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venerdì 13 maggio 2016

Facciamo qualche illazione



Sembra che, all’incontro con la cittadinanza organizzato presso il circolo “Vecchio Pozzo”, l’assessore Beverati non abbia proferito verbo, cosa alquanto insolita per lui, in genere così prodigo di parole tanto da diventare sovente prolisso e, come ho spesso avuto modo di dire, leggermente soporifero. Oltre al silenzio qualcuno ha notato un’espressione accigliata, quasi stizzita. L’impressione è stata amplificata dal fatto che il nostro assessore al centro storico sembra abbia abbandonato l’assemblea velocemente non appena il dibattito è terminato, sgattaiolando fuori dalla stanza senza salutare nessuno.
Quindi facciamo qualche illazione, che ne dite? Così, per ammazzare il tempo, dichiarando fin da subito, per quelli che poi si stracciano le vesti urlando allo scandalo per la disinformazione, che non stiamo facendo informazione per nulla ma solo delle normali supposizioni, che potrebbero essere tranquillamente smentite sia dall’interessato che dai fatti.
Allora diciamo che possiamo supporre un certo mal di pancia del nostro Giacomino per come viene trattato all’interno della sua maggioranza. Le sue deleghe, centro storico e cultura, sono state finora deleghe senza portafoglio o, al massimo, col portafoglietto dei soldi spicci. Forse, e ripeto forse, il nostro architetto avrebbe chiesto di più in sede di bilancio preventivo, ma pare che, pur avendo incrementato la cifra a sua disposizione (è facile incrementare partendo da zero), tale cifra rimarrebbe comunque esigua e del tutto insufficiente per affrontare qualsivoglia problema.
Il centro storico ha bisogno di investimenti e pare che nemmeno quest’anno ci siano grandi cifre a disposizione. La cultura campa quasi esclusivamente con l’impegno autonomo delle associazioni, con le quali l’amministrazione comunale fa una fatica bestiale a rapportarsi più per colpa di altri che del nostro assessore. Il commercio a Montegranaro vive momenti difficilissimi e il Comune sta facendo poco o niente, anzi, diciamo proprio niente per sostenerlo. Industria, sviluppo economico, occupazione e lavoro… beh, lasciamo perdere. Credo che Beverati abbia più di una ragione per accigliarsi.
Allora perchè rimane all’interno di una maggioranza che lo sta trattando come lo zerbino? Qui illazioni non ne faccio. Non lo so e non lo capisco. Certo è che, così facendo, si sta davvero scarnificando politicamente. Contento lui…

Luca Craia

lunedì 9 maggio 2016

Bilancio partecipato o bilancio raccontato?



E ci risiamo. Come ogni anno di questo periodo si torna a parlare di bilancio di previsione e si torna a parlare di bilancio partecipato. Cosa sarebbe o, quanto meno, dovrebbe essere il bilancio partecipato? Se capisco bene il significato della parole, per partecipato si dovrebbe intendere deciso insieme, discusso e valutato insieme. Insieme con chi? Coi cittadini, naturalmente. Credo che un bilancio veramente partecipato dovrebbe prevedere un lungo periodo di preparazione in cui gli amministratori incontrino i cittadini, ne ascoltino le istanze, ne comprendano le esigenze. Alla fine ne dovrebbe scaturire un bilancio che si basi sulle reali necessità della cittadinanza.
Quest’anno i nostri amministratori hanno pubblicato un calendario di assemblee pubbliche in cui, quartiere per quartiere, incontreranno i cittadini per parlare di bilancio. Ma il bilancio è già stato deciso. Quindi questi incontri serviranno più che altro a illustrare quali decisioni sono state prese. Perché le decisioni sono già state prese. Quindi la partecipazione dov’è?

Luca Craia

mercoledì 10 febbraio 2016

Beverati: poche idee e niente soldi.



A parte il fatto che dichiarare che Montegranaro sia un paese a basso livello di scolarizzazione e farlo sul giornale, dall’alto della carica di assessore alla cultura, mi pare un pelino offensivo e, oltretutto, ingiusto nei confronti di un paese (vorrei vedere a quali dati ci si riferisce), leggo le dichiarazioni di Giacomo Beverati (e lo faccio senza assopirmi, incredibile ma vero) rilasciate oggi sul Corriere Adriatico e mi chiedo se crede davvero a quello che dice oppure ci sta rifilando la solita tiritera che dice tutto e niente allo stesso tempo.
In effetti propenderei più per la seconda ipotesi, mantenendo la mia stima per l’intelligenza del nostro architetto.
Beverati ha fino a oggi gestito l’assessorato al centro storico in maniera umiliante (per lui) visto che, in ormai due anni di delega, non ha avuto mai un centesimo da spendere. E la cosa, nonostante quello che dichiara sul giornale, non pare destinata a migliorare, visto che in bilancio non c’è una voce che destini fondi per il centro storico. Va un po’ meglio con la cultura, appena assegnatagli, ma solo perché, per fortuna, c’è una tale ricchezza di associazioni culturali (costituite da gente di bassa scolarizzazione, probabilmente) che il panorama è vivacissimo nonostante la pressochè totale inattività del Comune.
Quindi leggere di una progettualità che non può esserci per il semplice fatto che non ci sono soldi per essa, mi lascia perplesso, anzi, mi suona un po’ da presa in giro. Eppure, torno a ribadirlo, Beverati aveva un gran bel progetto per il centro storico, lo presentò nel programma elettorale del 2009, quando si candidò sindaco con scarso successo. Era un progetto ben articolato che, con le dovute attualizzazioni, potrebbe andare bene anche oggi. Ma Beverati sembra esserselo scordato, così come i suoi alleati di governo che lo erano anche nel 2009 e condividevano quell’idea. Si sarà persa in qualche cassetto o forse è stata superate da altre convenienze politiche. Chissà.
Case a un Euro, brand unici per la promozione turistica, contaminazioni tra cultura e manifatture, sono tutte idee condivisibili ma se non sono legate da una visione di insieme più ampia, da un progetto più articolato e, soprattutto, se non vengono finanziate in bilancio, sono solo parole al vento, aria fritta. Consiglierei all’architetto Beverati di provare a pesare un po’ di più in giunta, non accontentandosi di superassessorati che lo sono solo sulla carta. Faccia pressioni e si faccia dare spazio in bilancio. E se non ci riesce sia coerente e chiuda la porta con una maggioranza che, fino a oggi, lo ha politicamente maltrattato. Almeno così potrebbe recuperare un po’ di credibilità.

Luca Craia