e chiuda la porta con una maggioranza che, fino a oggi, lo ha politicamente maltrattato. Almeno così potrebbe recuperare un po’ di credibilità.

Luca Craia